Il bazooka spuntato di Draghi
I media festeggiano, le borse
pure. E i cittadini? È ancora presto per dirlo. Perché il punto della questione è un altro: non basta iniettare denaro nell’economia, dal momento che, dopo, nell’abbondante acqua della liquidità, bisogna nuotare. E nella direzione giusta.
L’acquisto di titoli , anche di dimensioni considerevoli, è la classica arma a doppio
taglio, perché l’ esito di quello che
viene pomposamente chiamato “piano per la crescita europea” dipende dalla strada che prenderà il denaro. Credito alle famiglie e alle
imprese? Speculazione borsistica? Sprechi pubblici?
Il problema non è quello di "pompare" denaro, ma di come ( e se) verrà
speso .
Si tratta di una misura che scontenta sia i liberisti, per i quali il
livello ideale di liquidità deve essere deciso dal mercato e non dalle banche
centrali in qualche modo legate alla
politica, sia gli interventisti, per i quali
alle iniezioni di liquidità deve affiancarsi la crescita della spesa
pubblica.
Draghi non piace ai primi, perché interviene troppo, ma anche i
secondi, perché interviene poco. Politica del
giusto mezzo, allora? Neppure. Perché il Governatore della Bce è un banchiere non un politico: non ha un
programma organico e definito da perseguire,
bensì
deve contrattare giorno per
giorno con i membri forti dell’establishment politico misure esclusivamente creditizie. Parlare di politica monetaria della Bce, come qualche volta si legge, oltre che improprio è ridicolo. Perciò i
razzi del bazooka di Draghi, ammesso che di razzi si tratti, sono spuntati. Politicamente spuntati.
Carlo Gambescia
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