Il riflesso carnivoro
Non
c’è nulla di peggio della fusione dei due poteri, laico e religioso, contro
qualcuno o qualcosa. Si pensi al divieto “coevo”, posto dal Prefetto e
dall’Arcivescovo di Bari alla celebrazione di
“una messa in
suffragio di un boss ucciso in Canada” (*)
Inutile qui discutere delle ragioni formali invocate dalle autorità civili e religiose, dal
momento che il punto è un altro. Quale? Che in una società libera, almeno in
linea di principio, lo Stato dovrebbe
occuparsi di altro. Invece, la
Chiesa sì.
Il
boss, in vita, non si è comportato bene?
Ha peccato? Non è degno, neppure di una
Messa di suffragio? Ok, ma sia la
Chiesa a decidere. E per prima. Ovviamente, senza nascondersi, dietro
motivazioni procedurali. Dica chiaro e netto, che si tratta di un peccatore,
eccetera, eccetera. Anche perché la presa di posizione può servire come esempio per altre pecorelle smarrite. Ma che addirittura, sia lo
Stato a pronunciarsi per primo e la
Chiesa seguire a rimorchio il Prefetto, è veramente incoerente.
Si
dirà, la mafia va combattuta con ogni
mezzo. Che male c’è, se Stato e Chiesa si coalizzano per una buona causa?
Giusto. E se però un giorno, si coalizzassero, invocando lo
stesso criterio, contro le messe in
suffragio di un difensore dei diritti
civili dei gay? Oppure di un avversario
del matrimonio tra persone dello stesso sesso? Sarebbe la peggiore forma di dittatura.
Proprio
ieri, parlavamo dello stato di eccezione, quindi della necessità, nelle
emergenze di sorvolare sui princìpi, per contrastare il nemico alle porte. Si
tratta di aderire a una logica, politica
e sociologica (della sopravvivenza, per semplificare), che ha una sua fondatezza nei fatti nudi e crudi. Che però, sul piano dell’opzione, riguarda i poteri pubblici, non quelli
religiosi. Nel senso che la
Chiesa , a differenza dello Stato, proprio perché non essendo di questo mondo ma dovendo parlare al mondo (per riprendere un detto famoso), dovrebbe essere accanto a tutti,
misericordiosamente, come del resto ci ripete Papa Francesco quasi ogni giorno.
Ergo, anche a un boss mafioso. Defunto. Quindi non più di questo mondo.
E
invece no. Per quale ragione? Perché la
Chiesa cede al riflesso carnivoro di questo mondo, accodandosi, per sopravvivenza, alle decisioni delle istituzioni pubbliche. Il che prova due cose: uno, che la
sociologia e la metapolitica sono
scienze esatte (o quasi...), almeno in questo mondo, e, due, che la Chiesa ,
nonostante i grandi proclami, è di
questo mondo. Proprio non ce la fa,
insomma, ad elevarsi.
Ciò prova anche una terza cosa: chela Chiesa non è neppure liberale. Ma forse questo, già si sapeva…
Ciò prova anche una terza cosa: che
Carlo
Gambescia
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