Arma dei Carabinieri (*)
Nucleo di Polizia
Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI
CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268 C .P.P.)
L'anno 2017, lunedì 30 ottobre, in [omissis]
presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo
Spengler
FATTO
Nel corso dell'attività tecnica di monitoraggio svolta nell'ambito
della procedura riservata n. 642/2, autorizzazione COPASIR 3636/3b [Operazione
NATO “SCAMBIAMOCI UN SEGNO DI PACE” N.d.V.] è stata intercettata, in data
29/10/2017, ore 11.23, una conversazione telefonica tra l’utenza di Stato
vaticana in uso a S.S. SANCHO I, e
l’utenza n. 338***, in uso a MARCHINI WANNA. Si riporta di seguito la
trascrizione integrale della conversazione summenzionata:
[omissis]
MARCHINI
WANNA: “Sancho? Ciccio? Ti disturbo?”
S.S.
SANCHO I: “Eh? Ah, sei tu, Wanna. Come stai?”
MARCHINI
WANNA: “Sono commossa, Ciccio, guarda…mi hai toccato il cuore…[piange]
S.S.
SANCHO I: “Piangi?! Ma cosa c’è, Wanna, cos’è successo?”
MARCHINI
WANNA [tra i singhiozzi]: “Il tuo
discorso, Ciccio…’La precarietà uccide!...’
L’ho imparato a
memoria, senti qua: ‘la precarietà totale
uccide! Uccide la dignità, uccide la salute, uccide la famiglia, uccide la
società…Lavoro in nero e lavoro precario uccidono!’ [smette di piangere di colpo] Parole sante, Ciccio, parole
coraggiose, però che palle che ciài, oh! Che uomo, che macho che sei!”
S.S.
SANCHO I: “I giovani, Wanna, pensa ai giovani senza un lavoro vero, senza una
casa, senza una famiglia, senza un futuro…”
MARCHINI
WANNA: “Be’ perché invece noi vecchi? Noi io, per esempio? Secondo te come sto
messa io? La casa, pignorata. La famiglia, lasciamo perdere. Il lavoro, non me
ne parlare perlamadonna che vado fuori di testa. E la pensione? Ciò la pensione
io secondo te?”
S.S.
SANCHO I: “Certo, anche le persone non più giovani, espulse dal mondo del
lavo…”
MARCHINI
WANNA: “…cazzo magari espulse dal mondo del lavoro! Magari! Però con
la pensione, non dico mica tanto: un tremilacinque al mese, to’…guarda, mi accontento
anche di un tremila…duemilacinquecento è il minimo proprio, meno non ce la
faccio, che ciò mia figlia, poverina, sempre malata, e il maestro do
Nascimiento, e l’Abate di Montecoso…mi mangiano addosso, Ciccio, tutti parassiti,
mendicanti, zecche…”
S.S.
SANCHO I: “No, Wanna, no, questo non è l’atteggiamento giusto, è…”
MARCHINI
WANNA: “…è la precarietà, Ciccio! La precarietà! Tutta la vita che sono
precaria, lavora lavora lavora, mai un momento di pace, di serenità, mai che ho
potuto dire, ‘Là, ci siamo, Wanna, puoi
tirare i remi in barca…’ Anzi no: un momento c’è stato. Lo sai quale?”
S.S.
SANCHO I: “No, quale?”
MARCHINI
WANNA: “In galera, Ciccio. Ci sei mai stato in galera?”
S.S.
SANCHO I [pausa]: “Veramente no.”
MARCHINI
WANNA: “Be’, guarda: lì sono stata bene. Oddio: la cucina faceva schifo, questo
sì, e poi se ti vuoi fare non so, una riga di coca, può essere un problema, si
rimedia ma non è facile. Ma il resto? Ci pensa sempre qualcun altro, Ciccio: a
tutto. Non si sta mica male, sai, se ci pensa qualcun altro. Quando sei fuori,
la mattina ti alzi e ti chiedi, ‘E adesso?
