A proposito delle polemiche ( e non solo,
purtroppo) su “Stato civile”
Le
società sono meccanismi delicati. Dal punto di vista delle classi dirigenti, occorrono prudenza e senso della misura. Senza, ovviamente, trascurare l'importanza di un diffuso rispetto verso l' altro (cosa in verità più difficile da ottenere, considerata la natura pericolosa dell'uomo). Valori che
servono come correttivi per evitare che lo specifico sociologico, cioè
quell’elemento processuale e collettivo che assumendo
forza propria tende ad andare oltre le scelte iniziali degli attori individuali (se si
vuole, motivate dall’etica delle intenzioni), trasformando le opposizioni
ideali in contrasti verbali e i contrasti in feroci conflitti reali. Chiamasi, anche, eterogenesi dei fini sociali(da individuali a collettivi).
Si tratta di un meccanismo a spirale, che può
divenire incontrollabile, a prescindere, dai meccanismi legislativi, posti in
essere per evitare opposizioni, contrasti e conflitti. Dal momento che sul piano collettivo ( della generalità delle opinioni e della logica a spirale, di un individuale che si fa collettivo attraverso l' emulazione al ribasso fondata sulla semplificazione emotiva), il legale, ciò che è
sancito dalla legge, non sempre coincide con il giusto: non il giusto in senso assoluto, ma con il giusto,
secondo alcuni gruppi sociali. Che, in quanto tali, si
esprimono, come possono, più in base alle
emozioni e ai riflessi carnivori collettivi che a ragionate cognizioni individuali: la conoscenza, piaccia o meno, sociologicamente parlando, si trasforma in virtù solo per pochi. Di qui,
l’inevitabile riprodursi di opposizioni,
contrasti, conflitti collettivi, dagli esiti imprevedibili e assai pericolosi per l’ intera organizzazione sociale.
Si
pensi alle polemiche sui Social, sconfinate nell’aggressione verbale (per ora),
a una coppia di ragazze sarde, seguite alla programmazione di “Stato civile”,
trasmissione rivolta a celebrare, all’insegna dell’identità tra legale e
giusto, il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Parlavamo
di prudenza, senso della misura,
rispetto dell’altro. Doti, di cui, come detto, dovrebbero disporre le classi dirigenti e
colte: al centro, almeno in teoria, di ogni equilibrio sociale e organizzativo. E invece... Ci spieghiamo meglio.
Dal punto di vista di una società dei
diritti civili va benissimo,
l’istituzione dei registri e quant’altro (per quel che ci riguarda siamo favorevoli anche alle adozioni), ciò che non va bene è lo sbattere in faccia a chi la pensi
diversamente, come giusta in assoluto, l’identità tra legalità e giusto relativo (a un certo gruppo
che condivide quei valori relativi),
frutto avvelenato di una specie di riflesso carnivoro sociale, che evidentemente non si riesce a controllare neppure in alto: quel voler
stravincere, fino al punto di umiliare e distruggere l’avversario, presentato come nemico assoluto.
Si
dirà, “Stato civile” ha una funzione
educativa. No, egemonica, nel senso che si propaganda, a colpi di riflessi
carnivori, insieme al diritto
(sacrosanto per alcuni, e anche per chi scrive), uno stile di vita (meno
sacrosanto per altri, ad esempio i cattolici, ma indifferente per chi scrive). Suscitando inevitabilmente, per reazione,
i riflessi carnivori di questi ultimi - i cattolici - lungo la scala dell'intelligenza collettiva, che, come noto, degrada in chiave emozionale, man mano che si scende socialmente. E per tutti, ovviamente, cattolici o meno. Ora, che questo processo di degradazione sia favorito dalla Tv di stato è
vergognoso, perché si fa
coincidere, in chiave assolutistica, legale e giusto: classico comportamento da stato padrone dell'etica del discorso pubblico. Roba totalitaria o giù di lì. Anche le persecuzioni degli Ebrei nella Germania
hitleriana erano ritenute giuste perché legali. Ovviamente, lo erano solo per i giuristi
e i legislatori nazionalsocialisti…
E
che lo stato - liberale per giunta - si schieri televisivamente, ancora peggio se
scolasticamente, con una delle parti in campo, rischia di trasformare, secondo
un meccanismo a spirale, le opposizioni ideali in contrasti di idee, e i
contrasti di idee in guerre civili. E qui torniamo allo specifico sociologico, la
cui pericolosità, come si spera di avere spiegato, andrebbe tenuta in seria considerazione,
evitando di inasprire animi e posizioni dal momento che il livello cognitivo medio, soprattutto sul piano del controllo delle reazioni, è piuttosto basso: basta poco per far scivolare l'individuo - processo ora facilitato dai meccanismi irriflessivi dei Social - nel "collettivismo" dell' istintuale e del carnivoro.
Attenzione, il principio dello specifico sociologico, vale pure per gli oppositori cattolici: in una società complessa, su basi relativistiche, anche l’idea della famiglia, per così dire, tradizionale, rappresenta una delle opzioni in campo. Servono quindi, da tutte le parti, soprattutto se dirigenti, senso della misura, prudenza e rispetto dell’altro.
Ecco perché trasmissioni come “Stato civile” non aiutano.
Attenzione, il principio dello specifico sociologico, vale pure per gli oppositori cattolici: in una società complessa, su basi relativistiche, anche l’idea della famiglia, per così dire, tradizionale, rappresenta una delle opzioni in campo. Servono quindi, da tutte le parti, soprattutto se dirigenti, senso della misura, prudenza e rispetto dell’altro.
Ecco perché trasmissioni come “Stato civile” non aiutano.
Carlo Gambescia
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