L' ottimo post di Piero Visani
I giovani, la storia e l'importanza
di un'educazione al realismo politico
Oggi riprendiamo sul nostro blog un bellissimo post di Piero Visani, studioso di storia militare e di questioni geopolitiche. In tempi di finto buonismo, melassa mediatica e quant'altro, definirei le sue parole dissacranti e preziose. Visani ci parla di senso storico, di realismo politico e di educazione al realismo. E in particolare della necessità, come sosteneva Croce, che i giovani siano aiutati a comprendere che il loro " maggior compito è quello di saper diventare vecchi"... Scrive Visani, che prende spunto dalla vicenda di Vanessa e Greta, vittime esemplari del buonismo imperante, quello del disarmatevi e partite, insegnare ai giovani " il senso della storia, quello della geografia, quello di ciò che muove realmente il mondo significherebbe renderli un po' più edotti della natura umana e degli interessi e delle potenze in conflitto. Non chiedo loro di diventare più cinici, ma di non essere ingenui e illusi e fuorviati al punto da farsi ammazzare per conto terzi".
Carlo Gambescia
"Il senso grossolano della Storia" (*)
Non mi unirò al coro di critiche levatosi contro Vanessa Marzullo
e Greta Ramelli, le due cooperanti italiane scomparse in Siria e molto
probabilmente rapite.
Non mi unirò ai discorsi del tipo "Se lo sono
cercate", perché posso comprenderli (con difficoltà), ma non sviscerano il
tema in profondità.
Apporterò una mia esperienza personale. Una piccola parte
del mio lavoro si svolge ancora tangenzialmente
all'ambiente accademico e conosco giovani di alto valore e altissimo
entusiasmo. Non cerco mai di spegnerlo. Il torto peggiore che un anziano può
fare ai giovani è spegnerne gli entusiasmi e io quegli entusiasmi li adoro e li
ammiro. Erano e sono tuttora i miei. Resto terrorizzato dall'affermazione per
cui "si nasce incendiari e si muore pompieri" e dunque faccio di
tutto per continuare a incendiare e ad alimentare nei giovani il gusto degli
incendi, intesi come incendi di passione.
Al tempo stesso, debbo riconoscere che questi giovani sono,
nel 95% dei casi, intrisi di una cultura "buonista" che è una mera
"rappresentazione della realtà", non la realtà. Una rappresentazione
distorta artatamente, tipica di un Paese in condizione coloniale come il
nostro, dove si deve essere necessariamente "buoni" per non dare
fastidio ai "padroni del vapore", per non parlare del ruolo
pernicioso del Vaticano, del cristianesimo e via belando.
L'Italia ha espunto dal proprio patrimonio
politico-culturale (ammesso e non concesso che ne esista ancora uno) il
realismo politico, il che non sorprende, dato che, non avendo una politica
propria, ma essendo al servizio degli interessi USA, meno la sua gioventù avrà
accesso a questo tipo di fonti culturali, meno farà e potrà fare danno a quegli
interessi.
Il risultato finale, ovviamente, è disperante, nel senso
che, ad esempio nei corsi di relazioni internazionali, si incontrano giovinette
e giovinetti che ci sollazzano con le loro visioni rousseauviane sull'indole
"naturalmente buona" degli uomini. Della realtà vera del genere umano
nulla sanno e spesso nulla intendono sapere, e così finiscono per trovarsi,
stolte pecorelle, in mezzo ai lupi più famelici. Lupi che - diciamocelo molto
chiaro - non sono i combattenti di questa o quella guerra, ma anche e
soprattutto i gestori (e gli organizzatori occulti) di certe ONG di cui
esteriormente pare che facciano una cosa e poi, dietro le quinte, spesso ne
fanno molte altre, e molto diverse...
Ho speso fiato e impegno per persuadere questi ragazzi a
non diventare vittime sacrificali di chi parla di "bontà" solo per
renderli docili strumenti al proprio servizio. Talora ci sono riuscito,
talaltra no, ma quello che maggiormente mi ha colpito - per dirla con Francesco
Guccini - è sempre stato il loro "senso grossolano della Storia", la
loro totale incapacità di comprendere un mondo che è fatto di interessi,
sangue, violenza, odio.
Lasciare privi i ragazzi di queste fondamentali conoscenze
di base sulla natura degli uomini è - a mio parere - un gravissimo crimine, che
ogni tanto esige le proprie vittime sacrificali. Insegnare loro il senso della
storia, quello della geografia, quello di ciò che muove realmente il mondo
significherebbe renderli un po' più edotti della natura umana e degli interessi
e delle potenze in conflitto. Non chiedo loro di diventare più cinici, ma di
non essere ingenui e illusi e fuorviati al punto da farsi ammazzare per conto
terzi. Di non morire perché i loro docenti e i loro padri appartengono a una
generazione di servi e vigliacchi, o di stupidi (nel "migliore" dei
casi).
Ho sempre cercato di aprire loro gli occhi. Mi hanno dato
del "cattivo maestro", ma non ho fatto vittime insegnando la bontà o
le illusioni: i leoni morti, per contro, lasciano le iene vive, tanto più vive
quanto più si mascherano da agnelli. Meglio evitare...
Piero Visani
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