Il piano Colao
Tasse, tasse, tasse...
Sta tornando a galla, per parafrasare
Marx, la peggiore merda (pardon), però statalista. Le anticipazioni del piano Colao, pubblicate da Adnkronos (*) sono terrificanti. I sei punti
di rilancio prevedono il “rilancio” in grande stile della legiferazione e
regolamentazione nei settori delle Infrastrutture
e Ambiente; Turismo, Arte e Cultura; Pubblica Amministrazione; Istruzione,
Ricerca e Competenze; Individui e Famiglie. Roba da Grande Fratello (quello di Orwell...): praticamente, si vuole intervenire in ogni ambito
economico e sociale, come se l’emergenza Covid-19 non dovesse finire mai. Dove
si prenderanno i soldi?
Ad esempio, per favorire il reinsediamento
economico in Italia di imprese italiane, si parla di incentivi fiscali e
finanziamenti, nonché dell' "istituzione di un'Agenzia statale
unica competente a gestire tutte le pratiche legate al reinsediamento".
Roba da economie autarchiche. Chi pagherà? Il cittadino. Tasse, tasse, tasse.
Ma c’è di peggio si va dall’ introduzione
dell’equo canone d’affitto (“Griglia di quote di riduzione di canone a seconda
delle situazioni (es. 50/50 - 60/40”) al turismo italiano
assistito (“Valorizzare il potenziale inespresso dell’offerta del Paese,
incentivando la bassa stagione, definendo con anticipo i calendari
scolastici”). Chi pagherà? Il cittadino. Tasse, tasse, tasse.
L’idea centrale ed errata del piano Colao
è che il Covid debba durare a lungo, o addirittura per sempre, imponendo
così l’intervento ventiquattr'ore su ventiquattro dello stato.
Come? Legiferando e regolamentando tutti i settori economici e non
economici. Per fare un esempio, lo smart working, in sé, può essere discusso: non
è un problema se lasciato alla libera decisione delle imprese. Può
invece diventarlo, quando, come si legge nel Piano Colao, si
vuole istituire una
« “disciplina legislativa dello smart
working per tutti i settori, le attività e i ruoli (manageriali e apicali
inclusi) compatibili, con attenzione alla pari fruibilità per uomini e donne,
che lo qualifichi come opzione praticabile per aziende e lavoratori, in
particolare nell’ottica della creazione di nuova impresa e/o nuovi posti di
lavoro; disciplinare la possibilità, consentita nella fase di emergenza e post
emergenza, di accesso preferenziale allo Smart Working per il sostegno dei
figli nei primi gradi della scuola (fino ai 14 anni)". Nel breve periodo,
si legge nel rapporto, bisogna "promuovere, nella Pa come nelle aziende
private, l’adozione di un codice etico dello Smart Working con specifica
considerazione dei tempi extra lavorativi (tra i quali impegni domestici e cura
della famiglia) e in ottemperanza alla L. 81/2017 (stesse ore lavorative e giornate
come da contratto nazionale), con l’obiettivo di massimizzare la flessibilità
del lavoro individuale, concordare i momenti di lavoro 'collettivo' (da tenersi
in orari standard, rispettando la pausa pranzo, i weekend e le regole previste
per il lavoro straordinario), adottare sistemi trasparenti di misurazione degli
obiettivi e della produttività al fine di valutare la performance sui risultati
e non sul tempo impiegato (meno misurabile e non rilevante nel lavoro agile)”».
«“L'adozione di misure organizzative
dirette ad attuare i protocolli di sicurezza, e il principio del
distanziamento, si sottolinea ancora nel rapporto, ‘comporta un aumento del
costo del lavoro (indennità di turni, maggiorazioni per lavoro
festivo), così come gli eventuali straordinari necessari per recuperare le
produzioni perdute. Si tratta di intervenire (…) per evitare o minimizzare
questo aumento del costo del lavoro, senza incidere sulle maggiorazioni
spettanti da contratto ai lavoratori” ».
E come? Tasse, tasse, tasse.
Altro che stato amico del cittadino... Per non parlare della
legiferazione a gogò, legata all’ossessione ambientalista, basata, come
si legge, sull’incentivazione del trasporto collettivo gestito però
dal settore pubblico, notoriamente incapace di risolvere qualsiasi
problema in materia. Insomma, sprechi e tasse, tasse e
sprechi...
Ripetiamo, il piano Colao vuole
imbrigliare l’Italia o peggio ingessarla, massacrando i cittadini di tasse, perché, nonostante le belle promessi stataliste, nessun pasto e gratis... E per giunta, quel che è peggio, si ragiona ( o sragiona) come se
l’emergenza Covid-19 non dovesse finire mai… Terrificante.
Carlo Gambescia
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