Arma dei Carabinieri (*)
Nucleo di Polizia
Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI
CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268 C .P.P.)
L'anno 2017, lunedì 24 luglio, in [omissis]
presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo
Spengler
FATTO
Nel corso
dell'attività tecnica di monitoraggio svolta nell'ambito della procedura
riservata n. 432/5, autorizzazione COPASIR 329/3 [Operazione “PLUS ULTRA” , N.d.V.] è stata intercettata in data 23/07/2017, ore 16,25 la
seguente conversazione telefonica tra le utenze 334***, in uso a BERNASCONI SILVANO, ex Presidente
del Consiglio dei Ministri e 338***, in
uso a SORRENTO PAOLO, regista cinematografico.
BERNASCONI SILVANO: “Caro
Paolo, come stai?”
SORRENTO PAOLO: “Scusi, lei
chi è?”
BERNASCONI SILVANO: “Non
riconosci la mia voce e vuoi fare un film su di me? Andiamo bene…”
SORRENTO PAOLO: “Be’,
buongiorno, volevo telefonarle io ma lei mi ha preceduto.”
BERNASCONI SILVANO: “Diamoci
del tu, non farmi sentire più vecchio del necessario.”
SORRENTO PAOLO: “Come vuoi.”
BERNASCONI SILVANO: “Sai, io
ti ho sempre apprezzato. Nessuno come te ha capito lo spirito degli anni
Ottanta…”
SORRENTO PAOLO: “…la
mistica degli anni Ottanta…”
BERNASCONI SILVANO: “Quanti
anni avevi tu?”
SORRENTO PAOLO: “Sono del
’70, ero un ragazzino…”
BERNASCONI SILVANO: “Ero un
ragazzino anche io…”
SORRENTO PAOLO: “…e lo siamo
rimasti, no?”
[ridono]
BERNASCONI SILVANO: “Soldi
come se piovesse, le modelle coi capelli cotonati, Colpo grosso… “
SORRENTO PAOLO: “…la coca…”
BERNASCONI SILVANO: “I
piagnoni comunisti che s’incazzano…”
SORRENTO PAOLO: “…Milano da
bere, i film dei Vanzina, la coca…”
BERNASCONI SILVANO: “Uè, ma
ciài la fissa della coca!”
SORRENTO PAOLO: “Silvano: lo
sai che negli anni Ottanta solo i poveri non si facevano di coca…”
BERNASCONI SILVANO: “…e non
sanno cosa si sono persi…”
[ridono]
Vedo che ci capiamo al volo,
Paolo. Vienimi a trovare quando vuoi, se ti servono le mie case per i set basta
chiedere. Sarà un grande film.”
SORRENTO PAOLO: “Grazie,
Silvano. Però vedi, in questo film io vorrei cambiare registro.”
BERNASCONI SILVANO: “Giusto,
sei un creativo, vuoi sperimentare. Cambiare registro come?”
SORRENTO PAOLO: “Drammatico,
Silvano. Anzi, tragico.”
BERNASCONI SILVANO:
“Tragico?!”
SORRENTO PAOLO: “Per la
precisione, tragicomico, il genere italiano per antonomasia.”
BERNASCONI SILVANO: “Scusa ma
non capisco.”
SORRENTO PAOLO: “C’è
quest’uomo, diciamo che sei tu, ma è un personaggio di finzione, mi segui?”
BERNASCONI SILVANO: “Certo.”
SORRENTO PAOLO: “C’è
quest’uomo, quest’uomo che è un italiano al centomila per cento, con i sogni di
tutti gli italiani della sua generazione, anzi i sogni dell’italiano eterno. Il
varietà, la passerella con le ballerine, il trucco geniale che ti cambia la
vita, la vita leggera leggera che se ne vola via e va acchiappata per la
coda…mi segui?”
BERNASCONI SILVANO [ridacchia]: “Ti precedo…”
SORRENTO PAOLO: “Un uomo che
è un eterno ragazzo, un uomo leggero leggero, un uomo che sogna e
all’improvviso sa trasformare il suo sogno nel sogno di tutti…ti ricordi il
finale de I vitelloni? Con Monaldo
che lascia la sua città di provincia e gli amici profondamente addormentati nel
sogno provinciale di tutti gli italiani?”
