Antisemitismo, la grande lezione di Giano Accame
Il dilemma neofascista,
libro o adesivo?
libro o adesivo?
Che fare? Ci siamo chiesti, proprio in
questi giorni, in cui si è di nuovo
discusso di antisemitismo e si sono riaffacciate, propagandosi, soprattutto tra i neofascisti, le pericolose scemenze rivolte a minimizzare il fenomeno, o peggio a imputare la colpa delle “goliardate” (laziali o meno) alle provocazioni degli ebrei. I quali, capita ancora di leggere, non
avrebbero mai rinunciato, come da
“Protocolli” (falsi), a dominare
il mondo...
Che fare, dicevamo? Proprio per contare idealmente fino a tre, prima di esplodere, siamo andati a rileggere ciò che
aveva scritto qualche anno fa in
argomento un fascista intelligente, né neo né post, tollerante e studioso: un fascista
liberale. Sì, liberale, nel costume intellettuale, un uomo - attenzione - fattosi seppellire in camicia nera: Giano Accame. Sotto una cascata di libri, però. Mai dimenticare il "dettaglio".
Ecco
quel che egli scriveva in un volume che andrebbe ristampato, Il potere del denaro svuota le democrazie.
«So
di contrariare gli ultimi cultori del complotto giudaico, ma mi pare doveroso
farlo nella triste sessantesima ricorrenza delle leggi razziali in Italia. Una
vita impegnata nel rivendicare gli aspetti anche positivi dei quel periodo non
avrebbe credibilità se non sapesse prendere le distanze da ciò che invece è
indifendibile. Mi pare d’altra parte evidente che il potere ebraico nella
finanza, già mitizzato quando aveva dimensioni più ragguardevoli. Sia andato
proporzionalmente calando nell’ultima metà del secolo anche in seguito all’ascesa
di altre componenti etniche che prima in questo campo erano irrilevanti: sono
cresciuti gli arabi coi proventi del petrolio, i giapponesi, i cinesi a Hong Kong
e Taiwan, Singapore è diventata una
piazza finanziaria di prima grandezza. Non esiste più in Italia un grande
banchiere ebreo come Toeplitz, il cui figlio fu con D’Annunzio a Fiume. Né la Germania ha i più grandi
banchieri ebrei che sostennero la politica nazionalconservatrice di Bismarck. Negli
Stati Uniti il sistema delle grandi banche
è Wasp (bianco, anglosassone, protestante),mentre la finanza ebraica è
piuttosto assestata nelle pur sempre
molto influenti ma certo più piccole banche d’affari, dove più che un’enorme
raccolta di capitali contano il genio degli affari, la fantasia innovativa combinata
con antica esperienza» (*).
C’è
da aggiungere altro? Una sola cosa,
fondamentale: che i neofascisti devono decidere, "loro", che cosa fare da grandi. O mettersi, finalmente, a studiare
oppure dedicarsi totalmente al
mercato degli adesivi…
Carlo Gambescia
(*) G. Accame, Il potere del denaro svuota le democrazie,
Edizioni Settimo Sigillo, Roma 1997, p.
113. Ma si vedano anche, per le osservazioni più o meno dello stesso tenore, Id., Ezra Pound economista. Contro
l’usura, Edizioni Settimo Sigillo 1995 (Cap. VIII), nonché Id., La Destra Sociale , Edizioni
Settimo Sigillo (Cap. VI). Per una visione generale, scientificamente rigorosa, si veda l’ottimo
studio di Gianni Scipione Rossi, La destra
e gli ebrei. Una storia italiana, Rubbettino Editore 2003. Altra persona seria e studiosa, attualmente Vice-Presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo
De Felice.