La
legge sui “vitalizi” sotto le lenti della
sociologia economica
I see a bad moon rising
La
gara tra Pd e M5S intorno a chi spetti il merito della “legge
anti-vitalizi”, approvata alla Camera,
crediamo siamo il punto più basso toccato nell’intera storia repubblicana.
In
pratica, si sancisce il principio
“anticasta” che il “lavoro” del parlamentare
è un lavoro come un altro e che quindi deve essere retribuito, anche sul piano
pensionistico, come tutti gli altri
lavori, attenzione, dipendenti.
Dicevamo
punto più basso. Per carità non è nostra
intenzione evocare la
Costituzione , la natura particolare della magistratura
parlamentare, il principio di irretroattività violato, eccetera, eccetera. Proponiamo
al lettore una pura analisi di
sociologia economica. Allacciarsi le cinture.
La legge, si dice, colpisce il “professionismo politico”: in realtà attacca forse la più preziosa innovazione della modernità: la specializzazione (che rinvia a un'altra pratica moderna: la divisione del lavoro). Non è forse vero che la modernità è fondata in tutti i
campi sulla specializzazione
professionale? Retribuita in base ai
valori di mercato?
Quanto più la
specializzazione è profonda, in termini
di investimenti professionali, tanto
più alto il valore della retribuzione. Sempre che sul mercato ci sia
richiesta di “specialisti” politici. E qui veniamo al punto fondamentale della
questione.
Parificando,
il lavoro di un parlamentare a quello
di un qualsiasi lavoratore dipendente,
lo si mortifica economicamente, dal momento che lo specializzarsi come
politico impone investimenti piuttosto alti, come per certe professioni liberali, quindi indipendenti. Non solo: al professionista politico servono non comuni capacità personali.
Inoltre, la parificazione - altra cosa fondamentale - rappresenta il punto di arrivo di una vera e propria campagna speculativa, soprattutto mediatica, che, nel corso degli anni, ha azzerato il valore di mercato del “politico professionale”. Insomma, prima l'ondata speculativa al ribasso, poi la parificazione, o riallineamento verso il basso. Et les jeux sont faits .
Inoltre, la parificazione - altra cosa fondamentale - rappresenta il punto di arrivo di una vera e propria campagna speculativa, soprattutto mediatica, che, nel corso degli anni, ha azzerato il valore di mercato del “politico professionale”. Insomma, prima l'ondata speculativa al ribasso, poi la parificazione, o riallineamento verso il basso. Et les jeux sont faits .
Le nuove retribuzioni, in prospettiva, che tipo di mercato politico produrranno? Per un verso attireranno gli idealisti
puri, non sempre provvisti di quel
realismo che in politica resta un fattore fondamentale. Per l’altro capteranno quei notabili, già provvisti di mezzi propri, che, eccetto non siano al tempo stesso ricchi e
idealisti, "scenderanno" in politica con finalità egoistiche.
Pertanto livellamento della retribuzione e parificazione con il lavoro dipendente rischiano di creare un
Parlamento composto in larga parte di idealisti
e egoisti. E gli egoisti potrebbero comprarsi gli
idealisti. O per contro, gli idealisti tagliare la testa agli egoisti. Risultato finale: si rischia un Parlamento pieno zeppo di venduti, incapaci e prepotenti. Si chiama eterogenesi dei fini.
Insomma,
per dirla con una vecchia canzone dei
Creedence Clearwater Revival:
I see a bad moon rising
I see trouble on the way
I see earthquakes and lightnin’
I see bad times today
I see earthquakes and lightnin’
I see bad times today
A proposito, con questa legge, "dicono", si
risparmieranno 215 milioni di euro all’anno . Sapete a quanto ammonta il debito
pubblico italiano? 2260, 3 miliardi di euro…
Carlo Gambescia