lunedì 29 dicembre 2014

La sinistra delle tasse
Mancava solo Tito Boeri all’Inps




La sinistra è solo tasse, tasse, tasse. Gli italiani imbevuti di  cultura familistica da questo orecchio sembrano non sentire: credono nella favoletta dello stato-provvidenza ed, eventualmente, nella possibilità dell’ evasione-fa-da-te.   Né,  a dire il vero, la destra politica ed  economica mostra maggiore maturità , perché da sempre è  in prima linea -  politici,  grandi e piccole imprese, partite Iva, perfino gli ambulanti - per papparsi, appena si presenta l'occasione, finanziamenti pubblici a pioggia: da quello ai partiti agli  sconti-Fiat  fino ai contributi per l’imprenditoria giovanile (o meno) e per la salvaguardia degli asinelli pugliesi...
Insomma,  un quadro disastroso. Non si salva nessuno. In Italia un movimento dello stesso vigore del  Tea Party  non sorgerà mai. La nostra,  a differenza degli Stati Uniti, è la nazione  dell’Individualismo Protetto e degli sprechi di denaro pubblico, delle partecipate, delle convenzioni sanitarie. E, ovviamente, della conseguente corruzione.  
Per uscirne vivi  lo  stato dovrebbe fare un bel  passo indietro. Ma i primi a non volerlo sono proprio gli italiani che ingenuamente  credono  nella  favoletta delle tasse a fin di bene. Il nostro  è il  paese del "lavoro per la pensioncina", "pochi ma sicuri"...   E così   si  nazionalizza l’Ilva  e si nomina  alla presidenza  Inps Tito Boeri, economista di sinistra dal grilletto contributivo  facile.  Invece di sciogliere un immondo baraccone pubblico che succhia denaro ai cittadini,  per tornare alle mutue associative, professionali  e volontarie,  Renzi  (che da  uomo di sinistra ha le tasse nel Dna),   lo  regala a  un fanatico del contributo di solidarietà.    Si legga qui, come Boeri  vuole sanare lo “squilibrio” della macchina mangiasoldi di via dell’Amba Aradam:   

«Potrebbe perciò essere preferibile operare con progressività, avendo aliquote che crescono con l’importo della pensione. La progressività dovrebbe però essere molto marcata (giungendo a chiedere un contributo sullo squilibrio fino al 50 per cento per le pensioni più alte) per raccogliere più di 4 miliardi di euro.
In particolare ecco come potrebbero essere strutturate le aliquote :
- 20 per cento dello squilibrio su pensioni tra 2mila e 3 mila euro
- 30 per cento dello squilibrio su pensioni tra 3 mila e 5 mila
- 50 per cento dello squilibrio su pensioni superiori 5 mila»

Capito?  Poveri noi.
Due  cose, infine.
La prima:  Che ne pensa il professor Bagnai? Bene, di sicuro. Visto che si tratta di un compagnuccio  di banco (politico).
La seconda: il principio di progressività  è roba da socialismo reale, introdotta nella Costituzione dai cattocomunisti  per mitologiche  ragioni punitive verso il  “grande capitale”.  Anche se, a  dire il vero,  non dispiaceva e dispiace  anche ad alcuni politici ed economisti liberali (macro-archici, di sinistra).  Nessuno è perfetto. Purtroppo. 

Carlo Gambescia


  

Nessun commento:

Posta un commento