Come li rimediamo i soldi, oggi?’ E ti arrabatti, ti arrangi, ce la fai,
non ce la fai, cazzo che vita di merda! Precarietà, Ciccio. La
precarietà uccide, come dici te. Ohè: ciò la pressione a centottanta!”
S.S.
SANCHO I: “Le prendi le medici…?”
MARCHINI
WANNA: “Altro che medicine, la pensione! La pensione, Ciccio, mi ci
vuole la pensione! [pausa] Ti dico un
segreto.”
S.S.
SANCHO I [lunga pausa]: “Di’ pure,
Wanna.”
MARCHINI
WANNA [sottovoce, quasi inaudibile]:
“Sono comunista.”
S.S.
SANCHO I: “Eh?”
MARCHINI
WANNA: “Sono comunista! Sono comunista anche io!”
S.S.
SANCHO I [pausa]: “Come ‘anche io’?”
MARCHINI
WANNA: “Fai lo gnorri? Sei comunista anche te, Ciccio, dai che si è visto,
l’hanno capito tutti.”
S.S.
SANCHO: “Ma no, no, no, cosa dici…la Dottrina sociale della Chiesa, il mio discorso si
rifà…”
MARCHINI
WANNA: “…seeeè vabbè, ho capito, non ti fidi, ciài ragione che fidarsi è bene…ma
con me stai tranquillo, Ciccio.”
S.S.
SANCHO: “Wanna: io non sono comunista. Il comunismo è un regime
dispotico, oppressivo, che ti toglie la libertà, come potrei…”
MARCHINI
WANNA: “…e allora? Ti toglie la libertà, capirai…e cosa te ne fai della
libertà, me lo spieghi?”
S.S.
SANCHO: “Ma cosa dici, Wanna! Così bestemmi! Gesù vuole che siamo liberi, non
lo sai? ‘La Verità
vi renderà liberi’, dice il Signore Gesù…”
MARCHINI
WANNA [pausa]: “Sarà, lì te ne
intendi più di me. Però…”
S.S.
SANCHO: “Però?”
MARCHINI
WANNA: “Però, per esempio: io cosa ci ho fatto con tutta ‘sta libertà? Eh? Ci
ho fatto dei casini che neanche te li immagini, Ciccio, casini a non finire. La
famiglia, il lavoro…lavoro, si fa per dire…e gli uomini, uuu…buoni quelli, te
li raccomando…e il bere? la mezza bottiglia di grappa tutte le sere? Le canne,
la coca? I debiti? Cosa mi resta, Ciccio? Cosa mi resta alla mia età? Mia
figlia che non mi parla? L’Abate di Montecoso che pensa solo ai cazzi suoi, e
dico alla lettera? Il maestro do Nascimiento che lo mantengo da una vita e
manco mi fa più vedere il pitone? Ciccio: io con la libertà mi sono rovinata
la vita.”
S.S.
SANCHO: “Wanna…Wanna, vedi, tutti abbiamo le nostre debolezze, le nostre
fragilità…ma Gesù sa capirle, sa perdonarle, può…”
MARCHINI
WANNA: “…infatti! Infatti, siamo tutti così, Ciccio! Come dice Gesù! Con
la libertà ci roviniamo la vita!”
S.S.
SANCHO: “Ma no, cos’hai capito, Gesù non…”
MARCHINI
WANNA: “…tutti, tutti! Facciamo i furbi con questa libertà, finché siamo
giovani, ma poi? Ue’, quando ti vengono le vene varicose, e ti scendono le
tette a pianoterra, e non ciài più voglia di ammazzarti di fatica e poi per
cosa? Eh? Per cosa? Per niente, Ciccio. Niente, zero, un beneamato. [pausa] Se invece c’era un bel comunismo
che ti diceva, ‘Adesso basta, Wanna:
basta cazzate, stop, punto a capo. Cosa sai fare? Sai fare la piadina? Bene.
