mercoledì 6 dicembre 2017

Da Giosuè Carducci a Maria Elena Boschi
Piero Sansonetti
e la "caccia ai papà"


I padri pagheranno le colpe dei figli.  E non più i figli le colpe dei padri.  Non sono impazzito.  Mi rivolgo a chi mi può capire: ad esempio, i  superstiti della scuola media di una volta, quando  i professori di lettere, gente seria allora, spiegava  in classe  il concetto di nemesi storica, evocato da Giosuè Carducci, nei versi di Miramar. Dove il poeta  si diffondeva  sulla cattiva e meritata sorte dei discendenti degli Asburgo, perché un tempo oppressori degli  italiani.
Oggi chi legge Carducci? Nessuno.  In compenso si legge Travaglio e un pugno di insensati  giornalisti sempre in cerca di scandali. Una “caccia grossa”  che va ad alimentare quel  clima di giustizialismo h24, che fa sempre più somigliare l’Italia alla Germania nazista della caccia all’ebreo. Dove gli italiani, alla stregua dei volonterosi carnefici tedeschi di Hitler, girano la testa  dall’altra parte, tanto la cosa, si sente ripetere,  "riguarda i potenti, gente che se lo merita". 
Ne riparleremo quando i capifabbricato con la visiera a cinquestelle,  faranno installare telecamere nell’atrio  degli edifici per controllare il comportamento civico dei cittadini…        
Dicevo della nemesi. A questo pensavo leggendo il notevole editoriale di Piero Sansonetti apparso ieri sul “Dubbio” (ottimo antidoto quotidiano al “Fatto” e alla canea giustizialista),  in cui si afferma, e giustamente,  che i nazi-giustizialisti (il neologismo è mio),   non potendo colpire  Renzi e la  Boschi, perché su di loro nulla  è emerso  di penalmente rilevabile,  nonostante siano stati  “ intercettati, forse pedinati, [...], presi in cura da molti segugi, [...], avuto i fucili dei giornali puntati contro per mesi e anni”,  che fanno?  Processano i  padri in piazza (politico-mediatica),  pur di infangare politicamente i figli (*).
Sansonetti però, da buon post-sessantottino,  non cita Carducci:  non gli appartiene culturalmente, come del resto non sono nelle sue corde  Pascoli e D’Annunzio, la triade messa in croce, senza neppure averla studiata,  dall' "eroico"  movimento  studentesco che animò  la "battaglia di Valle Giulia". Altro che  Curtatone e Montanara ...
Ed è un peccato. Perché il rovesciamento del concetto carducciano di nemesi (i figli che "scaricano" sui padri), viene da lontano:  è un effetto, per alcuni  inintenzionale,  del ribellismo (rivoluzionarismo è parola grossa, oltre che brutta) fine anni Sessanta,  quando i padri vennero  processati dai figli per due  colpe storiche, che i pargoli non desideravano assolutamente condividere:   di aver creduto prima in Giolitti, poi in Mussolini. E il processo si svolse prima nelle aule universitarie, poi in piazza, infine sotto casa a colpi di mitra. 
Il concetto di nemesi storica è assai pericoloso, a prescindere.  Perché chiunque lo evochi, anche al contrario,  da Giosuè Carducci a Mario Capanna e Marco Travaglio,  si schiera dalla parte della "storia-giustiziera".  Insomma,  chiunque vi ricorra  ritiene  di avere in tasca il segreto della storia. E quindi di essere sistematicamente dalla parte della ragione.  E dei vincitori.    
Certo papà Renzi e papà Boschi, per non parlare dei figli, come figure, non ricordano neppure lontanamente, nel bene e nel male, Giolitti e Mussolini. E neppure Francesco Giuseppe. Ma questa è un'altra storia…

Carlo Gambescia