Tifo estremo
I nuovi uomini delle caverne
«Efraim Zuroff, direttore del Centro Wiesenthal di Gerusalemme, definisce "sconvolgenti, miserevoli,
ripugnanti" gli insulti antisemiti da parte degli ultrà laziali. "Non
ci sono parole per condannare un gesto così vergognoso. Si banalizza la Shoah , si trasforma
un'immane tragedia in una semplice bega fra tifoserie". Zuroff, pur
comprendendo "l'impatto simbolico" di giocare con la Stella Gialla sulle
maglie,come proposto da Renzi,ha detto: "non aggiunge conoscenza:meglio
far visitare Auschwitz ai giocatori"».
Concordo. Je suis Anna Frank.
Tra l’altro si parla anche di far
leggere in campo il suo bellissimo Diario.
Perché no? Però
credo che il vero pericolo sia un altro.
E che i fatti dell’Olimpico, vadano ben oltre la negazione della Shoah e la banalizzazione stessa del male. Il nodo è
importante. E spieghiamo perché.
Si pensi, tuttavia, alle dichiarazioni degli Irriducibili, da
dove sembra provengano i colpevoli:
«"Si tratta di scherno e sfottò da parte di qualche ragazzo forse, perché in questo ambito dovrebbe
essere collocata questa cosa, anche in virtù del fatto che, come da sentenza di
tribunale (qui la decisione dello scorso 2 febbraio 2017), non è reato
apostrofare un tifoso avversario accusandolo di appartenere ad altra
religione".Così in una nota il direttivo degli
Irriducibili della Lazio. "Ma
evidentemente nemmeno la Figc
se ne ricorda se è vero che hanno aperto un'inchiesta"». (http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2017/10/23/comunita-ebraica-di-roma-fuori-gli-antisemiti-dagli-stadi_a4c141e1-8029-47bc-b8a0-059d4b242ab7.html )
Certo, che sarà mai… Una
goliardata… Sulla pelle di un intero
popolo che ha rischiato di essere sterminato.
All’epoca del processo Eichmann a Gerusalmme, Hannah Arendt, parlò, a proposito di un personaggio dal grigiore di un burocrate,
di "banalità del male", nel senso che l’ex funzionario nazista applicava il diritto
positivo (leggi, normative, regolamenti). Insomma, “si faceva quel che andava fatto” a norma di legge, in un clima sociale di consenso (tacito e/o esplicito) alla legislazione nazista contro gli ebrei.
Oggi siamo ben oltre la banalità del male. E probabilmente, in
particolare, oltre la "banalità degli esecutori nazisti", scorta giustamente dalla Arendt. Certo, come nel
caso di Eichmann e di altri nazisti, anche gli Irriducibili evocano a discarico l'articoletto di legge. In
realtà, siamo davanti alla
barbarica riduzione del nemico, come spiegavamo ieri, a puro e semplice ostacolo materiale al perseguimento di risorse. Quel che separa dalla conquista dal cibo... Qualcosa
di pre-cognitivo, ordalico, che va distinto
dall’antisemitismo degli intellettuali e dei burocrati alla Eichmann.
Mi spiego meglio: parlo di antisemitismo inconsapevole (non meno ripugnante di quello consapevole), quale frutto velenoso di una regressione alla dinamica
dell’orda: condizione, questa, che rappresenta il grado zero del conflitto politico.
Un passo indietro. Di regola, il nemico può essere sublimato, trasformato in avversario, banalizzato e distrutto. La sublimazione, riguarda le grandi religioni, in particolare i monoteismi; la trasformazione in avversari, le liberal-democrazie; la banalizzazione i totalitarismi; la distruzione materiale pura e semplice, l’orda. Parliamo, in quest'ultimo caso, di quasi-gruppi sociali, che si contendono risorse fisiche a colpi di clava. Pertanto, nel caso del tifo estremo, più che di banalizzazione del male, parleremmo della sua naturalizzazione.
Un passo indietro. Di regola, il nemico può essere sublimato, trasformato in avversario, banalizzato e distrutto. La sublimazione, riguarda le grandi religioni, in particolare i monoteismi; la trasformazione in avversari, le liberal-democrazie; la banalizzazione i totalitarismi; la distruzione materiale pura e semplice, l’orda. Parliamo, in quest'ultimo caso, di quasi-gruppi sociali, che si contendono risorse fisiche a colpi di clava. Pertanto, nel caso del tifo estremo, più che di banalizzazione del male, parleremmo della sua naturalizzazione.
Ripeto, dietro il tifo estremo, non c’è Eichmann, ma l’uomo di Neanderthal:
il grado zero del conflitto politico.
Ecco perché ritengo -
anche se importanti sotto il profilo simbolico e di un sacrosanto
risarcimento morale - inutili i
tentativi di far ragionare gli uomini di Neanderthal. Il vero punto fondamentale non è ( o comunque non solo) individuare e punire dieci-venti cavernicoli, bensì quello di far uscire, con essi, il conflitto politico naturalizzato, dagli stadi, restituendoli
ai tifosi “normali”. Potremmo parlare di una necessaria "ri-parlamentarizzazione" del tifo, capace di trasformare il nemico in leale avversario; di sostituzione del "voto" alle "pallottole", anche ideologiche. Come del resto era un tempo, quando si andava allo stadio, come al cinema, con famiglie al seguito, mescolandosi tra tifosi. Idealizzo? Si leggano le cronache sportive, grosso modo, fino alla metà degli anni Settanta del Novecento. Ma questa è un'altra storia...
Comunque sia, rinviamo il lettore alle
proposte contenute nel post di ieri (http://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.it/2017/10/gli-adesivi-antisemiti-dei-laziali.html ).
Concludendo, siamo davanti, piaccia o meno, ai
nuovi uomini delle caverne. E come tali vanno trattati.
Carlo Gambescia