lunedì 30 ottobre 2017

Arma dei Carabinieri (*)
Nucleo di Polizia Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268 C.P.P.)
L'anno 2017, lunedì 30 ottobre, in [omissis] presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo Spengler
FATTO

Nel corso dell'attività tecnica di monitoraggio svolta nell'ambito della procedura riservata n. 642/2, autorizzazione COPASIR 3636/3b [Operazione NATO “SCAMBIAMOCI UN SEGNO DI PACE” N.d.V.] è stata intercettata, in data 29/10/2017, ore 11.23, una conversazione telefonica tra l’utenza di Stato vaticana in uso a  S.S. SANCHO I, e l’utenza n. 338***, in uso a MARCHINI WANNA. Si riporta di seguito la trascrizione integrale della conversazione summenzionata:
[omissis]

MARCHINI WANNA: “Sancho? Ciccio? Ti disturbo?”
S.S. SANCHO I: “Eh? Ah, sei tu, Wanna. Come stai?”
MARCHINI WANNA: “Sono commossa, Ciccio, guarda…mi hai toccato il cuore…[piange]
S.S. SANCHO I: “Piangi?! Ma cosa c’è, Wanna, cos’è successo?”
MARCHINI WANNA [tra i singhiozzi]: “Il tuo discorso, Ciccio…’La precarietà uccide!...’ L’ho imparato a memoria, senti qua: ‘la precarietà totale uccide! Uccide la dignità, uccide la salute, uccide la famiglia, uccide la società…Lavoro in nero e lavoro precario uccidono!’ [smette di piangere di colpo] Parole sante, Ciccio, parole coraggiose, però che palle che ciài, oh! Che uomo, che macho che sei!”
S.S. SANCHO I: “I giovani, Wanna, pensa ai giovani senza un lavoro vero, senza una casa, senza una famiglia, senza un futuro…”
MARCHINI WANNA: “Be’ perché invece noi vecchi? Noi io, per esempio? Secondo te come sto messa io? La casa, pignorata. La famiglia, lasciamo perdere. Il lavoro, non me ne parlare perlamadonna che vado fuori di testa. E la pensione? Ciò la pensione io secondo te?”
S.S. SANCHO I: “Certo, anche le persone non più giovani, espulse dal mondo del lavo…”
MARCHINI WANNA: “…cazzo magari espulse dal mondo del lavoro! Magari! Però con la pensione, non dico mica tanto: un tremilacinque al mese, to’…guarda, mi accontento anche di un tremila…duemilacinquecento è il minimo proprio, meno non ce la faccio, che ciò mia figlia, poverina, sempre malata, e il maestro do Nascimiento, e l’Abate di Montecoso…mi mangiano addosso, Ciccio, tutti parassiti, mendicanti, zecche…”
S.S. SANCHO I: “No, Wanna, no, questo non è l’atteggiamento giusto, è…”
MARCHINI WANNA: “…è la precarietà, Ciccio! La precarietà! Tutta la vita che sono precaria, lavora lavora lavora, mai un momento di pace, di serenità, mai che ho potuto dire, ‘Là, ci siamo, Wanna, puoi tirare i remi in barca…’ Anzi no: un momento c’è stato. Lo sai quale?”
S.S. SANCHO I: “No, quale?”
MARCHINI WANNA: “In galera, Ciccio. Ci sei mai stato in galera?”
S.S. SANCHO I [pausa]: “Veramente no.”
MARCHINI WANNA: “Be’, guarda: lì sono stata bene. Oddio: la cucina faceva schifo, questo sì, e poi se ti vuoi fare non so, una riga di coca, può essere un problema, si rimedia ma non è facile. Ma il resto? Ci pensa sempre qualcun altro, Ciccio: a tutto. Non si sta mica male, sai, se ci pensa qualcun altro. Quando sei fuori, la mattina ti alzi e ti chiedi, ‘E adesso? Come li rimediamo i soldi, oggi?’ E ti arrabatti, ti arrangi, ce la fai, non ce la fai, cazzo che vita di merda! Precarietà, Ciccio. La precarietà uccide, come dici te. Ohè: ciò la pressione a centottanta!”
S.S. SANCHO I: “Le prendi le medici…?”
MARCHINI WANNA: “Altro che medicine, la pensione! La pensione, Ciccio, mi ci vuole la pensione! [pausa] Ti dico un segreto.”
S.S. SANCHO I [lunga pausa]: “Di’ pure, Wanna.”
MARCHINI WANNA [sottovoce, quasi inaudibile]: “Sono comunista.”
S.S. SANCHO I: “Eh?”
MARCHINI WANNA: “Sono comunista! Sono comunista anche io!”
S.S. SANCHO I [pausa]: “Come ‘anche io’?”
MARCHINI WANNA: “Fai lo gnorri? Sei comunista anche te, Ciccio, dai che si è visto, l’hanno capito tutti.”
S.S. SANCHO: “Ma no, no, no, cosa dici…la Dottrina sociale della Chiesa, il mio discorso si rifà…”
MARCHINI WANNA: “…seeeè vabbè, ho capito, non ti fidi, ciài ragione che fidarsi è bene…ma con me stai tranquillo, Ciccio.”
S.S. SANCHO: “Wanna: io non sono comunista. Il comunismo è un regime dispotico, oppressivo, che ti toglie la libertà, come potrei…”
MARCHINI WANNA: “…e allora? Ti toglie la libertà, capirai…e cosa te ne fai della libertà, me lo spieghi?”
S.S. SANCHO: “Ma cosa dici, Wanna! Così bestemmi! Gesù vuole che siamo liberi, non lo sai? ‘La Verità vi renderà liberi’, dice il Signore Gesù…”
MARCHINI WANNA [pausa]: “Sarà, lì te ne intendi più di me. Però…”
S.S. SANCHO: “Però?”
