Multiculturalismo,
un approccio sociologico
Sul piano sociologico, quando si
parla di multiculturalismo, si devono
distinguere tre piani di lettura. Il primo piano di lettura è quello
intellettuale che concerne l’accettazione
cognitiva dell’esistenza (o possibilità) di differenti approcci culturali
Il secondo piano di lettura è
quello sociale che riguarda l’accettazione
sociale, ossia dell ’esistenza, all’interno di una determinata società, di differenti
atteggiamenti e comportamenti culturali (inclusivi delle
credenze religiose) .
Il terzo piano di lettura è quello legislativo e giuridico che concerne
la pianificazione politica della multiculturalità come fenomeno sociale e intellettuale.
Perciò, quando si critica o si
difende il multiculturalismo si deve sempre distinguere fra i tre livelli indicati (cognitivo, comportamentale, organizzativo),
perché un cosa è accettare la diversità sul piano culturale, un’altra aderirvi
sul piano sociale, un’altra ancora pianificarla su quello politico. Inoltre, il terzo piano di lettura, implica un problema di non facile soluzione: quello della pianificazione dei processi
sociali, ossia del passaggio dall' accettazione cognitiva e comportamentale all' organizzazione delle diversità culturali.
Ora, semplificando, nella società europea (per gli Usa il discorso è diverso), sul
piano cognitivo, che è quello delle élite, pur tra le divisioni, finora sembra aver avuto la meglio, anche se di poco, l’accettazione
del muticulturalismo; sul piano sociale, quello delle masse, si gravita ciclicamente tra l’accettazione amorfa
e il
rifiuto irrazionale; sul piano
politico, invece, si va a rimorchio (di
regola, elettorale), ora degli uni, ora degli altri, ma sempre con un occhio alle risorse economiche e, se ci si passa il termine, nascondendosi, preferibilmente, dietro il “buonismo” di pura facciata.
Ciò significa che per ora il “multiculturalismo” , sociologicamente
parlando, è un’idea accettata solo da
una parte della élite dirigente (soprattutto intellettuale ed economica), incompresa dalle masse e gestita in modo opportunistico dalle élite
politiche. Insomma, la strada da percorrere è ancora lunga. Su questa incompleta, e ancora primitiva, elaborazione sociale del multiculturalismo, rischia di abbattersi, come è avvenuto ieri in Francia, l’onda lunga del terrorismo monoculturale che, non ci vuole molto a
capirlo, potrebbe causare una battuta di arresto. Da alcuni vista come un male, da altri come un bene. E da noi? Diciamo
che si tratta di materia per giudizi di merito, non sociologici.
Carlo Gambescia
Nessun commento:
Posta un commento