sabato 13 giugno 2020

Giuseppe Conte e il populismo penale
Chi è causa del  suo mal pianga se stesso

Epidemia colposa? E terremoto colposo, perché no? Ciclone colposo? Caduta colposa di meteoriti?  E cosi via?  Nel clima istituzionale avvelenato dalle tossine populiste  gli eventi naturali  sono ormai diventati risorse politiche: corpi contundenti per colpire  e far cadere l’avversario. 
Non si pensi perciò, come nel caso di  Conte “audito” dal Pm di Bergamo,  che il ruolo dei magistrati  sia all’insegna della neutralità politica.  Un Pubblico Ministero populista fa politica come tutti gli altri. Di conseguenza, che nella rete del populismo penale finisca anche un leader populista, un Avvocato del Popolo è cosa, questa sì, prevedibile.  
Per quale motivo? Perché il populismo, ormai svolge, ma con effetti nefasti, il compito che un tempo assolveva egregiamente il liberalismo.  Quale compito? Quello di una specie di filosofia politica capace di accomunare tutte le forze politiche.
Con una differenza però, e non lieve:  se il liberalismo aveva al centro della sua  filosofia l’individuo, entità reale e concreta, il populismo ha il popolo: un’ entità misteriosa e inquietante che oggi  detta l’agenda di tutti i partiti, anche, come anticipato, del “partito” dei giudici.  
Sono riflessioni piuttosto amare per chiunque creda nelle idee liberali. Ma purtroppo così è. 
Si pensi alla gestione della crisi Covid: la prima epidemia al tempo del populismo (cosa che andrebbe studiata accuratamente)  Il governo ha  posto  la “salvezza”  del  popolo, di “tutto” il popolo,  al primo posto,  sicché sono state prese misure inaudite dal punto di vista delle libertà individuali.  Dopo di che, dal momento che per i noti limiti umani e sociali non si può prevedere né programmare tutto, si sono  inevitabilmente commessi  errori, che  giudici, altrettanto populisti, come le forze che governano, hanno tramutato in reati contro il popolo. In questo modo, si è scelto consapevolmente di  sacrificare l’individuo, nel caso Conte, ma poteva toccare a chiunque altro, partorendo un  concetto al tempo stesso pseudo-giuridico e pseudo-scientifico come quello di epidemia colposa.
Pseudo-giuridico perché un’epidemia è un evento naturale, biologico se si vuole, dalle caratteristiche mutanti,  che  non si può prevedere né gestire, proprio come un terremoto.  Di conseguenza  processare un governo perché non ha previsto ciò che non era possibile prevedere e semplicemente  assurdo.  
Probabilmente sono stati commessi errori organizzativi, che però, come prova la teoria sociale degli effetti perversi di ricaduta sociale delle decisioni politico-amministrative,  sono frutto, per così dire, di buone intenzioni. Detto altrimenti: quando  si veicola  tra le masse  -  principale caratteristica del populismo -  l’idea del governo onnipotente, resta poi  difficile difendersi dalle critiche di coloro che vi hanno creduto. Anche sul piano giudiziario.
A Giuseppe Conte  “audito” dai giudici, si addice  un antico adagio: chi è causa del  suo mal pianga se stesso…
Carlo Gambescia