L’Isis, la Libia e noi
Un popolo di vigliacchi
E' presto per dire come finirà. Tuttavia, anche questa volta, l'Italia sta tentando di uscire dalla porta sul retro. Perché? In realtà, il Paese non si è mai ripreso dal 1945. In qualche misura ancora paghiamo, per contrappasso storico, i disastri del
fascismo: quell’overdose di bellicismo straccione che spinse l' Italia nelle braccia di Hitler e si tradusse in rovine morali, a quanto pare irreparabili. Più passano gli anni, più consideriamo Francisco Franco, un
grandissimo politico: salvò la
Spagna dal comunismo,
prudentemente si tenne fuori dalla
Seconda Guerra mondiale, pose le condizioni, piaccia o meno, perché la Spagna, amatissima, potesse tornare alla
democrazia dopo la sua morte. E ciò accadde grazie anche alla magnifica opera politica di Adolfo
Suárez (già falangista). Oggi la “transizione” spagnola viene studiata come “caso (politico) di
successo”.
E noi? Abbiamo messo fuori legge la guerra, sfidando il senso del
ridicolo. Pur di sopravvivere ci siamo piegati a qualsiasi forma di compromesso, annegando il nostro
(provvisorio) oblio della guerra (complice la demolizione cattolica e comunista
di qualsiasi idea di patria) nei fumi alcolici di un irenismo culturale vissuto alla giornata, nel quale, in fondo, cinicamente, non abbiamo mai creduto: tutti, non solo i politici. Sicché, giorno dopo giorno, la nostra società ha perduto quella forza morale, coesiva, che, tutto sommato, ci fece
uscire vittoriosi dalla Prima Guerra Mondiale. Ovviamente, guai a dirlo…
E ora? Siamo, prima che
politicamente e militarmente, culturalmente incapaci di difenderci. Un
popolo di vigliacchi. Questa è la pura e semplice verità.
Carlo Gambescia
P.S.
Per dirla, secondo la moda del cultural studies: se la cultura è sempre una costruzione sociale e se, di conseguenza, esiste una cultura, "inventata" per il genere, ne deve esistere una anche per il "genere" italiano: diciamo perciò che la nostra è una neocultura infiocchettata di idee pacifiste... Come dire, una vigliaccheria in carta regalo...
Per dirla, secondo la moda del cultural studies: se la cultura è sempre una costruzione sociale e se, di conseguenza, esiste una cultura, "inventata" per il genere, ne deve esistere una anche per il "genere" italiano: diciamo perciò che la nostra è una neocultura infiocchettata di idee pacifiste... Come dire, una vigliaccheria in carta regalo...
De acuerdo en todo. En las "Décadas de Franco" se funda el Estado administrativo, que sobrevive a la dictadura y al cambio de constitución, cuya fuente de legitimidad sigue siendo... el 18 de julio. Piaccia o meno.
RispondiEliminaGracias professor Molina! Para su aprobación cualificada... :-)
RispondiEliminaottimo,anche il commento di jeronimo.teodoro
RispondiEliminaGrazie e un abbraccio!
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