MARCHINI WANNA: “Però, per esempio: io cosa ci ho fatto con tutta ‘sta libertà? Eh? Ci ho fatto dei casini che neanche te li immagini, Ciccio, casini a non finire. La famiglia, il lavoro…lavoro, si fa per dire…e gli uomini, uuu…buoni quelli, te li raccomando…e il bere? la mezza bottiglia di grappa tutte le sere? Le canne, la coca? I debiti? Cosa mi resta, Ciccio? Cosa mi resta alla mia età? Mia figlia che non mi parla? L’Abate di Montecoso che pensa solo ai cazzi suoi, e dico alla lettera? Il maestro do Nascimiento che lo mantengo da una vita e manco mi fa più vedere il pitone? Ciccio: io con la libertà mi sono rovinata la vita.”
S.S. SANCHO: “Wanna…Wanna, vedi, tutti abbiamo le nostre debolezze, le nostre fragilità…ma Gesù sa capirle, sa perdonarle, può…”
MARCHINI WANNA: “…infatti! Infatti, siamo tutti così, Ciccio! Come dice Gesù! Con la libertà ci roviniamo la vita!”
S.S. SANCHO: “Ma no, cos’hai capito, Gesù non…”
MARCHINI WANNA: “…tutti, tutti! Facciamo i furbi con questa libertà, finché siamo giovani, ma poi? Ue’, quando ti vengono le vene varicose, e ti scendono le tette a pianoterra, e non ciài più voglia di ammazzarti di fatica e poi per cosa? Eh? Per cosa? Per niente, Ciccio. Niente, zero, un beneamato. [pausa] Se invece c’era un bel comunismo che ti diceva, ‘Adesso basta, Wanna: basta cazzate, stop, punto a capo. Cosa sai fare? Sai fare la piadina? Bene. Allora, via a fare la piadina nella fabbrica statale di piadine, zitta e mosca. Ti piace il Maestro do Nascimiento? No, cara. Il maestro do Nascimiento per te non va bene, perché con la scusa del pitone attacca il sombrero e lo mantieni per tutta la vita. Te ti sposi il compagno Ivan che fa il prosciutto per la piadina, è bona lè, avanti marsch, se gli metti le corna hop! Siberia!’ Io mi facevo i miei quarant’anni di piadine, facevo la calza al mio Ivan, e tàc! Puntuale come un orologio, a sessant’anni il comunismo mi diceva: ‘Brava Wanna! Sei stata una comunista esemplare! Adesso è giunta l’ora del meritato riposo. Te ne vai in pensione a Marina Romea, con la benedizione del Partitone.’ [pausa] Che poi  ci potevano anche mettere la Messa, eh? E’ lì che ha sbagliato il comunismo. La domenica, Messa obbligatoria, col discorso del prete, il vangelo, le candele, tutto. [pausa] Cazzo che bello però…”
S.S. SANCHO [pausa]: “Senti, Wanna…ti capisco, sai? Ma tu dovresti guardare un po’…insomma, non c’è solo il tuo caso personale, capisci?”
MARCHINI WANNA: “Infatti siamo in tanti, secondo me la maggioranza, l’ottanta per cento minimo, guarda…perché qua la gente non cià una lira, ti rendi conto? E’ quello il problema: non avere una lira, altro che libertà, libertà…Pensaci tu, Ciccio, pensaci tu che sei l’unico, l’unico che ci capisce a noi poveracci…Dillo te! ‘Basta con questa vita di merda, fate come vi dico io e vi garantisco pane, lavoro e pensione!’ Guarda che spacchi, Ciccio, non c’è partita…chiese piene! Se non lo vuoi chiamare comunismo chiamalo come ti pare, non so, vediamo…cristianesimo? Eh? Cosa ne dici?”
S.S. SANCHO [pausa]: “Non ci siamo capiti, Wanna. Quando passi vieni a trovarmi che ne discutiamo meglio, eh?”
MARCHINI WANNA [pausa]: “Va bene.”
S.S. SANCHO: “Allora d’accordo. Ciao Wanna.”
MARCHINI WANNA: “Ciao Ciccio. [sottovoce, quasi inaudibile] Ciao compagno! Hasta la victoria siempre!”
S.S. SANCHO: “Eh?”

Letto, confermato e sottoscritto
L’UFFICIALE DI P.G.
M.Osvaldo Spengler

(*) "Trattasi" -   tanto per non cambiare stile,  quello  della  Benemerita...  -   di ricostruzioni che sono  frutto della mia  fantasia di  autore e commediografo.  Qualsiasi riferimento  a fatti o persone  reali  deve ritenersi puramente casuale. (Roberto Buffagni)

Chi è il  Maresciallo Osvaldo Spengler?  Nato a Guardiagrele (CH) il 29 maggio 1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg am Harz emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra dei Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e sgomento della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui addotta: “Non mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a obbedir tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in alcune indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile Pino Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su “Tangentopoli”, perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima ed eterodossa che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a chiedere il trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi per la sala ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose testualmente: “Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”
***

Roberto Buffagni è un autore teatrale. Il suo ultimo lavoro, attualmente in tournée, è Sorelle d’Italia – Avanspettacolo fondamentalista, musiche di Alessandro Nidi, regia di Cristina Pezzoli, con Veronica Pivetti e Isa Danieli. Come si vede anche dal titolo di questo spettacolo, ha un po’ la fissa del Risorgimento, dell’Italia… insomma, dell’oggettistica vintage...