lunedì 31 luglio 2017

Arma dei Carabinieri (*)
Nucleo di Polizia Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268 C.P.P.)
L'anno 2017, lunedì 31 luglio, in [omissis] presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo Spengler
FATTO

Nel corso dell'attività tecnica di monitoraggio svolta dal Comando delle unità per la tutela forestale ambientale e agroalimentare nell'ambito della procedura riservata n. 203/5, autorizzazione COPASIR 501/3 [Operazione “FAVOLIERE” , N.d.V.] è stata registrata in data 30/07/2017, ore 07,12, dalla postazione fissa n. 3, sita nel Parco nazionale dell’Abruzzo, la seguente conversazione tra due PLANTIGRADI, provvisoriamente identificati come ORSA MARIANNA e ORSO GIORGIO. Sono in corso accertamenti sull’identità dei due plantigradi e su loro eventuali affiliazioni politiche. Si riporta di seguito la trascrizione integrale della registrazione suindicata.


ORSA MARIANNA: “Dio, Giorgio! Finalmente! Stai bene?”
ORSO GIORGIO: “Ma sì, sì…ho solo un mal di testa bestiale, mi hanno sparato la siringa di anestetico…Voi? I ragazzi? Tutto bene?”
ORSA MARIANNA: “Sì, sì, stavamo solo in pensiero per te…insomma, cos’è successo?”
ORSO GIORGIO: “Ma niente, ho sbagliato porta e sono entrato in cucina…”
ORSA MARIANNA: “Volevi andare a..”
ORSO GIORGIO: “…sì, a prendere un prosciutto in cantina, non l’ho trovato, ho preso la scala e bàm! Mi trovo in cucina!”
ORSA MARIANNA: “Ma era notte fonda, erano ancora alzati, loro?”
ORSO GIORGIO: “No, è che ho sbattuto contro la credenza, giù tutti i piatti, un casino…si svegliano, scende il padre, e patatrac.”
ORSA MARIANNA: “Oddio! Ti è andata bene che non ti ha sparato! E tutto per un prosciutto, te l’avevo detto che…”
ORSO GIORGIO: “Era per voi il prosciutto! Cos’è adesso, colpa mia?”
ORSA MARIANNA: “Ma no, dai, non ti arrabbiare. Era un pensiero gentile, il prosciutto piace tanto, ai ragazzi…Ma rischiare la vita, Giorgio…”
ORSO GIORGIO: “Rischiare la vita?! ma figuriamoci. Non ci possono sparare più.”
ORSA MARIANNA: “Sei sicuro?”
ORSO GIORGIO: “Se ci sparano gli danno delle multe che li rovinano, Marianna. Forse li mettono anche in prigione.”
ORSA MARIANNA: “Non ci credo.”
ORSO GIORGIO: “Non ci credevo neanche io. Me l’aveva detto, Antonio…”
ORSA MARIANNA: “Antonio è un vecchio rimbambito.”
ORSO GIORGIO: “Sì, ma guarda la tv degli uomini tutto il giorno, è fissato coi programmi di Piero Angela, sai quelli sugli animali che ci racconta sempre? E’ così, ti dico. Non ci possono più sparare. Anche stavolta: il padre ce l’aveva, la doppietta, stava lì appesa in cucina, gli bastava allungare una mano e la prendeva, e invece cos’ha fatto?”
ORSA MARIANNA: “Cos’ha fatto?”
ORSO GIORGIO: “Si sono chiusi in camera, dietro una porta che con una zampata la buttavo giù.”
ORSA MARIANNA: “E basta?!”
ORSO GIORGIO: “E basta. Guarda, ci sono rimasto a bocca aperta. La sorpresa, ma soprattutto, non so…non ho voglia di parlarne, Marianna, lasciami stare…”
ORSA MARIANNA: “Non tenerti tutto dentro, Giorgio, che poi stai male…sfogati, su…”
ORSO GIORGIO [pausa]: “Non è giusto, Marianna. Non è naturale. Ci trattano come…come se fossimo…non lo so, è…”
ORSA MARIANNA: “Ma non è meglio se non ci possono più sparare, scusa?”
ORSO GIORGIO: “Sì, però no, non è meglio. Cazzo, guarda qua…”
ORSA MARIANNA: “Giorgio! Certe parole! Ci sono i ragazzi di là!”
ORSO GIORGIO: “Ma vaff…scusa. Scusa, hai ragione. Insomma: guarda qua, le vedi queste zampe? Li vedi questi denti? Lo sai che se volevo me li sbranavo tutti, dal primo all’ultimo?”