Allora, via a fare la piadina nella fabbrica statale di piadine, zitta e mosca.
Ti piace il Maestro do Nascimiento? No, cara. Il maestro do Nascimiento per te
non va bene, perché con la scusa del pitone attacca il sombrero e lo mantieni
per tutta la vita. Te ti sposi il compagno Ivan che fa il prosciutto per la
piadina, è bona lè, avanti marsch, se gli metti le corna hop! Siberia!’ Io
mi facevo i miei quarant’anni di piadine, facevo la calza al mio Ivan, e tàc!
Puntuale come un orologio, a sessant’anni il comunismo mi diceva: ‘Brava Wanna! Sei stata una comunista
esemplare! Adesso è giunta l’ora del meritato riposo. Te ne vai in pensione a
Marina Romea, con la benedizione del Partitone.’ [pausa] Che poi ci potevano
anche mettere la Messa ,
eh? E’ lì che ha sbagliato il comunismo. La domenica, Messa obbligatoria, col
discorso del prete, il vangelo, le candele, tutto. [pausa] Cazzo che bello però…”
S.S.
SANCHO [pausa]: “Senti, Wanna…ti
capisco, sai? Ma tu dovresti guardare un po’…insomma, non c’è solo il tuo caso
personale, capisci?”
MARCHINI
WANNA: “Infatti siamo in tanti, secondo me la maggioranza, l’ottanta per cento
minimo, guarda…perché qua la gente non cià una lira, ti rendi conto? E’ quello
il problema: non avere una lira, altro che libertà, libertà…Pensaci tu, Ciccio,
pensaci tu che sei l’unico, l’unico che ci capisce a noi poveracci…Dillo te! ‘Basta con questa vita di merda, fate come vi
dico io e vi garantisco pane, lavoro e pensione!’ Guarda che spacchi,
Ciccio, non c’è partita…chiese piene! Se non lo vuoi chiamare comunismo
chiamalo come ti pare, non so, vediamo…cristianesimo?
Eh? Cosa ne dici?”
S.S.
SANCHO [pausa]: “Non ci siamo capiti,
Wanna. Quando passi vieni a trovarmi che ne discutiamo meglio, eh?”
MARCHINI
WANNA [pausa]: “Va bene.”
S.S.
SANCHO: “Allora d’accordo. Ciao Wanna.”
MARCHINI
WANNA: “Ciao Ciccio. [sottovoce, quasi
inaudibile] Ciao compagno! Hasta la
victoria siempre!”
S.S.
SANCHO: “Eh?”
Letto, confermato e sottoscritto
L’UFFICIALE DI P.G.
M.o Osvaldo Spengler
(*) "Trattasi"
- tanto per non cambiare stile, quello della
Benemerita... - di ricostruzioni che sono frutto della
mia fantasia di autore e commediografo. Qualsiasi riferimento
a fatti o persone reali deve ritenersi puramente casuale.
(Roberto Buffagni)
Chi è il
Maresciallo Osvaldo Spengler? Nato a Guardiagrele (CH) il 29 maggio
1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg am Harz
emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra dei
Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere
riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato
postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo
conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur
frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al
conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò
recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e
sgomento della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui
addotta: “Non mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a
obbedir tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in
alcune indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile
Pino Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su
“Tangentopoli”, perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima
ed eterodossa che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a
chiedere il trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi
per la sala ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose
testualmente: “Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”
***
Roberto Buffagni è un autore teatrale. Il
suo ultimo lavoro, attualmente in tournée, è Sorelle d’Italia – Avanspettacolo
fondamentalista,
musiche di Alessandro Nidi, regia di Cristina Pezzoli, con Veronica Pivetti e
Isa Danieli. Come si vede anche dal titolo di questo spettacolo, ha un po’ la
fissa del Risorgimento, dell’Italia… insomma, dell’oggettistica vintage...