Rosatellum bis
Un’opportunità (anti-cinquestelle) da
cogliere…
Il Rosatellum bis è giustamente temuto dai
cinquestellati. Si legge, infatti, nella relazione
tecnica che accompagna il testo: “La proposta di testo base delinea
un sistema elettorale misto, in cui l'assegnazione di 231 seggi alla
Camera su 620 e 102 su 320 seggi al Senato è
effettuata in collegi uninominali con formula maggioritaria, in cui vince il
candidato più votato, mentre l'assegnazione dei restanti seggi avviene con
metodo proporzionale, nell'ambito di collegi plurinominali”.
Facciamo qualche calcolo. L’
attuale numero dei parlamentari cinquestelle, inclusivo dei parlamentari
perduti (colonna destra passati al gruppo misto, eccetera), è il
seguente:
88 + 21
= Camera 101 (n. deputati M5S)
35 + 19 = Senato 54 (n. senatori M5S)
35 + 19 = Senato 54 (n. senatori M5S)
Con il Rosatellum bis,
il numero dei parlamentari eletti con l'uninominale e il proporzionale sarebbe
il seguente:
620 – 231 (q.u.) =
389 (deputati totali eletti in q.p.)
320 – 102 (q.u) = 218 (senatori totali eletti in q.p)
320 – 102 (q.u) = 218 (senatori totali eletti in q.p)
Quelli che ora seguono sono calcoli piuttosto elementari, se si vuole, sommari. Ma crediamo che rendano ben l’idea.
Sicché il risultato, post Rosatellum bis,
sarebbe il seguente:
Camera 101 - 1/3 (
forse anche di più) = 67 (n. deputati M5S)
Senato 54 - 1/3 = 36 (n. senatori M5S)
Senato 54 - 1/3 = 36 (n. senatori M5S)
Ovviamente, quanto più crescesse
l’ampiezza della quota uninominale tanto
più decrescerebbe il numero dei parlamentari a cinque stelle.
Ne saranno capaci? Si
capirà l’importanza di cogliere una grande opportunità politica? Di
ridurre la consistenza, salvaguardando il diritto di tribuna, di un partito,
potenzialmente eversivo delle istituzioni democratiche?
Carlo Gambescia