sabato 30 dicembre 2017

Mussolini  ha sempre ragione
Chiocci, Veneziani e  la pastorale della Croce




Un mio amico, editore di destra,  non si stancava di ripetere, che quando  metteva Mussolini in copertina, vendeva più copie.  Ed è quel  che ha fatto oggi il “Tempo” con un occhio al portafogli. Ovviamente, per darsi una patina pseudoculturale, Chiocci  ha affiancato al testone del duce  un “pezzo” in stile Bagaglino Filosofico (si noti l'ossimoro)  di Marcello Veneziani.   
Quale sarebbe la tesi del Pingitore che strombazza  di aver  letto Nietzsche?   Che il duce in prima pagina, gli antifascisti  se lo sono meritato.   Perché?    Non smettendo da più di settant’anni  di evocare il pericolo fascista, gli “anti” avrebbero prolungato, ideologicamente, la vita  dell’ "Uomo della Provvidenza " (il lettore prende nota della definizione...),  provocando ondate di empatia, così per rimbalzo collettivo. Per parafrasare Benedetto Croce: il fascismo da malattia morale a malattia contagiosa dell'antifascismo...  Quando si dice il destino cinico e baro. Qualcuno, nell' Aldilà, avvisi anche Renzo De Felice.
Del resto, da duemila anni, i perdenti sono sempre più simpatici dei vincitori.  La genealogia del concetto  è cristiana,  rinvia allo stilema della croce:  a quella, che Nietzsche -   che l’intellettuale di Bisceglie dichiara di  conoscere bene -   liquidava come ideologia del risentimento dei deboli verso i forti:  delle folle cristiane  verso le aristocrazie pagane.
Insomma, Mussolini, come nuovo Cristo sulla Croce. In effetti, da morto, lo appesero al palo di una pompa della benzina. Con intorno la folla che gridava crucifige. Proprio come fanno  gli antifascisti  oggi.  Il che spiegherebbe  il risentimento, per empatia,  dei neofascisti.
Il punto è che Nietzsche tifava per i pagani,  mentre Veneziani, che dice di averlo letto,  per i cristiani. I conti non tornano. Però, a pensarci bene, chi firmò il Concordato?  Mussolini. Innalzato, negli ambienti vaticani,  a  "Uomo della Provvidenza".
Concludendo, per parlare difficile,  la prima pagina del “Tempo” dedicata  a  Mussolini  è pura pastorale della Croce.  Qualcuno lo spieghi a Chiocci. E pure a Veneziani.          

Carlo Gambescia