Da Giosuè Carducci a Maria Elena Boschi
Piero Sansonetti
Piero Sansonetti
e la "caccia ai papà"
I
padri pagheranno le colpe dei figli. E
non più i figli le colpe dei padri. Non
sono impazzito. Mi rivolgo a chi mi può
capire: ad esempio, i superstiti della scuola media di una volta, quando i professori di lettere, gente seria allora, spiegava in classe il concetto di
nemesi storica, evocato da Giosuè Carducci, nei versi di Miramar. Dove il
poeta si diffondeva sulla
cattiva e meritata sorte dei discendenti degli Asburgo, perché un tempo oppressori degli
italiani.
Oggi
chi legge Carducci? Nessuno. In compenso
si legge Travaglio e un pugno di insensati giornalisti sempre in cerca di scandali. Una
“caccia grossa” che va ad alimentare
quel clima di giustizialismo h24, che fa
sempre più somigliare l’Italia alla Germania nazista della caccia all’ebreo. Dove
gli italiani, alla stregua dei volonterosi carnefici tedeschi di Hitler, girano la testa dall’altra parte, tanto la cosa, si
sente ripetere, "riguarda i potenti, gente che se lo merita".
Ne
riparleremo quando i capifabbricato con la visiera a cinquestelle, faranno installare telecamere nell’atrio degli edifici per controllare il
comportamento civico dei cittadini…
Dicevo
della nemesi. A questo pensavo leggendo il notevole editoriale di Piero
Sansonetti apparso ieri sul “Dubbio” (ottimo
antidoto quotidiano al “Fatto” e alla canea giustizialista), in cui si afferma,
e giustamente, che i nazi-giustizialisti
(il neologismo è mio), non potendo
colpire Renzi e la
Boschi , perché su di loro nulla è emerso di
penalmente rilevabile, nonostante siano
stati “ intercettati, forse pedinati, [...], presi in cura da molti segugi, [...], avuto i fucili dei giornali puntati contro per mesi e anni”, che fanno? Processano i padri in piazza (politico-mediatica), pur di
infangare politicamente i figli (*).
Sansonetti però, da buon post-sessantottino, non cita Carducci: non gli appartiene culturalmente, come del
resto non sono nelle sue corde Pascoli e
D’Annunzio, la triade messa in croce, senza neppure averla
studiata, dall' "eroico" movimento studentesco che animò la "battaglia di Valle Giulia". Altro che Curtatone e Montanara ...
Ed è un peccato. Perché il rovesciamento del concetto carducciano
di nemesi (i figli che "scaricano" sui padri), viene da lontano: è un effetto, per alcuni inintenzionale, del ribellismo (rivoluzionarismo è parola
grossa, oltre che brutta) fine anni Sessanta, quando i padri vennero processati dai figli per due colpe storiche, che i pargoli non desideravano assolutamente condividere: di aver creduto prima in Giolitti, poi
in Mussolini. E il processo si svolse prima nelle aule universitarie, poi in
piazza, infine sotto casa a colpi di mitra.
Il concetto di nemesi storica è assai pericoloso, a prescindere. Perché
chiunque lo evochi, anche al contrario, da
Giosuè Carducci a Mario Capanna e Marco Travaglio, si schiera dalla parte della "storia-giustiziera". Insomma, chiunque vi ricorra ritiene di avere in tasca il segreto della storia. E
quindi di essere sistematicamente dalla parte della ragione. E dei vincitori.
Certo papà Renzi e papà Boschi, per non parlare dei figli, come figure, non
ricordano neppure lontanamente, nel bene e nel male, Giolitti e Mussolini. E
neppure Francesco Giuseppe. Ma questa è un'altra storia…
Carlo Gambescia