BERNASCONI SILVANO: “Certo.”
SORRENTO PAOLO: “Quante volte
l’hai visto?”
BERNASCONI SILVANO: “Tre. No,
quattro.”
SORRENTO PAOLO: “E Monaldo,
chiamiamolo così: “Monaldo” va nella grande città, e nella grande città non si
sistema, non mette la testa a partito, non diventa un borghese ammodo che la
domenica va a sognare al varietà, no! Lui non rinnega la sua gioventù di
vitellone!”
BERNASCONI SILVANO [commosso, il pianto nella voce]: “No che
non la rinnega.”
SORRENTO PAOLO: “Non la
rinnega, no: la realizza e la regala a tutti, a tutti gli italiani, e
gli italiani lo amano, tutti…lo amano anche quando lo odiano...”
BERNASCONI SILVANO [breve pausa]: “E’ bellissimo, Paolo.
Grazie. Sarà un film meraviglioso.”
SORRENTO PAOLO: “Ma quando
Monaldo è al culmine della sua gloria, e teme soltanto che non gli resti più
nulla da desiderare, ecco che viene un momento che Monaldo non si aspettava, che
è in contraddizione assoluta con tutto quel che Monaldo sa, capisce, ha
vissuto. Che è assolutamente incompatibile con tutto quel che Monaldo è,
come materia e antimateria.”
BERNASCONI SILVANO [pausa]: “Scusa Paolo ma non ho capito.”
SORRENTO PAOLO: “Monaldo, il
nostro Monaldo non può capire, Silvano. E’ questa la sua tragedia. Comica,
perché Monaldo è un personaggio della commedia o del varietà, ma tragica,
perché sognando sognando, Monaldo è diventato Presidente del Consiglio, e la
politica è tragica, Monal…Silvano. Monaldo è diventato Presidente del
Consiglio, e ha firmato un solenne ‘Trattato di amicizia’ con il leader dei
Garamanti, anche lui, a suo modo, un personaggio del varietà che si circonda di
una guardia del corpo di amazzoni, che quando va in visita di Stato dorme sotto
una tenda, che si acconcia come un personaggio delle figurine fasciste…ti
ricordi ‘il Feroce Saladino’?”
BERNASCONI SILVANO [pausa. Serio, teso]: “Vai avanti.”
SORRENTO PAOLO: “Pochi anni
dopo, una coalizione di potenze europee decide di rovesciare il Feroce
Saladino. Perché? Perché il Feroce Saladino ha tanto petrolio, che sinora ha
fatto estrarre all’Italia, e perché il Feroce Saladino accarezza progetti, per
l’Africa, che a queste potenze europee, che in Africa hanno interessi e
progetti loro, non piacciono per niente. Ora, se il Feroce Saladino cade, che
succede all’Italia? Che succede, Silvano?”
BERNASCONI SILVANO [pausa]: “Non saprei, la storia la stai
inventando tu. Vai avanti.”
SORRENTO PAOLO: “Tu non lo
sai, Silvano, ma Monaldo lo sa, se non altro perché il Feroce Saladino glielo
ha spiegato per filo e per segno. Succedono due cose: che il petrolio del
Feroce Saladino non lo estrae più l’Italia, e che il Feroce Saladino non ferma
più la marea di emigranti che salgono dall’Africa. E dove va la marea di
emigranti dall’Africa? [pausa] Va in
Italia, Silvano. A questo punto, cosa fa Monaldo?”
BERNASCONI SILVANO: “Senti,
Paolo…”
SORRENTO PAOLO: “…Monaldo non
fa niente, Silvano. Niente. Questa è una tragedia, e Monaldo non è fatto per la
tragedia, è fatto per il varietà. Potrebbe protestare nelle sedi diplomatiche
opportune, la UE , la NATO , l’ONU. Potrebbe dare
assistenza militare al Feroce Saladino – non è forse il legittimo capo di uno
Stato amico? Monaldo non ha forse un esercito, una flotta, un’aviazione ai suoi
ordini? Ma Monaldo si smarrisce, di fronte a queste cose. Ha paura? Sì, forse
ha paura. Ma più ancora della paura, è che Monaldo non ci si raccapezza più,
quando escono di scena le ballerine, il comico e il fine dicitore, ed entrano i
Prìncipi e la Ragion
di Stato…’da destra ENTRA schiera di
armati’, e non armati di spade di cartone, Silvano…così Monaldo…”
BERNASCONI SILVANO: [cupo] “…così?”
