Le elezioni greche del 25 gennaio
Alexis Tsipras, di buono ha solo
il nome, che rinvia a quello di
Tocqueville, Alexis appunto. Per il resto il suo pensiero resta un concentrato di banalità nella peggiore lingua di legno neo-marxista (*). Eppure piace ai nemici
dell’Euro, soprattutto a "certa" destra. Del resto sul “Tempo”, vecchio quotidiano liberale della Capitale,
ora diretto da un neofascista, non scrive, arrampicandosi comicamente sugli
specchi delle cifre, Bagnai, economista di sinistra ma contrario alla moneta
unica?
In certi ambienti estremisti, a
destra come a sinistra, la decisione di uscire, anzi scappare dall’euro, sembra essere diventata una specie di parola magica: l’unica via percorribile per favorire la catarsi italiana. Come se, con il ritorno della lira, potessero sparire d’incanto quei gravi problemi (finanza
pubblica allegra, corruzione, immobilismo politico) che vengono da lontano… Prendere nota: la moneta è sempre un velo, sotto il quale si celano, momentaneamente, altri problemi di natura storica.
Insomma, siamo davanti a posizioni politiche, caratterizzate da pericolosi
stereotipi, che scorgono con allucinata soddisfazione nella vittoria di Tsipras una specie di nuova Monaco dell’europeismo. In effetti, i popoli hanno la memoria
storica corta e, alla fin fine, si vendono per poco… Il pericolo esiste. Le ragioni storiche che sono dietro l’unità europea - una lunga e feroce guerra civile (Nolte) - rischiano di essere dimenticate. A Monaco vinse
Hitler, e poi finì, come tutti sappiamo. Ad Atene, potrebbe vincere Tsipras. Che
ovviamente non è Hitler. Ma ecco il
punto, il vero punto: dal sempre possibile e delirante duello tra nazionalismi, innescato dalla vittoria di
Tsipras, potrebbe spuntare in altri
paesi europei qualche leader fermo al 1945, nostalgico di storiche rivincite. Altro che l'euro... Non è insomma un'ipotesi così remota. Del resto il sottobosco del radicalismo di destra europeo, zeppo di personaggi inquietanti, è sotto gli occhi di tutti.
Reductio ad Hitlerum? Sì, non di Tsipras, ripetiamo, che al massimo, se ci si perdona l'espressione, può svolgere il ruolo del classico utile idiota di sinistra... Insomma, non si può scherzare con la "tentazione fascista" (Kunnas), che parte da sinistra, si nutre del né destra né sinistra, e poi plana a destra. Esageriamo? Forse. Però, per metterla terra terra, meglio, oggi, un po’ di disoccupazione, tra l’altro “indennizzata”, ma in abiti civili, che, domani, la piena occupazione in uniforme militare. O no?
Reductio ad Hitlerum? Sì, non di Tsipras, ripetiamo, che al massimo, se ci si perdona l'espressione, può svolgere il ruolo del classico utile idiota di sinistra... Insomma, non si può scherzare con la "tentazione fascista" (Kunnas), che parte da sinistra, si nutre del né destra né sinistra, e poi plana a destra. Esageriamo? Forse. Però, per metterla terra terra, meglio, oggi, un po’ di disoccupazione, tra l’altro “indennizzata”, ma in abiti civili, che, domani, la piena occupazione in uniforme militare. O no?
Carlo Gambescia
Sull'opzione di uscire dall'euro e sugli effetti a cascata che questa operazione potrebbe provocare, segnalo un saggio dell'economista Salvatore Biasco sul primo numero del 2015 della rivista Il Mulino. Buon Anno
RispondiEliminaGrazie! Ricambio gli Auguri :-)
RispondiEliminaL'unico vantaggio evidente dell'Euro è che qualcuno mette il becco nei conti disastrati dell'Italia e dice all'italiota politicante che non può dare in pegno il futuro delle generazioni future ingrassando il parassita di turno. Anche se la revisione della spesa (all'italiana, come vorrebbe D'Annunzio nota bene - mi alzo in piedi) non sembra alle porte anche perchè in Italia le elezioni sono all'ordine del giorno. E falce e minareto pesa più del dovuto.
RispondiEliminaGrazie ! ;-) E benvenuto al commento.
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