giovedì 25 novembre 2021

L'INFANTILIZZAZIONE DEL CITTADINO

 


Premessa doverosa: non ci passa neppure per l’anticamera del cervello l’idea di mettere sullo stesso piano etico e storico l’ unicità della Shoah con la restrittiva normativa antiepidemica, pardon antipandemica.

Allora per quale ragione il nostro accostamento di immagini in copertina? Che alcuni potrebbero definire addirittura blasfemo?

Perché può essere l’occasione per approfondire le caratteristiche comuni dal punto di vista sociologico di un testo esplicativo con finalità subordinative ( per dirla in sociologhese).

In altre parole, i “messaggi” disciplinari, nel senso dell’ introduzione di una disciplina di comportamento oggetto di sanzioni giuridiche, sembrano somigliarsi tutti.

Si noti subito la comune stilizzazione delle figure umane, come se ci si rivolgesse a una popolazione di analfabeti o peggio ancora di minus habens.

Quanto alla figurazione complessiva del messaggio, le immagini del Ministero della Salute risultano più neutrali di quelle della “Difesa della Razza”: immagini che invece evidenziano, con ripugnanti finalità irrisorie, alcuni caratteri ritenuti somatici.

Tuttavia, il contenuto disciplinare è identico: di tipo negativo, perché ruota intorno a un divieto, anche quando lo si maschera, come nel caso del Ministero della Salute,  sotto  un "che cosa si può fare" a proposito dei tamponi...

La semplificazione, forse ancora comprensibile nel 1938, quando l’analfabetismo era un problema sociale, non ha invece scusanti nel quadro di una società non solo alfabetizzata ma acculturata come quella del 2021.

Evidentemente, gli ordini sono sempre ordini e devono essere semplici e chiari per essere eseguiti con facilità e immediatezza. Di qui, la comune natura semplicistica dei messaggi, nonostante siano trascorsi più di ottant’anni.

Il che impone una riflessione sulle radici infantili dell’obbedienza sociale.

Non può sfuggire, a chiunque conosca anche in modo non profondo la storia del pensiero politico, che solo da alcuni secoli, in pratica nell’età moderna, si è tralasciata una visione del rapporto tra potere politico e individuo di tipo patriarcale per sostituirla con una visione di tipo contrattualistico.

Al potere paternalistico del monarca è subentrato il potere della costituzione. Le moderne carte costituzionali sono un contratto tra cittadini rivolto a istituire il potere politico: dalla patriarcale sottomissione “a un uomo”, se si vuole al “padre”, si è passati all’obbedienza “di tutti” cittadini, finalmente “maggiorenni”, a un legge che liberamente si sono dati.

Sembra però che alla trasformazione delle concezioni politiche non abbia del tutto corrisposto quella della mentalità e soprattutto degli strumenti ideologici per favorire l’obbedienza.

Di qui, la persistenza di una logica disciplinare che tuttora si ispira a una semplificazione di natura patriarcale che ricorre all’ “infantilizzazione” del cittadino.

Insomma, il fascismo era un regime dittatoriale, il sistema politico in cui viviamo si dichiara  ultrademocratico,  eppure…

Carlo Gambescia

Nessun commento: