Corte dei conti: l’intervento
del Presidente Squitieri
Esondazione
istituzionale,
vizietto italiano
Siamo sempre più convinti che il principale vizietto italiano sia costituito dall’esondazione
istituzionale, nel senso di straripare, andare oltre i propri argini costituzionali: i presidenti della repubblica che si tramutano in dirompenti leader politici, i magistrati in accesi moralisti, gli onorevoli in furbi procacciatori di affari. Insomma, nessuno fa quello che Costituzione imporrebbe: rappresentare l’unità nazionale, amministrare la giustizia,
fare buone leggi.
Altro esempio, come
dire, fresco di giornata: la
Corte dei conti. Ieri il dottor Raffaele Squitieri, suo Presidente, oltre alle consuete amenità virtuiste da
inaugurazione dell’anno giudiziario, ha
lanciato una specie di Opa della Corte
dei Conti sul “ The Wall Street Journal”. Detto altrimenti: ha esondato, reinventandosi come analista economico, a dire il vero, mediocre.
Leggiamo la cronaca Ansa:
Squitieri è intervenuto anche sulla situazione
economica, affermando che il Paese sta attraversando un "quadro di estrema
fragilità e di perdurante sfiducia degli operatori". Tuttavia, ha
aggiunto, "si sono venuti ad innestare negli ultimi tempi elementi di
novità di grande rilievo". Squitieri ha citato in particolare
"quattro fattori che operano in direzione di una consistente modifica
dello scenario di riferimento": la caduta del prezzo del petrolio, il
deprezzamento dell'euro, la maggiore flessibilità annunciata dalla Commissione
europea sui conti pubblici e il quantitative easing della Bce. L'impatto
sull'economia di questi nuovi elementi, ha sottolineato il presidente della
Corte dei Conti, dovrebbe essere positivo. Anche se, ha precisato, "il
quadro che si prospetta è assai composito e difficile da decifrare o da leggere
in modo unidirezionale". Ad esempio, ha concluso Squitieri, per quanto
riguarda il ribasso del petrolio, "anche se è più probabile che prevalgano
effetti propulsivi sul Pil, non si può escludere che l'ulteriore spinta alla
discesa dei prezzi possa invece accentuare il deterioramento delle aspettative
e portare a nuovi rinvii delle decisioni di spesa e di investimento".
Ora, la Costituzione
italiana all’articolo 100, comma 2, recita:
Chiaro,
no? Che c’entra il prezzo del petrolio con il controllo di
legittimità? E che dire delle banalità sullo “scenario di riferimento”? I “quattro
fattori”… Gli “effetti propulsivi”… La
Corte dei conti ha un
mandato costituzionale specifico: a
quello deve attenersi. E non, per bocca del suo Presidente, prodursi in editoriali economici, per giunta di una
banalità sconcertante…
A
proposito, il nuovo Capo dello Stato Mattarella,
ieri presente, che ne pensa?
Carlo Gambescia
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