mercoledì 17 giugno 2020

Il Covid-19 come risorsa politica
Virus forever 


Il lettore desidera un esempio di "anormalità-normale"  post-19 Covid moltiplicata all’infinito? Insomma di stato di emergenza forever? La Camera ieri ha dato l’okay allo spostamento a settembre  dell' election day (*). Però il Pd  - proposta di  Zingaretti - vuole i seggi fuori dalle scuole. Conte ha subito detto di essere d’accordo.
Ecco, i numeri dell’epidemia sono ormai risibili, il virus  al 99 per cento infierisce sugli ottantenni, e di che cosa ci si preoccupa?  Di spostare i seggi elettorali dalle scuole elementari come se l’epidemia galoppasse, moltiplicando così  spese, disagi, burocrazia,  eccetera. Classico effetto perverso  inintenzionale delle decisioni politiche: si vuole il bene, come è accaduto per l’imposizione del lockdown, si ottiene il male: tracollo del Pil… E così  per i tribunali, per i ministeri, per le imprese, per il commercio  e per  la scuola... Si replica all'infinito. 
Attenzione: il punto  non  è tanto  la questione del virus in sé ( grave, meno grave, non grave), ma il principio di precauzione, vecchio cavallo di battaglia della demenza  ambientalista,  ora  sposato in toto dai populisti, di sinistra e di destra.  Se Salvini fosse al posto di Conte sarebbe la stessa cosa.  
L’idea è: come si prendono più voti? Promettendo tutto a tutti. E cosa c’è di più appetibile, dinanzi al al babau pandemico, se non la promessa di “non lasciare nessuno solo”?  Prendendo tutte le precauzioni del caso? Anche le più cervellotiche? Si pensi alle paratie in  plexigass in spiaggia, a scuola, eccetera...   
Che poi in pratica  la promessa sia irrealizzabile,  causa di  costi e disagi  altissimi, non importa. Quel che conta  è introdurre misure preventive per  dare a tutti i cittadini  l’impressione che si stia facendo qualcosa per il loro bene. E così via,  lungo  la strada del gioco al rialzo tra maggioranza e  opposizione.  Sotto questo aspetto  il  Covid-19 si è trasformato in una eccellente  risorsa politica al servizio del principio di precauzione: principio, si badi, che non è altro che la prosecuzione del socialismo con altri mezzi.
Perché,  l’idea di poter prevenire tutto con la quale si blandisce l’elettore ,  implica inevitabilmente l’intrusione dello governo e dello stato nella vita del cittadino, ovviamente per il suo bene… Da quel che deve indossare al taglio della barba.  E il cittadino, di regola, "abbocca" perché alla libertà l'uomo tende a preferire la sicurezza. Entro certi limiti, ovviamente. Ma di solito funziona così. Almeno fino a quando il fondo non viene toccato.  
L’intrusione a sua volta, moltiplica la forza del  potere pubblico e di coloro che lo gestiscono. I politici, soprattutto se nazionalisti e/o socialisti, come possono rinunciare alla meravigliosa   prospettiva di conservare il potere il più  a lungo possibile?   Idea, si noti,   che non può non  affascinare  una maggioranza e un' opposizione populiste che del welfare e della cittadinanza "sociale" (altra parola magica)  hanno fatto una bandiera...  
Concludendo e per fare un ultimo esempio: più paura da  Covid più stato di polizia, più spesa pubblica più voti, eccetera, eccetera,    Di conseguenza, l’epidemia,  politicamente parlando,  rischia di non finire più.  Virus forever…  Poveri noi.



Carlo Gambescia