Arma dei Carabinieri (*)
Nucleo di Polizia
Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI
CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268 C .P.P.)
L'anno 2017, lunedì 31 luglio, in [omissis]
presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo
Spengler
FATTO
Nel corso
dell'attività tecnica di monitoraggio svolta dal Comando delle unità per la tutela forestale ambientale e agroalimentare
nell'ambito della procedura riservata n. 203/5, autorizzazione COPASIR 501/3
[Operazione “FAVOLIERE” , N.d.V.] è stata registrata in data
30/07/2017, ore 07,12, dalla postazione fissa n. 3, sita nel Parco nazionale
dell’Abruzzo, la seguente conversazione tra due PLANTIGRADI, provvisoriamente
identificati come ORSA MARIANNA e ORSO GIORGIO. Sono in corso accertamenti
sull’identità dei due plantigradi e su loro eventuali affiliazioni politiche. Si
riporta di seguito la trascrizione integrale della registrazione suindicata.
ORSA MARIANNA: “Dio, Giorgio!
Finalmente! Stai bene?”
ORSO GIORGIO: “Ma sì, sì…ho
solo un mal di testa bestiale, mi hanno sparato la siringa di anestetico…Voi? I
ragazzi? Tutto bene?”
ORSA MARIANNA: “Sì, sì,
stavamo solo in pensiero per te…insomma, cos’è successo?”
ORSO GIORGIO: “Ma niente, ho
sbagliato porta e sono entrato in cucina…”
ORSA MARIANNA: “Volevi andare
a..”
ORSO GIORGIO: “…sì, a
prendere un prosciutto in cantina, non l’ho trovato, ho preso la scala e bàm!
Mi trovo in cucina!”
ORSA MARIANNA: “Ma era notte
fonda, erano ancora alzati, loro?”
ORSO GIORGIO: “No, è che ho
sbattuto contro la credenza, giù tutti i piatti, un casino…si svegliano, scende
il padre, e patatrac.”
ORSA MARIANNA: “Oddio! Ti è
andata bene che non ti ha sparato! E tutto per un prosciutto, te l’avevo detto
che…”
ORSO GIORGIO: “Era per voi il
prosciutto! Cos’è adesso, colpa mia?”
ORSA MARIANNA: “Ma no, dai,
non ti arrabbiare. Era un pensiero gentile, il prosciutto piace tanto, ai
ragazzi…Ma rischiare la vita, Giorgio…”
ORSO GIORGIO: “Rischiare la
vita?! ma figuriamoci. Non ci possono sparare più.”
ORSA MARIANNA: “Sei sicuro?”
ORSO GIORGIO: “Se ci sparano
gli danno delle multe che li rovinano, Marianna. Forse li mettono anche in
prigione.”
ORSA MARIANNA: “Non ci
credo.”
ORSO GIORGIO: “Non ci credevo
neanche io. Me l’aveva detto, Antonio…”
ORSA MARIANNA: “Antonio è un
vecchio rimbambito.”
ORSO GIORGIO: “Sì, ma guarda
la tv degli uomini tutto il giorno, è fissato coi programmi di Piero Angela,
sai quelli sugli animali che ci racconta sempre? E’ così, ti dico. Non ci
possono più sparare. Anche stavolta: il padre ce l’aveva, la doppietta, stava
lì appesa in cucina, gli bastava allungare una mano e la prendeva, e invece cos’ha
fatto?”
ORSA MARIANNA: “Cos’ha
fatto?”
ORSO GIORGIO: “Si sono chiusi
in camera, dietro una porta che con una zampata la buttavo giù.”
ORSA MARIANNA: “E basta?!”
ORSO GIORGIO: “E basta.
Guarda, ci sono rimasto a bocca aperta. La sorpresa, ma soprattutto, non so…non
ho voglia di parlarne, Marianna, lasciami stare…”
ORSA MARIANNA: “Non tenerti
tutto dentro, Giorgio, che poi stai male…sfogati, su…”
ORSO GIORGIO [pausa]: “Non è giusto, Marianna. Non è
naturale. Ci trattano come…come se fossimo…non lo so, è…”
ORSA MARIANNA: “Ma non è
meglio se non ci possono più sparare, scusa?”
