venerdì 5 giugno 2020

A Carlo Lottieri, con le mie scuse e auguri


Stimo Carlo Lottieri come studioso. Molti anni fa,  credo,  fui tra i primi a intuirne le potenzialità: gli proposi, come direttore di collana, un libro-intervista sul libertarismo, lui,  molto disponibile,  accettò. La conversazione condotta da un giovane giornalista, all’epoca coordinatore redazionale di “Linea”,  riuscì molto bene.  
Giorni fa,  scoprendo Pagina  e Manifesto per la Nuova Costituente, ho buttato giù alcune righe al riguardo (*). Con grande cortesia Lottieri ha ripreso le mie note sulla Pagina Fb del movimento.  Che ne è stato però?  Alcuni  “mi piace”, un “commento” di un giovane iscritto (interessante), poi più nulla.
Cosa dire?  Innanzitutto, per quel che concerne il "silenzio" del  padrone di casa,  che esiste una differenza di approccio:  Lottieri è un filosofo, chi scrive un umile sociologo. C’è giustamente distanza cognitiva. Tralasciando, ovviamente,  le fisiologiche differenze interpretative sulla storia e sui contenuti del liberalismo.  Quindi, ripeto,  approcci  cognitivi differenti, anche in termini, credo,  di giudizio  sulla  gerarchia delle fonti del sapere.
Però in realtà  il punto è un altro.  L’iniziativa, da quel che ho capito, è di tipo politico, ed è giusto che sia così (per carità…): quindi   molto distante  -  ecco il punto -  dai miei interessi, per così dire, “puri”,  di studioso. Del resto, a suo tempo, politicamente parlando,  ho già dato.  Purtroppo.       
Voglio dire, insomma,  che un movimento politico, per giunta allo stato nascente, non può occuparsi  -  per specifiche ragione  intrasistemiche -  di  approfondimenti teorici.  Recluta, ammonisce, ribadisce.  Così impone la sua natura sociologica. Ciò  però significa, per dirla brutalmente, che  dovevo farmi i fatti miei…
Ritenevo, tuttavia, che  nel mondo  liberale, politico-liberale diciamo (quindi non parlo del Lottieri fine  filosofo politico), lo spazio critico fosse maggiore, o se si preferisce il riguardo  verso l’euristica sociologica, o comunque “altra”, cognitivamente parlando.
Evidentemente, mi sbagliavo. E addirittura come sociologo: perché  ho ignorato, come appena ricordato, l’ inesorabile  logica sociale di ogni "movimento", che pure dovrei conoscere  bene,  tra l’altro amplificata dalle dinamiche del giornalismo stereotipato della comunicazione “social”.
Pertanto mi scuso, prendo atto e auguro, di cuore, ogni bene a  Carlo  Lottieri e al movimento Nuova Costituente.

Carlo Gambescia