domenica 29 ottobre 2017

Catalogna
Metodo liberal-democratico o uso della forza? 
Un'idea, il Commonwealth... 





La vicenda catalana, può anche essere letta come un esperimento, se si vuole una verifica delle virtù del metodo liberal-democratico.  Finora, miracolosamente,  si è evitato il  ricorso alla violenza: i due contendenti si sono combattuti a colpi di decreti e regolamenti.  
La Costituzione spagnola non impedisce (articolo 108 e 116) l’intervento della forze armate e la dichiarazione dello stato d’assedio per difendere la  sovranità nazionale.  Eppure Rajoy  finora si è guardato bene dall’usare la forza, preferendo la moderazione e il rispetto delle procedure.  Lo stesso Puigdemont, appena destituito,  ha invitato i catalani  a non rinunciare mai, pur resistendo  a un “comportamento civico e pacifico”.  Anche il comandante, dei Mossos de Esquadra, la polizia regionale catalana, dopo la destituzione, ha usato lo stesso linguaggio moderato. Ovviamente, come impone la dialettica del politico, soprattutto nello schieramento indipendentista, è  presente una sinistra repubblicana e socialistoide  che soffia sul fuoco. E questo può essere un elemento di pericolo.
Il metodo liberal-democratico, una volta esaurite tutte le procedure (il  modello liberale in materia resta quello della  decolonizzazione britannica), come suggeriva ieri su Fb, un mio colto  lettore, Massimo Mariani,  immaginando  di essere al posto di Rajoy, imporrebbe di lasciare 

andare i catalani. Ovviamente porrei il veto per quanto riguarda il loro ingresso nell'Unione Europea, facendo in modo che la medesima non riconoscesse la pseudo-repubblica. Infine aspetterei con pazienza lo sfacelo della loro economia, la fuga delle banche, e li riaccoglierei a braccia aperte.... Non posso comprendere una cosa del genere. La Catalogna non è oppressa da nessuno, è ricca, libera, gode di una autonomia vastissima. La Spagna è una democrazia. Non siamo più nell'epoca franchista!

Giustissime osservazioni.  Di grande coerenza liberal-democratica.  Come si evince anche dalla chiusa.   Però, il vero  punto, crediamo, sia un altro:  può un paese profondamente monarchico riconoscere una repubblica separatista? Una scappatoia, sempre procedurale -  quindi liberal-democratica  -  ci sarebbe. Quale?  La  formula del vecchio Commonwealth britannico (1926-1948), magari  rivisto secondo l' uso spagnolo.  In sintesi:  la Catalogna dovrebbe riconoscere la primazia formale della dinastia  borbone,   per poter  godere, in cambio,  dell' indipendenza ( o di qualcosa che comunque vi si avvicini molto).
Ovviamente, lungo questa strada,  esistono   rischi innegabili per l’unità  politico-territoriale della Spagna, così come è oggi. Perché un processo del genere potrebbe favorire  richieste indipendentiste  da parte degli  altri separatismi. Quindi, implicherebbe la possibile  trasformazione istituzionale dell'intera  Spagna in Commonwealth  unito dall'alleanza comune alla corona,  progetto probabilmente inviso ai conservatori.  Però si tratta di un'idea, ribadiamo, fattibile. O se si vuole, il male  minore  in una terra, come quella spagnola,  già bagnata dal sangue della guerra civile. Pertanto i conservatori dovrebbero imporsi di riflettere, spassionatamente, sul punto. Serve realismo, capacità di imaginación del desastre... 
Del resto,  qual è l' alternativa,   all’esperimento liberal-democratico di gestione della crisi catalana? L’impiego della forza. Una opzione  non irrealistica, dal momento che il rischio che prima o poi ci scappi il morto di un partito  o dell'altro,  è reale.  Anche perché, l’estremismo repubblicano-socialista  catalano, sta soffiando sul fuoco. E presto potrebbe scendere in campo,  crediamo, raccogliendo il guanto della sfida,   il lealismo monarchico.  
Che fare allora? Cercare di dividere, senza ricorrere subito alla forza, tirando per le lunghe l'attuazione dell'articolo 155, il fronte indipendentista catalano,  con una proposta che i moderati, ben consapevoli dei devastanti  effetti economici di una separazione unilaterale dalla Spagna,  non possano, ci si augura,  rifiutare.  Sicché,  l’idea di un’associazione in Commonwealth  forse, sottolineiamo forse, potrebbe funzionare.  Magari, ripetiamo, riveduta e corretta alla spagnola.  Molto però dipenderà da Re Felipe.   
Carlo Gambescia            

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