L’attentato jihadista di Berlino
Il nemico, questo sconosciuto
Parlare del nemico il giorno di Natale, può sembrare
non appropriato, perché soprattutto quando si celebra la Natività , come insegna
una certa tradizione cristiana (movimentista più che istituzionale), si
dovrebbe porgere l'altra guancia, o comunque occuparsi dei poveri e dei
bambini. Il tradizionale pranzo natalizio della Caritas riassume bene questo
atteggiamento. Che dire? Chi ci crede si accomodi pure, noi preferiamo occuparci anche oggi di questioni più serie.
Nel nostro libro Passeggiare tra le rovine (*) ci interroghiamo, tra le altre
cose, su una questione interessante. Qual è il principale
segnale di decadenza di una civiltà? Quello di non
saper più riconoscere il nemico. Attenzione, parliamo della fisiologia
del comportamento politico, che implica il riconoscimento del nemico (come
dell’amico o alleato), e non del suo lato patologico: quel
pretendere di fare la guerra per la guerra. Un esempio della prima
politica, per i tempi moderni, può essere rappresentato dall’Impero britannico,
della seconda, dal Terzo Reich hitleriano.
Ora, l’Europa e l’Occidente, come provano le reazioni
all’ennesimo attentato jihadista, sembrano non capire che siamo in
guerra e che il nemico punta decisamente alla nostra distruzione. Quale
nemico? l’Islam, politicamente radicale (il che però non alleggerisce la
connivenza, quantomeno di tipo passivo, dell’Islam moderato, nelle sue varie
tendenze e divisioni religiose): un’inimicizia sostanzializzata sul campo, dal
minuscolo (per ora) stato islamico di confessione sunnita. Senza
però dimenticare che l’universo sciita che si contrappone all’Isis non
è certo più tenero nei riguardi dell’Occidente… Insomma, pur non
marciando uniti, sunniti e sciiti, come dire, “colpiscono” insieme, almeno in termini
di durissimo conflitto ideologico-politico, come prova il
comune e smisurato odio verso lo stato d’Israele, odio, come dire riflesso,
verso un’ importante avamposto della nostra civiltà.
Insomma, un camion, guidato da un terrorista dell’Isis, massacra, sotto Natale inermi cittadini. E qual è la prima reazione politica, non solo in Germania, della sinistra ? Continueremo ad accogliere immigrati, come prima. E della destra? Chiudiamoci a riccio, non facciamo più entrare nessuno. Sono due reazioni, che ignorano un fatto politico: che il nemico ci ha dichiarato guerra e che vuole distruggerci. Non basta porgere l’altra guancia o chiudersi in casa.
Insomma, un camion, guidato da un terrorista dell’Isis, massacra, sotto Natale inermi cittadini. E qual è la prima reazione politica, non solo in Germania, della sinistra ? Continueremo ad accogliere immigrati, come prima. E della destra? Chiudiamoci a riccio, non facciamo più entrare nessuno. Sono due reazioni, che ignorano un fatto politico: che il nemico ci ha dichiarato guerra e che vuole distruggerci. Non basta porgere l’altra guancia o chiudersi in casa.
Morale: destra e sinistra, all’unisono, non
vogliono rispondere alla guerra con la guerra. In qualche misura,
nazionalismo (destra) e internazionalismo (sinistra) finiscono per
abbracciarsi, perché non riescono a comprendere che l’egoismo e
l’altruismo non pagano. Serve il realismo politico: che
insegna che il nemico va sradicato subito, e con ogni mezzo, per quattro
ragioni: 1) per evitarne il rafforzamento; 2) come monito verso i
possibili “emulatori”; 3) come “ginnastica” militare; 4) come crescita del
tasso di autostima nei propri valori.
Certo, non ci sfugge, quanto il cinismo
governi il rapporto tra gli stati, e come sia difficile,
quando non c’è convergenza di interessi, la nascita di un’
alleanza. Però qui siamo dinanzi a qualcosa di più grave, l’incapacità di
comprendere che la minaccia islamica, oltre ad essere il portato di un’inimicizia
secolare (quindi un fatto storicamente radicato), sia un’autentica sfida di
civiltà: qualcosa che dovrebbe unificare valori e interessi
contro il nemico principale. E invece, purtroppo, ci si balocca con i buoni
sentimenti o si sognano le croci di fuoco sotto casa.
Il che, comunque la si metta, Natale o meno, è un
segno inconfutabile di decadenza.
Carlo Gambescia
Gentile Carlo, la seguo sempre con molto piacere, posso chiederle di essere più dettagliato in proposito? Come Europa dovremmo dovremmo occupare la Siria per sradicare l'ISIS? Quali sono gli altri nemici e quali mezzi dovrebbe usare l'Europa? Invasioni preventive? E sul piano interno? Grazie
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