martedì 6 dicembre 2016

Arma dei Carabinieri (*)
Nucleo di Polizia Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268 C.P.P.)
L'anno 2016, lunedì 5 dicembre, in [omissis] presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo Spengler
FATTO

Nel corso dell'attività tecnica di monitoraggio ambientale svolta nell'ambito della procedura riservata n. 666/2, autorizzazione CONCISTORO DEGLI INCAPPUCCIATI 7932/3a [Operazione “GRANDE INQUISITORE” N.d.V.] è stato effettuata in data 04/12/2016, ore 16,25, la registrazione delle seguenti conversazioni, tenutesi presso il Cimitero del Verano (Roma).
[omissis]





MORTO UNO: “Ragazzi, qua stiamo messi male. Statisticamente, l’affluenza dei visitatori è in calo del 37,45% rispetto allo stesso giorno dell’anno scorso.”
MORTO DUE: “Non fiori ma opere di bene…”
[i MORTI ridono]
MORTO TRE: “C’è il referendum.”
MORTO UNO: “Come, scusa?”
MORTO TRE: “Il referendum. Il referendum costituzionale. Vanno a votare, non hai sentito i becchini?.”
MORTO UNO: “E nessuno mi dice niente? Come le faccio le statistiche così?”
MORTO QUATTRO: “Ma perché le fai, dico io.”
MORTO UNO: “E’ il mio mestiere, no? Poi, anche per occupare il tempo, per tenermi attivo…”
MORTO QUATTRO: “Per sentirti vivo…”
MORTO UNO: [pausa]: “…In un certo senso…”
MORTO QUATTRO: “Scusa, tu quando sei morto?”
MORTO UNO: “Il 12 settembre del 1992.”
MORTO QUATTRO: “A che ora?”
MORTO UNO: “Alle 14,38.”
MORTO QUATTRO: “Ragazzi, voi quando siete morti?”
MORTO DUE: “Mah, più o meno nel…ahò, sai che nun m’aricordo?
MORTO TRE: “Io è un pezzo.”
MORTA CINQUE: “Io non dev’essere tanto, mio marito viene ancora a portarmi i fiori…”
MORTO QUATTRO [a MORTO UNO]: “Visto?”
MORTO UNO: “Visto cosa?”
MORTO QUATTRO: “Sei morto, caro, ma credi di essere vivo.”
MORTO UNO: “No, cioè, lo so che sono morto, ma…”
MORTO QUATTRO: “Ma cosa?”
MORTO UNO: “…ma, insomma…”
MORTO QUATTRO: “Non ti piace, essere morto?”
MORTO UNO: [pausa]: “No.”
MORTO QUATTRO: “Però, vedi: lo sei. Lo dico per te, sai? Stai peggio, se non accetti che sei morto.”
VOCI DI MORTI CHE SI ACCAVALLANO: “E’, vero, è vero…e datte ‘na carmata…sei morto, e che sarà mai…siamo la maggioranza….la maggioranza silenziosa…”
MORTO UNO: [piange sommessamente] “E’ che…è che… [singhiozza] mi vergogno di essere morto, ecco!”
[PAUSA]
MORTO QUATTRO [a MORTO UNO]: “Stai meglio?”
MORTO UNO [tirando su col naso]: “Sì. Sì, grazie.”
MORTO QUATTRO: “Vedi che passa tutto? Te lo dico perché lo so, sono il più vecchio, qua. I vivi credono che muori e bam, sei morto. Falso! Magari! Ti ci devi abituare, a essere morto, e non è facile. [pensieroso] No, non è per niente facile…ci vuole tanto tempo, tanta modestia…”
MORTO UNO: “Grazie. Grazie, davvero.”
MORTO QUATTRO: “Prego. Se permetti, un consiglio: non ti devi vergognare.
MORTO DUE: [a MORTO UNO]“Cià raggione er professo’, sei morto, chettefrega?”
MORTO QUATTRO: “In parole povere, è così. Non ti devi vergognare più, è una cosa da vivi la vergogna. Vedi anche adesso i vivi? Hanno dei disastri che la metà basta, non sanno come uscirne, si vergognano, e cosa fanno?”
MORTO TRE: “Il referendum, fanno.”
MORTO QUATTRO: “Esatto. Sulla Costituzione. Mah. Ti pare logico?”
MORTO DUE [a MORTO UNO] “ ‘A coso! Statistica, dico a te! Su cor morale, che nun sei solo! ‘A more’! Stamme a senti’! So’ morti pure loro! Solo che se credono d’esse vivi, tale e quale a te!”

Letto, confermato e sottoscritto
L’UFFICIALE DI P.G.
M.Osvaldo Spengler

(*) "Trattasi" -   tanto per non cambiare stile,  quello  della  Benemerita...  -   di ricostruzioni che sono  frutto della mia  fantasia di  autore e commediografo.  Qualsiasi riferimento  a fatti o persone  reali  deve ritenersi puramente casuale. (Roberto Buffagni)

Chi è il  Maresciallo Osvaldo Spengler?  Nato a Guardiagrele (CH) il 29 maggio 1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg am Harz emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra dei Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e sgomento della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui addotta: “Non mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a obbedir tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in alcune indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile Pino Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su “Tangentopoli”, perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima ed eterodossa che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a chiedere il trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi per la sala ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose testualmente: “Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”
***

Roberto Buffagni è un autore teatrale. Il suo ultimo lavoro, attualmente in tournée, è Sorelle d’Italia – Avanspettacolo fondamentalista, musiche di Alessandro Nidi, regia di Cristina Pezzoli, con Veronica Pivetti e Isa Danieli. Come si vede anche dal titolo di questo spettacolo, ha un po’ la fissa del Risorgimento, dell’Italia… insomma, dell’oggettistica vintage...






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