ORSA MARIANNA: “Ma certo, caro, lo so, lo so…”
ORSO GIORGIO: “E’ che loro, loro non lo sanno più! Non sanno più niente, Marianna! Ci trattano come se fossimo finti, ecco! Degli orsetti di pezza!”
ORSA MARIANNA: “Ma no, dai, adesso esageri…”
ORSO GIORGIO: “C’era un patto, sì o no?”
ORSA MARIANNA: “Certo che c’era un patto, c’è ancora il patto! E’ antico come il mondo! “Orso mangia uomo solo per non morire di fame, uomo uccide orso solo per non farsi mangiare.”
ORSO GIORGIO: “E invece non c’è più, il patto. Siamo una cartolina per turisti, altro che patto. Li ho sentiti, sai? Chiusi in camera, telefonavano alla Forestale – ah, tra l’altro non c’è più, la Forestale, lo sapevi? C’è un’altra roba che non ho capito bene. E dalla pseudoforestale gli rispondevano, ‘Mi raccomando, restate calmi e non fate male all’orso…’ Non fate male all’orso! Ti rendi conto? Peso 150 chili, con una zampata gli stacco la testa e loro ‘Non fate male all’orso!’ [pausa] Che umiliazione, che vergogna…”
ORSA MARIANNA: “Su, dai…sarà un momento così…non ti fare il sangue cattivo…”
ORSO GIORGIO: “Mi è venuta una botta di depressione che mi sono seduto lì in cucina e mi sono scolato dieci bottiglie di birra. Quando mi hanno sparato l’anestetico ero già mezzo ubriaco. [piange]”
ORSA MARIANNA [lo abbraccia]: “Su, su…cosa te ne importa, poi…sono uomini, no? sono diversi. Ce ne restiamo tra noi, in famiglia, con gli amici…lasciali perdere quelli.”
ORSO GIORGIO: “Ma sì, hai ragione tu. [pausa] Però cosa vuoi che ti dica? Mi dispiace. Una volta erano diversi.”
ORSA MARIANNA: “Gli uomini?”
ORSO GIORGIO: “Gli uomini, sì. Erano strani, è vero. Piccoli, deboli, senza artigli, senza zanne, senza pelliccia, eppure…eppure…”
ORSA MARIANNA: “Eppure erano come noi, vero?”
ORSO GIORGIO: “Sì. Quasi. Quasi come noi.”

Letto, confermato e sottoscritto
L’UFFICIALE DI P.G.
M.Osvaldo Spengler



(*) "Trattasi" -   tanto per non cambiare stile,  quello  della  Benemerita...  -   di ricostruzioni che sono  frutto della mia  fantasia di  autore e commediografo.  Qualsiasi riferimento  a fatti o persone  reali  deve ritenersi puramente casuale. (Roberto Buffagni)

Chi è il  Maresciallo Osvaldo Spengler?  Nato a Guardiagrele (CH) il 29 maggio 1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg am Harz emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra dei Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e sgomento della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui addotta: “Non mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a obbedir tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in alcune indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile Pino Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su “Tangentopoli”, perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima ed eterodossa che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a chiedere il trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi per la sala ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose testualmente: “Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”
***

Roberto Buffagni è un autore teatrale. Il suo ultimo lavoro, attualmente in tournée, è Sorelle d’Italia – Avanspettacolo fondamentalista, musiche di Alessandro Nidi, regia di Cristina Pezzoli, con Veronica Pivetti e Isa Danieli. Come si vede anche dal titolo di questo spettacolo, ha un po’ la fissa del Risorgimento, dell’Italia… insomma, dell’oggettistica vintage...