Paolo Sorrentino girerà un film su
Berlusconi
Ahahaha - A far l’amore
comincia tu…
Come
sarà il film che Paolo Sorrentino vuole girare su Berlusconi? . Intanto, da quel che si legge, si incentrerà sulla
fase Bunga Bunga, del declino
politico-giudiziario(*). Sorrentino è un
Fellini più furbo ("Canta Napoli! Napoli milionaria!"), con minore immaginazione, più cattiveria e un sovrano disprezzo
per la natura umana. Il che non guasta, perché mette riparo dalle fregature
della vita. Ma impedisce quel "tutto
capire, tutto perdonare", che animava la poetica cinematografica felliniana (la diciamo
all’antica): il primo Fellini però (fino alla “Dolce vita”). Si pensi a pellicole come “ I vitelloni”, “Il Bidone”, "La strada". Quest’ultimo film incantò gli
americani. Gli stessi che oggi si accontentano di un Sorrentino qualsiasi. Anche Hollywood non è più quella di una volta. Ma questa è
un’altra storia.
Insomma, un regista, privo di sorprese. Vende cartoline, magari coloratissime e ritmate, secondo l’arte pubblicitaria della caciara caco-colorfonica, ma tutte uguali. I suoi film su Andreotti, su Roma come la serie televisiva The Young Pope sono scontati. Andreotti, Roma e il Papa, sono come uno se li aspetta. Che il potere corrompa, papi e politici, è cosa che si sa da migliaia di anni. Che Roma sia in decadenza, dalla morte di Marco Aurelio, non è notizia freschissima. Che certa neo-borghesia, anche di sinistra, sia volgare non è rivelazione da far trascorrere la notte in bianco.
Insomma, un regista, privo di sorprese. Vende cartoline, magari coloratissime e ritmate, secondo l’arte pubblicitaria della caciara caco-colorfonica, ma tutte uguali. I suoi film su Andreotti, su Roma come la serie televisiva The Young Pope sono scontati. Andreotti, Roma e il Papa, sono come uno se li aspetta. Che il potere corrompa, papi e politici, è cosa che si sa da migliaia di anni. Che Roma sia in decadenza, dalla morte di Marco Aurelio, non è notizia freschissima. Che certa neo-borghesia, anche di sinistra, sia volgare non è rivelazione da far trascorrere la notte in bianco.
Che
dire? Questo passa il convento. Il cinema è alessandrino. Oppure punta sui
supereroi. Sorrentino è un annotatore di
testi classici, quando va bene. I suoi non sono film ma "scolii" dell’Iliade felliniana, secondo i parametri della biblioteca di Alessandria-Napoli, con il controcanto di un mediocre attore miracolato, forse da San Gennaro: Toni Servillo.
Eppure, da un regista "geniale" ci si aspetterebbe di più. E invece, gli altri suoi film (pochi in tutto) sono incomprensibili. Parabole di viaggi intorno al cervello di Sorrentino. Per dirla, citando un classico: un Pirandello (mai letto), però spiegato al popolo attraverso i mezzi di una buona tecnica da spot televisivo. Forse la sua opera migliore resta Le conseguenze dell’amore. Dove si prova a scavare, ma una tantum (vivaddio...), nel privato di “privati” personaggi in cerca d'autore. Per una volta, il potere studiato è quello dell’amore. Che però non salva, proprio come l’altro potere, quello degli uomini. Anzi, se si inciucia con la mafia, le conseguenze dell’amore, con una grandissima Olivia Magnani, sono il classico cappottino di cemento: nulla di nuovo sotto il sole. Salvo, forse, l'ultimo pensiero per Dino Giuffrè...
Perciò come sarà il Berlusconi di Sorrentino? Barzellettiere, allupato e volgare. Sulla falsariga di quell'universo romano di nuovi ricchi, sconcio e sudato, che balla dimenandosi sulle martellanti note di un vecchio successo della Raffaella nazional-popolare: Ahahaha - Ahahaha - A far l’amore comincia tu… Ahahaha - Ahahaha - A far l’amore comincia tu... Fiore all'occhiello post-robespierrista de "La grande bellezza".
Berlusconi, proprio come uno se lo aspetta. Quindi un film scontato. O peggio ancora inutile. Come tutto il cinema (meno uno) di Sorrentino.
Eppure, da un regista "geniale" ci si aspetterebbe di più. E invece, gli altri suoi film (pochi in tutto) sono incomprensibili. Parabole di viaggi intorno al cervello di Sorrentino. Per dirla, citando un classico: un Pirandello (mai letto), però spiegato al popolo attraverso i mezzi di una buona tecnica da spot televisivo. Forse la sua opera migliore resta Le conseguenze dell’amore. Dove si prova a scavare, ma una tantum (vivaddio...), nel privato di “privati” personaggi in cerca d'autore. Per una volta, il potere studiato è quello dell’amore. Che però non salva, proprio come l’altro potere, quello degli uomini. Anzi, se si inciucia con la mafia, le conseguenze dell’amore, con una grandissima Olivia Magnani, sono il classico cappottino di cemento: nulla di nuovo sotto il sole. Salvo, forse, l'ultimo pensiero per Dino Giuffrè...
Perciò come sarà il Berlusconi di Sorrentino? Barzellettiere, allupato e volgare. Sulla falsariga di quell'universo romano di nuovi ricchi, sconcio e sudato, che balla dimenandosi sulle martellanti note di un vecchio successo della Raffaella nazional-popolare: Ahahaha - Ahahaha - A far l’amore comincia tu… Ahahaha - Ahahaha - A far l’amore comincia tu... Fiore all'occhiello post-robespierrista de "La grande bellezza".
Berlusconi, proprio come uno se lo aspetta. Quindi un film scontato. O peggio ancora inutile. Come tutto il cinema (meno uno) di Sorrentino.
Carlo Gambescia