Ravasi sulla chirurgia estetica
“Burqa di carne”
Sulla polemica (più che altro
presunta) tra l’attrice Nancy Brilli e il
Cardinale Gianfranco Ravasi (*) è inutile intervenire. Il vero punto è un altro:
che
relazione esiste tra il burqa e la chirurgia estetica? Tra un’imposizione e una libera scelta. Nessuna. Allora, perché rilanciare, come fa
Ravasi (per altri aspetti cattolico al caviale), una definizione (“la chirurgia estetica come ‘burqa’
di carne “) offensiva verso un’altra cultura, solo per infierire, al tempo stesso, su quella occidentale?
Certo, una relazione ci sarebbe… Basta considerare non libera la scelta di
sottoporsi a un intervento di chirurgia plastica. Tradotto: la moda, frutto avvelenato del fondamentalismo
capitalistico, sta al burqa, prodotto, altrettanto venefico del fondamentalismo islamico.
Cosa dire? Uno, che è
un modo vile di aggredire la
società aperta; due, che così facendo si
aumenta la confusione e si indeboliscono
le capacità difensive della nostra cultura, peraltro già sotto attacco; tre, che non
si è capito, piaccia o meno, che il nostro, pur con i suoi difetti, è il migliore
dei mondi possibili, anche perché fondato, a differenza di altre culture, sulla libertà di scelta, che può essere un rischio, ma libertà resta; quattro, perché Monsignor Ravasi, i suoi
sermoncini domenicali, che pubblica sul “Sole 24 Ore”, principale organo di
stampa del fondamentalismo capitalistico
italiano, non prova a farseli pubblicare su qualche
quotidiano islamista?
Carlo Gambescia
E' una boutade di Ravasi, che scambia provocazione per riflessione seria, perché "tanto solleva il problema". E' il primo a sapere che ciò che dice è scorretto verso la società aperta, ma visto che il punto di vista cattolico, per Ravasi, è superiore a quello liberale, non c'è motivo per doverlo tacere, anzi così adempie ai suoi doveri di moralista, e ogni prete zelante in fondo si trova spinto ad esserlo, magari con tonalità post-moderne o raffinate, ma sempre dello stesso atteggiamento si tratta.
RispondiEliminaSamuele