ORSO GIORGIO: “Sì, però no,
non è meglio. Cazzo, guarda qua…”
ORSA MARIANNA: “Giorgio!
Certe parole! Ci sono i ragazzi di là!”
ORSO GIORGIO: “Ma vaff…scusa.
Scusa, hai ragione. Insomma: guarda qua, le vedi queste zampe? Li vedi questi
denti? Lo sai che se volevo me li sbranavo tutti, dal primo all’ultimo?”
ORSA MARIANNA: “Ma certo,
caro, lo so, lo so…”
ORSO GIORGIO: “E’ che loro,
loro non lo sanno più! Non sanno più niente, Marianna! Ci trattano come se
fossimo finti, ecco! Degli orsetti di pezza!”
ORSA MARIANNA: “Ma no, dai,
adesso esageri…”
ORSO GIORGIO: “C’era un
patto, sì o no?”
ORSA MARIANNA: “Certo che
c’era un patto, c’è ancora il patto! E’ antico come il mondo! “Orso mangia uomo
solo per non morire di fame, uomo uccide orso solo per non farsi mangiare.”
ORSO GIORGIO: “E invece non
c’è più, il patto. Siamo una cartolina per turisti, altro che patto. Li ho
sentiti, sai? Chiusi in camera, telefonavano alla Forestale – ah, tra l’altro
non c’è più, la Forestale ,
lo sapevi? C’è un’altra roba che non ho capito bene. E dalla pseudoforestale
gli rispondevano, ‘Mi raccomando, restate calmi e non fate male all’orso…’ Non
fate male all’orso! Ti rendi conto? Peso 150 chili, con una zampata gli stacco
la testa e loro ‘Non fate male all’orso!’ [pausa]
Che umiliazione, che vergogna…”
ORSA MARIANNA: “Su, dai…sarà
un momento così…non ti fare il sangue cattivo…”
ORSO GIORGIO: “Mi è venuta
una botta di depressione che mi sono seduto lì in cucina e mi sono scolato
dieci bottiglie di birra. Quando mi hanno sparato l’anestetico ero già mezzo
ubriaco. [piange]”
ORSA MARIANNA [lo abbraccia]: “Su, su…cosa te ne
importa, poi…sono uomini, no? sono diversi. Ce ne restiamo tra noi, in
famiglia, con gli amici…lasciali perdere quelli.”
ORSO GIORGIO: “Ma sì, hai
ragione tu. [pausa] Però cosa vuoi
che ti dica? Mi dispiace. Una volta erano diversi.”
ORSA MARIANNA: “Gli uomini?”
ORSO GIORGIO: “Gli uomini,
sì. Erano strani, è vero. Piccoli, deboli, senza artigli, senza zanne, senza
pelliccia, eppure…eppure…”
ORSA MARIANNA: “Eppure erano
come noi, vero?”
ORSO GIORGIO: “Sì. Quasi.
Quasi come noi.”
Letto, confermato e sottoscritto
L’UFFICIALE DI P.G.
M.o Osvaldo Spengler
(*) "Trattasi"
- tanto per non cambiare stile, quello della
Benemerita... - di ricostruzioni che sono frutto della
mia fantasia di autore e commediografo. Qualsiasi riferimento
a fatti o persone reali deve ritenersi puramente casuale.
(Roberto Buffagni)
Chi è il
Maresciallo Osvaldo Spengler? Nato a Guardiagrele (CH) il 29 maggio
1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg am Harz
emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra dei
Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere
riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato
postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo
conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur
frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al
conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò
recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e
sgomento della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui
addotta: “Non mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a
obbedir tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in
alcune indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile
Pino Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su
“Tangentopoli”, perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima
ed eterodossa che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a
chiedere il trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi
per la sala ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose
testualmente: “Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”
***
Roberto Buffagni è un autore teatrale. Il
suo ultimo lavoro, attualmente in tournée, è Sorelle d’Italia – Avanspettacolo
fondamentalista,
musiche di Alessandro Nidi, regia di Cristina Pezzoli, con Veronica Pivetti e
Isa Danieli. Come si vede anche dal titolo di questo spettacolo, ha un po’ la
fissa del Risorgimento, dell’Italia… insomma, dell’oggettistica vintage...