La Camera approva il Rosatellum
Legge fascista?
Ma mi faccia il piacere...
Ma mi faccia il piacere...
Che osservatori, attori politici e mass media vedano le cose secondo prospettive differenti è nell’ordine naturale della democrazia liberale, fondata sulla discussione. Quindi
ben vengano manifestazioni, prese di posizioni, dibattiti
e stronzate (pardon).
Il
Rosatellum (semplifichiamo) passato ieri alla Camera, per alcuni sarebbe addirittura una legge fascista perché maggioritaria, e maggioritaria perché fascista. Si è
perfino evocata la Legge Acerbo. Per altri, più moderati, si tratterebbe invece di un tentativo, seppure parziale, di
conciliare, come capita nei Parlamenti, i seguaci del proporzionale con quelli
del maggioritario.
Per contro, è rimasta fuori la vera questione: quella della governabilità. In realtà, non da oggi. Perché, a dire il vero, mai presa in considerazione da tutte, e diciamo tutte, le leggi elettorali italiane, a partire dal 1946.
Per contro, è rimasta fuori la vera questione: quella della governabilità. In realtà, non da oggi. Perché, a dire il vero, mai presa in considerazione da tutte, e diciamo tutte, le leggi elettorali italiane, a partire dal 1946.
La
governabilità non rinvia alle alleanze politiche occasionali e alle leggi elettorali (o comunque non solo), bensì
ai poteri, soprattutto di scioglimento, attribuiti al Capo dell’Esecutivo (Presidente del Consiglio o della
Repubblica). Pertanto non basta una “leggina” elettorale e tante pacche sulle spalle (magari dove nessuno vede). Servono
le riforme costituzionali, ma per fare che cosa? Ripetiamo: per introdurre la
prevalenza dell’Esecutivo sul Legislativo, Una opzione che
la “Costituzione più bella del mondo” ha
sempre escluso tassativamente, fin dalla nascita, in nome della famigerata paura dell’uomo solo
al comando, da Mussolini a Renzi, passando per Berlusconi e Craxi.
L’ultimo
tentativo di riforma costituzionale, timidamente teso a rafforzare i poteri del
Governo su quelli del Parlamento, sappiamo tutti che triste fine abbia fatto. Inoltre, le cazzate (pardon) dette, ultimamente, sul modello tedesco, come “occasione perduta”, riguardavano la parziale versione italiana (molto all’amatriciana) della legge
elettorale tedesca, ma non, ad esempio dell’istituto, sempre teutonico, della
cosiddetta sfiducia costruttiva (non si fa cadere il governo senza una
maggioranza alternativa).
Pertanto,
con il Rosatellum, che rispetto all’Italicum (2015,
nato morto) e al Porcellum (2005, dichiarato incostituzionale con sentenza a orologeria nel 2103), basati entrambi su proporzionale e premio di maggioranza, si torna invece all'uninominale, ma solo in parte: 1/3 dei seggi. Per contro, il Mattarellum (1993) estendeva l'applicazione del maggioritario a 2/3 dei seggi.
Quanto
allo soglia di sbarramento il Rosatellum conferma il 3 %
(il 4% nel Mattarellum). Ovviamente, per ragioni di
sintesi, abbiamo semplificato le complesse
normative delle diverse leggi.
L’unica
nota di consolazione è che il ritorno (parziale) all’uninominale potrebbe
ridurre (a parità di consensi, rispetto alle precedenti elezioni) di un terzo
il numero dei parlamentari pentastellati, forza chiaramente eversiva. Il che è
una buona notizia. Sempre che, nei
diversi collegi uninominali, le forze riformiste non si facciano la guerra tra di loro,
facilitando le stesse catastrofi
politiche delle ultime comunali a Roma
e Torino. Dove, tra i due litiganti, eccetera, eccetera. La grande coalizione, per capirsi, andrebbe fatta nelle urne, permettendo, con il voto saggiamente incrociato, a una delle due possibili coalizioni costituzionali (non eversive, anti-grilline) di avere i voti per governare, ma una alla volta. Si chiama maturità liberal-democratica. Chi perde oggi, governerà domani. E così via. E gli altri, gli "esclusi"? Diritto di tribuna, in attesa che imbocchino la via del riformismo. infra-sistemico.
Un’ultima
cosa, anzi due, a proposito dei paragoni
giornalistici con la Acerbo (1923). Uno, quella legge assegnava un premio di maggioranza, a prescindere dalle sue
dimensioni, che il Rosatellum non prevede assolutamente. Due, i voti
ricevuti dai vincitori superarono
largamente, non solo il 25 % stabilito da quella legge (per accedere al
premio di maggioranza), ma andarono oltre, e non di poco, il 51 per cento dei voti. Quindi la vittoria del Listone non fu risicata.
Al di là dei brogli e delle violenze, che pure ci furono nelle elezioni dell'aprile 1924, agli italiani piaceva Mussolini. E tanto. Anzi, "da matti", direbbe un mio caro amico ferrarese. Questo era il vero problema. Come, oggi, piace Grillo.
Al di là dei brogli e delle violenze, che pure ci furono nelle elezioni dell'aprile 1924, agli italiani piaceva Mussolini. E tanto. Anzi, "da matti", direbbe un mio caro amico ferrarese. Questo era il vero problema. Come, oggi, piace Grillo.
Però,
per fortuna (pare), noi andremo a votare con il Rosatellum.
Carlo Gambescia
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