Un anno di Renzi
"Matteo il magnifico"...
Al Senato, il 24 febbraio 2014, nel suo
discorso di insediamento, Renzi promise una svolta. Un anno dopo, a parte il job act, tutto è ancora in alto mare. Per ora, nonostante i proclami (ieri ha nuovamente tuonato sulla riforma della scuola), l’ex Sindaco
di Firenze rischia di essere ricordato solo per i famigerati 80 euro: misura che non ha prodotto alcun effetto sulla
domanda. Un fallimento... Anche se - va riconosciuto - gli annunci sono consustanziali alla politica, di sinistra come di
destra. È la retorica democratica, bellezza.
Invece, dal punto di vista politico la situazione è diversa. Qui, rispetto alle elezioni 2013, qualcosa è cambiato e d’importante: l'orografia del potere nel Pd e in Parlamento. Renzi, da consumato maestro del divide et impera (a Firenze ne sanno qualcosa), ha provocato un terremoto: il Pdl è a pezzi, Sel pure, i pentastellati hanno ceduto 36 ostaggi, pardon deputati, Scelta civica ha subito la sorte del Costa Concordia, la minoranza del Pd assomiglia sempre più a un pullman di stralunati pensionati costretti a subire una promozione di pentole e piatti.
Invece, dal punto di vista politico la situazione è diversa. Qui, rispetto alle elezioni 2013, qualcosa è cambiato e d’importante: l'orografia del potere nel Pd e in Parlamento. Renzi, da consumato maestro del divide et impera (a Firenze ne sanno qualcosa), ha provocato un terremoto: il Pdl è a pezzi, Sel pure, i pentastellati hanno ceduto 36 ostaggi, pardon deputati, Scelta civica ha subito la sorte del Costa Concordia, la minoranza del Pd assomiglia sempre più a un pullman di stralunati pensionati costretti a subire una promozione di pentole e piatti.
A voler utilizzare il metro dello
storico attento ai processi politici di conquista, gestione e perdita del
potere, si potrebbe ritenere che Renzi, se le sue riforme andranno in porto (in
particolare quella istituzionale), stia ponendo le basi per costruirsi, alle prossime elezioni, una solida maggioranza
parlamentare, composta di fedelissimi, per governare l’Italia a suo
piacimento, almeno per un una
legislatura, con un’opzione per la successiva: il potere è un potente moltiplicatore di se stesso,
soprattutto quando al comando ci sono uomini ancora giovani, vigorosi, decisi ( se serve spregiudicati), bravi accentratori e comunicatori. Tutte doti che non difettano a Renzi. Riformerà la sinistra? Terrà a bada i sindacati? Riuscirà a non scontentare Confindustria e banche? Farà ripartire l'Italia? Si farà rispettare in Europa? È presto per dirlo. Per ora, ripetiamo, "Matteo il Magnifico", come talvolta si legge, sta prendendo le misure, fa
esperienza, si rafforza, imponendo, come provano alcuni retroscenisti, uomini di sua
fiducia (o comunque manovrabili) nelle
istituzioni. Siamo
ancora nella fase magmatica (un insieme di ambizioni, idee brillanti e apparentemente folli) dell’ascesa
del giovane Luigi XIV... L'état
c'est moi... Altro che Lorenzo il Magnifico, quello Del doman non c'è certezza...
Insomma, è presto per dare giudizi definitivi. Crocianamente, la storia è un cosa, la cronaca un'altra. E la parola storia non è fuori posto, perché per un verso è un invito a guardare le cose dall'alto, con obiettività, per l'altro, si parla di un (appena) quarantenne, molto ambizioso che potrebbe arrivare lontano. Perché finire intrappolati - giorni addietro è capitato anche a noi - nel pro o contro del discorso pubblico, fazioso e contingente? Perché finire prigionieri di un discorso politico occasionalista, per dirla con Schmitt? Certo, se la si mette sull'empatico... Renzi, a un uomo di destra può risultare simpatico solo quando prende a calci nelle gengive i sindacati. E a sinistra? Qui i giudizi si dividono: per gli avversari Renzi è l'ennesimo furbo pulcinella ingarofanato, per i seguaci, un serio riformatore assediato da nemici provenienti dal paleolitico socialcomunista. Tuttavia, se ci limitiamo ai duri fatti, in un anno il governo ha prodotto poco. E gli elettori? Finora, nonostante la mancata incoronazione politica, lo hanno premiato alle europee e alle amministrative. Popolo bue? Dipende. Da come finirà.
In realtà, "Matteo il Magnifico", furbo lo è senz’altro, quanto ai nemici, crediamo che nell’Italia delle procure l’unico vero ostacolo alla sua ascesa sia rappresentato, nell'immediato, dai giudici. Di conseguenza, gli
atteggiamenti che Renzi assumerà verso la
riforma della magistratura, più volte annunciata, e verso la scelta di
collaboratori, come egli ama sottolineare, al di sopra di qualsiasi sospetto
morale, potrebbero trasformarsi in punti
di forza o di debolezza. Giudiziari.
Carlo
Gambescia
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