Mafia, abbracci, acqua e liquidazioni: slittamenti progressivi verso il populismo generalizzato
E Grillo ringrazia...
Basta
dare un’occhiata ai giornali di oggi per
avere conferma dello scadimento del
dibattito politico italiano. Anzi, diremmo,
degli slittamenti progressivi, e presto definitivi, verso una
specie di caotico e isterico populismo applicato e generalizzato. Come primo linguaggio politico, dalla destra alla sinistra. Una politica dalla retorica plebea che, quanto a modalità, non porterà nulla di buono. Salvo far vincere chi da tempo ne detiene il copyright e detta l'agenda politica, anche quando tace: il Movimento
Cinque Stelle.
Qualche
esempio.
La
sentenza che ha negato la “presenza
della mafia” a Roma, si è trasformata
nella caccia politica al procuratore Pignatone, cocco dei Cinque Stelle. Il quale, a sua volta, intervistato dal “Corriere della
Sera”, ormai su posizioni cairo-grilline, si difende, gridando al complotto politico. Gettando
così altre palate di merda (pardon)
sulla politica. Grillo, ringrazia.
Altro
giro. I fuoriusciti del Pd, si scagliano
contro Pisapia, reo di aver abbracciato la Boschi , neppure fosse Claretta Petacci. E ciò che
è più grave con l’aiutino di “Repubblica” che oggi solleva il problema criticando l'ex sindaco di Milano. Parliamo
di un quotidiano che dovrebbe rappresentare
i ceti medi riflessivi. Di sinistra. Grillo ringrazia.
Sulla
liquidazione milionaria di Cattaneo, si
è invece scagliata la destra populista (si legga ad esempio “Libero”), in
perfetta linea con la sinistra populista (“Manifesto”, "Fatto" e dintorni). La questione è di principio: siamo, insomma, al punto che un un’impresa privata, sulla base
dei valori di mercato, non può decidere quanto pagare un suo dirigente. Altro
passo verso il populismo reale. Anche qui, Grillo ringrazia.
Infine,
la perla. Credevamo Zingaretti, Presidente della Regione Lazio, persona responsabile. E
invece, non lo è. Pur di danneggiare
politicamente, via Acea (nuovo feudo lottizzato
da Cinque Stelle), il Comune di Roma targato Grillo, si è inventato la
storiella del Lago di Bracciano, il cui
apporto al sistema idrico della Capitale è minimo, come subito hanno
sottolineato i vertici della partecipata. Evocando però - ecco il punto - il
razionamento, come misura, politicamente ritorsiva, contro Zingaretti e il Pd romano-laziale: schieramento, ormai allo sbando, che gioca al tanto peggio tanto meglio. E se razionamento ci sarà, al momento del
voto, i romani, che sono gli unici danneggiati di questa insensata lotta
politica, scatenata da Zingaretti, si ricorderanno della sparata
del "fratello di Montalbano". Grillo ringrazia ( e forse, pure quel fascio-comunista di Camilleri).
Basta
così. Ormai, abbiamo i populisti di complemento, che sono persino più bravi di quelli effettivi. Come un tempo avemmo i fascisti di complemento, i democristiani di complemento, e così via. "Sane" tradizioni italiane, forse. Il dibattito politico, ripetiamo, è dettato da Grillo, anche quando tace. Perché chi padroneggia lingua e modi e della politica impone il terreno di gioco. Grillo, praticamente, ha già vinto. Che tristezza.
Carlo Gambescia