L' Italia al voto referendario
E se vincesse il Sì?
Le ragioni del Sì sono meno
manifeste di quelle del NO.
Ciò potrà portare ad un risultato temuto da molti, i quali votano pochi
rappresentanti, i quali – a loro volta – si sono poco o nulla
affaccendati (o "affeccendati", perdonate il neologismo) a
strutturare una alternativa politica credibile, più preoccupati di riuscire a
disarcionare Renzi che a trovare una "governabilità alchemica" che
VADA OLTRE – è il caso di usare questa espressione, a buon intenditor… – le
facili, ma sterili, promesse elettorali iperabusate.
Insomma, finalmente, lo stucchevole "lui è peggio di me", sembra stia
per segnare il passo per manifesto anacronismo populista, in favore di "io
sono meglio di lui e lo dimostro". Era ora.
Ed è quì il punto.
Come si accennava in principio, occorre mettere in conto, nel computo dei voti
totali, che – questa volta e una volta di più – le proiezioni saranno diverse
dai risultati per quel tanto che basterà.
Anche se gli ultimi dati confermano una ripresa del fronte del Sì, sarà
comunque un testa a testa con finale a sorpresa.
Analizziamo, ma ipotizzando (sono dati di fantasia, stime per difetto):
- Astenuti fisiologici:
30% sul totale degli aventi diritto di voto
- Delusi ed ex
populisti: 20% sul totale degli aventi diritto di vito
Senza quorum, e con un 50% affidato al destino cinico e baro, l'ago della
bilancia diventerà una daga alla gola per chi non ha preparato bene il campo di
battaglia.
Vediamo (sempre dati ipotetici) il campione relativo per categoria elettorale:
- Bugiardi
"Sì": 90%
- Bugiardi
"NO": 0%
- Terza età: 90% per il
"Sì"
- Mezza età: 50%
- Giovani: 60% per il
"NO"
Essendo l'Italia un Paese "vecchio", questa stima sembra essere
sbilanciata verso il Sì, soprattutto perché i bugiardi di quella fazione –
ovvero, quelli che dichiarano di votare NO, ma nel buio dell'urna faranno il
contrario o annulleranno la scheda – costituiranno la differenza, quell'ago di
bilancia cui si faceva riferimento.
Insomma, se vincerà il Sì, si tirerà a campare; se vincerà il NO, partirà il
"rubabandiera" della politica, tra parvenu, populismi e proposte più
o meno serie, ovviamente non supportate – più per capriccio che per
lungimiranza – da un establishment sconfitto alla maniera Trump, ma con
possibilità economiche notevolmente inferiori, se non inesistenti.
Soltanto uno sciocco populista può pensare di far politica senza pecunia, la
quale "non olet", ma ha sempre colore.
Comunque vada, il grande sogno proibito di Berlusconi (e di un'Italia che
poteva funzionare) vola via come un palloncino che sfugge dalle mani di una
bambina nata zoppa ed invecchiata male: la Democrazia.
Carlo Pompei
Carlo Pompei Falcone,
classe 1966, “Romano de Roma”. Appena nato, non sapendo ancora né
leggere, né scrivere, cominciò improvvisamente a disegnare. Oggi, si divide tra
grafica, impaginazione, scrittura, illustrazione, informatica, insegnamento ed…
ebanisteria “entry level”.
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