Il Ministro delle Infrastrutture a "Porta a Porta":
“Sì allo sciopero della fame per lo ius soli”
“Sì allo sciopero della fame per lo ius soli”
Delrio, il catto-comunista
« Ieri anche il ministro dell'Infrastrutture Graziano
Delrio ha aderito allo sciopero [della fame]:
“ Il parlamentare
risponde alla nazione, non alla disciplina di partito. Sui diritti civili non
ci si astiene (…) Non dobbiamo avere
paura dei bambini. Bisogna aiutare l'integrazione. Questo voto è di coscienza
individuale dei parlamentari. Non so se ci sarà la maggioranza o meno. Se non
ce la facciamo, amen. Ma mi interessa fare un dibattito ragionato, tranquillo,
ragionevole. Dimostriamo di essere un grande Paese". (http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2017/10/05/ius-soli-70-parlamentari-in-sciopero-della-fame.-boldrini-ci-sto-pensando_087027d7-8a3e-45f8-800e-d8755ed4e91f.html )
Così
il ministro Graziano Delrio parlando della legge sullo ius soli a "Porta a Porta". Che
dire?
Del Rio parla di dibattito “ragionato, tranquillo, ragionevole”, poi però
aderisce allo sciopero della fame, che è una forma di resistenza passiva, formalmente, come si dice, non violenta… Certo,
non verso gli altri. Ma, ecco il
punto verso se stessi. Perché, per
ipotesi, se portata alle estreme conseguenze, il digiuno può provocare la morte dello “scioperante”. Pertanto, il messaggio rivolto alle autorità
non è meno violento: “Se non fate quel
che noi, a dispetto di qualsiasi regola democratica, vogliamo imporre, vi lorderete le mani con il
nostro sangue”.
Insomma, le solite ipocrisie pacifiste,
evocate, non davanti alle mitragliatrici
delle truppe coloniali britanniche, ma dinanzi agli ascari disarmati del governo Renzi. Insomma, senza rischiare un cazzo, (pardon). Roba soft, con staff medico al seguito. E diciamola tutta: come giorni fa con le misure economiche, per infastidire Gentiloni e di riflesso l’ex
sindaco di Firenze, strizzando l’occhio
alla sinistra interna-esterna al Pd.
Come definire questo mix di alti sentimenti e bassi servizi di cucina? Tipico di certo mondo politico, come nel caso del cattolico di sinistra Delrio, a mezzo servizio tra Dio e gli orfani di Marx? Bastano due parole: irresponsabilità politica. Perché, ammesso e non concesso che lo ius soli sia
giusto in sé, con l'aria che tira in Italia, non è certamente questo il momento giusto per proporlo: la legge se approvata,
porterebbe altra acqua al mulino
della propaganda razzista e molti
voti alla destra, subito pronta
a cogliere l’occasione per accusare la sinistra, tutta la sinistra, anche
quella renziana, di essere dalla parte degli immigrati contro gli
italiani. Sono cazzate (pardon). Che però rischiano di far perdere voti al Pd riformista.
Delrio, catto-comunista di confessione lapiriana (certo, più moderato di Rosy Bindi, ma di poco), mostra di non capire, o di
non voler capire le ragioni, per così dire, dell'opportunità politica. Mentre, da furbetto del quartierino Pd, sembra cogliere bene quelle dell' opportunismo politico. In che modo? Cercando di salvare, con lo sciopero della fame soft, capra e cavoli: i grandi ideali e il seggio, comunque dovessero andare le cose: o con
Renzi o contro Renzi…
Al posto dell’ ex Novello Magnifico - che però, triste dirlo, si è laureato con una tesi su Giorgio La Pira... - alle prossime, lo lasceremmo a casa. Con il fantasma di La Pira.
Carlo Gambescia