Il libro della settimana: Jorge Sánchez de Castro Calderón, El único paraíso es el fiscal, Isabor - Nuevas Empresas Políticas 2014, pp.
168 , Euro 15,00.
Come recita l’adagio, chi
ben inizia… Parliamo della collana, “Neuvas Empresas Políticas”,
erede dell’omonima rivista, entrambe fondate e dirette da Jerónimo
Molina, politologo e professore dell’Università di Murcia, che inaugura le pubblicazioni con l’ottimo libro
di Jorge Sánchez de Castro Calderón, El único paraíso es el fiscal (Isabor
- Nuevas Empresas Políticas). Come definirlo? Un pamphlet? Ne ha i requisiti,
perché è sintetico, incisivo, ricco di
ghiotte citazioni tratte dal cinema e dalla letteratura. Memorabile il parallelo, tra la
pazza corsa delle automobili verso l’abisso, la chicken run di "Rebel
Without a Cause" (“Gioventù bruciata”) , film cult che lanciò James Dean, e quella altrettanto folle dello
Stato-Provvidenza verso il dirupo della spesa pubblica… Come nel film, anche
lo stato sprecone, prigioniero di un
logica deviata del consenso, potrebbe non
riuscire a saltar fuori un
attimo prima della caduta della
vettura nel precipizio. Insomma, come nella
pellicola qualcuno potrebbe farsi male…
Un saggio politologico? Anche. Dal momento che il suo
autore, coltissimo avvocato madrileno, appartiene, crediamo per scelta
caratteriale e formazione universitaria (allievo di Dalmacio
Negro), alla categoria dei realisti
politici. Sánchez de Castro non perde mai di vista la questione, concretissima, del ricambio sociale delle élites in
democrazia. Forse senza saperlo, è un paretiano di origine controllata. Del resto, parliamo di un fattore essenziale: senza ricambio
politico, le democrazie appassiscono, proprio come piante prive di acqua e luce solare... E,
anche in questo caso, si rischia di farsi male…
Un piccolo ed elegante viaggio intellettuale
verso la meravigliosa terra di Utopia, dove nessuno pagherà più tasse e
imposte? O comunque in misura minima? Pure. Tuttavia, più che
di utopia vera e propria, parleremmo di idea regolativa. Del resto il fine
di Sánchez de Castro è molto concreto: evitare che i cittadini,
vessati da occhiuti poteri pubblici, prima o poi, stanchi, finiscano per reagire e così farsi e fare del male… Per un uomo d'ordine la disobbedienza civile è sempre un' arma a doppio taglio: il confine tra ribellione è rivoluzione è sempre particolarmente sottile.
Diciamo che El
único paraíso es el fiscal è le tre le cose messe insieme. Ed elegantemente. In qualche misura la chicken run è una
metafora che attraversa e conferisce senso politologico al libro: indicare i pericoli di una stupida corsa (delle
istituzioni) verso il precipizio per evitare che qualcuno (governanti e governati) possa farsi male. E in scienza politica, il male assoluto resta la “rivoluzione”. Il vero nemico di Sánchez de Castro - come per ogni libero cittadino e per ogni prudente politico - e lo
“Stato Cannibale” che divora l’economia a colpi
pressione tributaria, per autoalimentare le proprie burocrazie,
dando in cambio una protezione sociale sempre più corrotta e costosa, madre di tutte le forme di malcontento. Un disastro.
Il problema non è solo spagnolo ma riguarda altre nazioni
europee come ad esempio la Francia e
l’Italia. E qual è la ricetta Sánchez de Castro? La rifondazione dal
basso. Un processo a mano invisibile. Il classico “passo indietro",
evocato dal pensiero libertarian:
dallo Stato-Nazione alla Città-Stato; dalla Città-stato (di tipo più rinascimentale
che antico) all’Individuo Creativo, lasciato libero di intraprendere,
produrre, creare ricchezza. Detto
altrimenti: dallo strapotere dello Stato-Provvidenza al micropotere delle
“comunità autonome” (che in Spagna esistono), strette intorno a
cittadini liberi e forti. Meno potere pubblico, meno burocrazie, meno
costi, meno corruzione, meno tributi per i cittadini,
nonché - punto qualificante dell’intero discorso - il sorgere
di una benefica concorrenza al ribasso tra sistemi fiscali ridotti
ai minimi termini. Insomma,
quel “paradiso fiscale” del titolo che, secondo Sánchez de
Castro, potrebbe estendersi alla Spagna e all’intera Europa…
Magari partendo proprio da Gibilterra, teorizzata come la Shenzen (zona franca fiscalmente
cinese) spagnola.
Il problema di fondo crediamo però sia quello
di come “convincere” i britannici (per Gibilterrra) e l’ Ue (per Spagna
e Europa), dal momento che se è vero, come da trattati, che
la concorrenza è vista con favore da Bruxelles, è altrettanto vero che
gli euroburocrati, quasi tutti di estrazione socialista e democristiana,
difficilmente metteranno in discussione il sistema delle provvidenze e dei
fondi europei, sui quali prosperano, complici le rendite di posizione, parassitarie, di alcuni settori: si pensi solo all’agricoltura europea. Parliamo di un sistema di inutili aiuti alimentato dalle tasse crescenti,
occulte o meno, pagate da un cittadino europeo, che rischia prima o
poi di trovarsi ridotto
a moderno servo dell’ eurogleba.
Quindi siamo assolutamente d’accordo con Sánchez
de Castro: alla lunga, a tirar troppo
la corda-tasse, qualcuno potrebbe farsi male. Insomma, la sua neppure tanto “modesta proposta per
prevenire” (per citare Giuseppe Berto) è in linea di principio, giusta, interessante e condivisibile. Tuttavia, crediamo di non facile, o
meglio immediata realizzazione. Forse sarebbe prima necessario avviare quella perestrojka europea,
dottamente evocata da Dalmacio Negro, eccellente pensatore
politico, in Il dio
mortale. Il mito dello stato tra crisi europea e crisi della politica (Edizioni il Foglio http://www.ilfoglioletterario.it/Catalogo_Biblioteca_Il_Dio_mortale.htm ). I politici,
però, prima dovrebbero rimettersi a studiare… Monito che per molti di essi, sembra suonare quasi come una
bestemmia. Alla stregua di Mary Poppins si
“ritengono semplicemente perfetti”( nostra citazione dall’omonimo film).
Insomma, serve, ex ante, un radicale
mutamento di mentalità. In qualche
misura il processo è circolare: il cambiamento implica nuovi uomini, i nuovi
uomini rinviano a nuove idee sul cambiamento,
senza nuove idee nessun cambiamento. Di
qui, l’importanza dell’eccellente libro
di Sánchez de Castro che propone soluzioni controcorrente. Certo, servirà tempo… Mentre la chicken run sembra procedere a tutta velocità …
Carlo Gambescia
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