Catalogna
La vicenda catalana, può anche essere letta come un esperimento,
se si vuole una verifica delle virtù del metodo liberal-democratico. Finora, miracolosamente, si è evitato il ricorso alla violenza: i
due contendenti si sono combattuti a colpi di decreti e regolamenti.
La Costituzione spagnola non impedisce (articolo 108
e 116) l’intervento della forze armate e la dichiarazione dello stato d’assedio
per difendere la sovranità nazionale. Eppure Rajoy finora si è guardato bene
dall’usare la forza, preferendo la moderazione e il rispetto delle procedure. Lo stesso
Puigdemont, appena destituito, ha
invitato i catalani a non rinunciare mai, pur resistendo a un “comportamento civico e pacifico”. Anche il comandante, dei Mossos de Esquadra,
la polizia regionale catalana, dopo la destituzione, ha usato lo
stesso linguaggio moderato. Ovviamente, come impone la dialettica del politico, soprattutto nello schieramento indipendentista, è presente una sinistra repubblicana e socialistoide che soffia sul fuoco. E questo può essere un
elemento di pericolo.
Il metodo liberal-democratico, una volta esaurite tutte le procedure (il modello liberale in materia resta quello della decolonizzazione britannica), come suggeriva ieri su Fb, un mio colto lettore, Massimo Mariani, immaginando di essere al posto di Rajoy, imporrebbe di lasciare
Il metodo liberal-democratico, una volta esaurite tutte le procedure (il modello liberale in materia resta quello della decolonizzazione britannica), come suggeriva ieri su Fb, un mio colto lettore, Massimo Mariani, immaginando di essere al posto di Rajoy, imporrebbe di lasciare
andare i catalani. Ovviamente porrei il veto per quanto riguarda il
loro ingresso nell'Unione Europea, facendo in modo
che la medesima non riconoscesse la pseudo-repubblica. Infine aspetterei con
pazienza lo sfacelo della loro economia, la fuga delle banche, e li
riaccoglierei a braccia aperte.... Non posso comprendere una cosa del genere. La Catalogna non è oppressa
da nessuno, è ricca, libera, gode di una autonomia vastissima. La Spagna è una democrazia.
Non siamo più nell'epoca franchista!
Giustissime osservazioni. Di grande coerenza liberal-democratica.
Come si evince anche dalla chiusa. Però, il vero punto, crediamo, sia un altro: può un paese profondamente monarchico
riconoscere una repubblica separatista? Una scappatoia, sempre procedurale - quindi liberal-democratica - ci sarebbe. Quale? La formula del vecchio Commonwealth britannico (1926-1948), magari rivisto secondo l' uso spagnolo. In sintesi: la Catalogna dovrebbe riconoscere la primazia formale della dinastia borbone, per poter godere, in cambio, dell' indipendenza ( o di qualcosa che comunque vi si avvicini molto).
Ovviamente, lungo questa strada, esistono rischi innegabili per l’unità politico-territoriale della Spagna, così come è oggi. Perché un processo del genere potrebbe favorire richieste indipendentiste da parte degli altri separatismi. Quindi, implicherebbe la possibile trasformazione istituzionale dell'intera Spagna in Commonwealth unito dall'alleanza comune alla corona, progetto probabilmente inviso ai conservatori. Però si tratta di un'idea, ribadiamo, fattibile. O se si vuole, il male minore in una terra, come quella spagnola, già bagnata dal sangue della guerra civile. Pertanto i conservatori dovrebbero imporsi di riflettere, spassionatamente, sul punto. Serve realismo, capacità di imaginación
del desastre...
Del resto, qual è l' alternativa, all’esperimento liberal-democratico di gestione della crisi catalana? L’impiego della forza. Una opzione non irrealistica, dal momento che il rischio che prima o poi ci scappi il
morto di un partito o dell'altro, è reale. Anche
perché, l’estremismo repubblicano-socialista catalano, sta soffiando sul fuoco. E presto potrebbe scendere in campo, crediamo, raccogliendo il guanto della sfida, il lealismo monarchico.
Che fare allora? Cercare di dividere, senza ricorrere subito alla forza, tirando per le lunghe l'attuazione dell'articolo 155, il fronte indipendentista
catalano, con una proposta che i moderati, ben consapevoli dei devastanti effetti economici di una separazione unilaterale dalla
Spagna, non possano, ci si augura, rifiutare. Sicché, l’idea
di un’associazione in Commonwealth forse, sottolineiamo forse, potrebbe funzionare. Magari, ripetiamo, riveduta e corretta alla spagnola. Molto però dipenderà da Re Felipe.
Carlo Gambescia
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