SORRENTO PAOLO: “…così
Monaldo fa quel che facevano i suoi amici quando, tanto tempo prima, si mise in
viaggio per la grande città. Te lo ricordi cosa fanno i suoi amici vitelloni,
mentre Monaldo guarda dal finestrino del treno la sua piccola città che si
allontana? Te lo ricordi?”
BERNASCONI SILVANO [lunga pausa]: “Dormono.”
SORRENTO PAOLO: “Dormono.
Dormono di un sonno profondissimo, forse beato, chissà. Comunque, dormono. E
Monaldo, stavolta, non parte per la grande città: stavolta, dorme con loro.
Prima di infilarsi sotto le coperte, gli torna alla mente una frase latina che
ha sentito al liceo: ‘Sic transit gloria
mundi’. Parla del Feroce Saladino o di se stesso, Monaldo? Non si sa, non
si può sapere: perché da quel momento in poi, Monaldo continuerà a dormire. A
dormire un sonno agitato, un sonno pieno di sogni, a volte lieti e a volte
tormentosi: ma continuerà a dormire. [PAUSA]
Che ne dici? Ti piace la storia?”
BERNASCONI SILVANO [pausa]: “Senta, Sorrento. Lei ha idea
delle conseguenze? Ci ha pensato bene?”
SORRENTO PAOLO [lunga pausa]: “Ci hai creduto.”
BERNASCONI SILVANO: “Eh?
SORRENTO PAOLO: “Ci hai
creduto sul serio, non me lo aspettavo.”
BERNASCONI SILVANO:
“Scherzavi?”
SORRENTO PAOLO: “Certo che
scherzavo. Cosa credevi?”
BERNASCONI SILVANO [pausa]: “Ammetto che per un momento…” [ride]
SORRENTO PAOLO [ridendo]: “Ci sei cascato, eh?”
BERNASCONI SILVANO [ridendo]: “Sì, ci sono cascato…”
SORRENTO PAOLO [ridendo]: “Veramente credevi che mi
mettessi contro certa…?”
BERNASCONI SILVANO: “Confesso
che per un momento ci ho pensato…”
SORRENTO PAOLO: “…per un
momento ci si pensa, ma poi…”
BERNASCONI SILVANO: “…ma poi
passa, vero?”
SORRENTO PAOLO: “Ciao
Monaldo.”
BERNASCONI SILVANO: “Ciao
Monaldino, vieni a trovarmi quando vuoi.”
SORRENTO PAOLO: “E dormi
bene.”
BERNASCONI SILVANO: “Anche
tu.”
Letto, confermato e
sottoscritto
L’UFFICIALE DI P.G.
M.o Osvaldo Spengler
(*) "Trattasi"
- tanto per non cambiare stile, quello della
Benemerita... - di ricostruzioni che sono frutto della
mia fantasia di autore e commediografo. Qualsiasi riferimento
a fatti o persone reali deve ritenersi puramente casuale.
(Roberto Buffagni)
Chi è il
Maresciallo Osvaldo Spengler? Nato a Guardiagrele (CH) il 29 maggio
1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg am Harz
emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra dei
Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere
riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato
postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo
conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur
frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al
conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò
recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e
sgomento della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui
addotta: “Non mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a
obbedir tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in
alcune indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile
Pino Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su
“Tangentopoli”, perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima
ed eterodossa che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a
chiedere il trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi
per la sala ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose
testualmente: “Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”
***
Roberto Buffagni è un autore teatrale. Il
suo ultimo lavoro, attualmente in tournée, è Sorelle d’Italia – Avanspettacolo
fondamentalista,
musiche di Alessandro Nidi, regia di Cristina Pezzoli, con Veronica Pivetti e
Isa Danieli. Come si vede anche dal titolo di questo spettacolo, ha un po’ la
fissa del Risorgimento, dell’Italia… insomma, dell’oggettistica vintage...