mercoledì 25 febbraio 2015

Guido Vitiello e la storia "controfattuale"
 E se Evola fosse morto nel 1919?

Julius Evola, “Mazzo di fiori” -  ca. 1918
(Fonte: http://www.fondazionejuliusevola.it/Quadri/MazzodiFiori.htm  )
Ieri  sul Foglio Guido Vitiello, fantasista delle idee,  si è prodotto  più per i grandi che per i piccoli,  in un divertente  esperimento di prestidigistoria della filosofia, per la precisione  di storia  “contro fattuale”, tipo,   se  il  tale  pensatore  fosse morto ancora giovane, allora eccetera, eccetera.  
Scrive il buon Vitiello: “ Per esempio: il viaggiatore   nel tempo  con la sua ventiquattrore si presenta a Basilea  intorno al 1870 e bussa alla porta  del giovane filologo  Friedrich Nietzsche. In una mano tiene una capsula di cianuro, nell’altra una foto di Massimo Fini in Ray-Ban. Scrivi  pure “la nascita della tragedia”, gli dice, guarda che  tragedie ne nasceranno: ecce homo. Siamo certi che il filosofo dell’amor fati ripeterebbe il suo grande sì ?”:  
Estendiamo l'esperimento  alla cultura della destra post-fascista.
Intanto, quanto a Nietzsche, non ci saremmo cuccati   neppure l’iperattivo  Buttafuoco, ora spin doctor di  Salvini ( ognuno, ovviamente,  ha il superuomo che si merita).  Mentre  se Evola fosse morto sotto il famoso bombardamento alleato viennese, 12 maggio 1945, passeggiando per la Schwarzenbergplatz  non ci saremmo risparmiati Marcello Veneziani, tronfio consigliere amministrazione Rai con Rivolta contro il  mondo moderno sottobraccio, scritto dal Barone, purtroppo, nel 1934.   Quando far morire Evola, allora?  Diciamo, nel suo  periodo pittorico?   Durante la grande  Esposizione futurista di Palazzo Cova, Milano 1919? “Lei è giovane ma così bravo. Prego, venga a prendere un caffè da noi”.   Lunga vita invece a Carl Schmitt: Gennaro Malgieri non ha mai capito un cazzo del suo pensiero.   
Tutto qui?   Ci sarebbe Cardini.  Non che  abbia figliato  chissà quali allievi:  se la canta e se la suona in compagnia di se stesso.  Ma se l’Arno nel 1966,  straripando - molto prima del suo ego -  lo avesse sorpreso, mentre si attardava  sotto la pioggia, tutto bagnato, con due borse gonfie di vecchi libri ( "i suoi tesori"),  sul Lungarno degli Acciaiuoli…  

                                                                                                                                Carlo Gambescia       

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