venerdì 1 dicembre 2017

Fascisti su Como


Esiste un pericolo fascista in Italia? O meglio,  nazi-fascista?   Il punto non è dettato, per quanto la cosa sia grave,  dalla questione in sé: l’irruzione di un gruppo di  teste rasate nella  sede di un’associazione, "Como senza frontiere",  obbligando i presenti  all’ascolto della lettura di un volantino razzista.  Ma dalla reazione dei partiti di destra e sinistra:  a destra si è minimizzato, a sinistra enfatizzato.  Dov’è  la verità?             
Diciamo che sul piano storico la situazione  è ben diversa da quella degli anni Venti del secolo scorso.  Per contro, rispetto agli anni Settanta, si potrebbe parlare di cenere sotto il fuoco. Insomma, di fiamme sempre  pronte a  divampare.  E qui si pensi  alla  "bomba a orologeria",  rappresentata dalla questione immigrati, strumentalizzata a destra e sinistra. Semplificando:  dalla prima  in chiave cattivista, dalla seconda, buonista. 
Non desideriamo però  parlare dell’atteggiamento buonista della sinistra,  per ora   bilanciato dalle politiche di tipo realista (con "qualche" ricaduta: ius soli, ad esempio) del ministro Minniti e del governo Gentiloni.  Bensì del cattivismo destrorso  di  provenienza  post-missina e post-aennina,  che  sottovaluta  i  pericoli di un   razzismo al momento  diffuso  tra la gente comune  solo  livello di insofferenza verbale, di cui però  le teste rasate,   come si usa dire,  sono la punta dell’iceberg. 
Dicevamo sottovalutazione.  Ad esempio, che pensare di  Giorgia  Meloni, che  all’ “Aria che tira”, popolare programma televisivo,  distingue tra violenza e intimidazione,  derubricando i fatti di Como a ragazzata?  E di Alessandro Campi, già consigliere (scientifico) di Fini, che oggi sul "Messaggero", giornale notoriamente depoliticizzato, nascondendosi dietro dotte perifrasi, lascia intendere  che siamo davanti a una montatura politica della sinistra?     
Diciamo che certa destra postfascista, all'interno della quale  un politico decisamente razzista come Salvini pesca voti e  cerca potenziali alleati,  non ha mai voluto fare del tutto i conti, fin dal 1945, con il volto oscuro del  fascismo e del  neofascismo. Ovviamente,  per varie ragioni storiche e ideologiche che qui sarebbe lungo spiegare. In argomento rinviamo  agli ottimi libri, storici e politologici, di Giuseppe Parlato, Gianni Scipione Rossi,  Piero Ignazi, Marco Tarchi.
Di quale  lato dark parliamo? Quello rappresentato da una sub-cultura politica  di origine saloina, antisemita, antisionista, razzista tout court, dalle spiccate simpatie naziste, quindi nazi-fascista,  da sempre  fortissima, almeno tra una parte dei militanti del Msi e dei suoi variopinti eredi.
Insomma, al di là del numero (ridotto) di certe "frange lunatiche",  esiste un “armamentario ideologico” pronto all’uso e di grande efficacia simbolica, capace di giungere a tutti (e in tal senso il nazi-fascismo simbolico da stadio, non va sottovalutato). Pertanto è vero, come scrive Campi, che il fascismo e il nazismo, così come storicamente conosciuti,  non torneranno più, ma è altrettanto vero che la “tentazione fascista”, così ben studiata da Tarmo Kunnas,  in particolare nei suoi lati razzisti, vive e lotta insieme a noi. Certo, per ora,   tra pochi.  Ma, come dicevamo,  la "miccia",   e non è  solo un gioco di parole, potrebbe riaccendere la Fiamma.  Che tra l'altro, quando si dice il caso, spicca di nuovo sul simbolo elettorale  di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale...  
Concludendo, la sinistra, certa sinistra, ancora più nostalgica dell'estrema destra, esagera,  per dirla in romanesco, "ci marcia sopra".  Però il pericolo esiste. E male fa, Campi a minimizzare.


Carlo Gambescia