martedì 9 dicembre 2014

  Come formare un  nuovo "ceto politico"?   
I Custodi  del Popolo
di Giuliano Borghi



I Cittadini regnano, il ceto politico governa come l’anima del popolo. Le “buone costituzioni” sono necessarie, indispensabili, ma per farle vivere, per farle coincidere il più possibile con la volontà dei cittadini, occorre che i loro “rappresentanti” siano reclutati in un trasparente ambiente umano, e poi obbligatoriamente formati in alte scuole di formazione, dove il carattere vinca sullo spirito gestionale, la perspicacia sul cinismo, la saggezza pratica sulla credenza ideologica, il senso di appartenenza alla Città sull’egoismo di classe e di gruppo, la competenza tecnica sulla genericità. Ancor prima d’essere istituzionale, il problema dei rappresentanti i Cittadini, è culturale, e quella che è in gioco è la possibilità di una politocrazia con cuore aristocratico.
Alla Politica, alle sue istituzioni, ai suoi attori costituzionali è richiesta volontà, forza e capacità per decisioni che riguardino il “bene comune”, registrato almeno, se di più non fosse possibile, su quella speciale “amicizia utilitaristica “che si giustifica su “l’interesse di tutti”. 
Decisiva è, al riguardo, la formazione di quel rango politico che, per una propria scelta, vorrà farsi carico della cosa pubblica. Se è scontato che ogni cittadino ha diritto di chiedere di far parte di esso, tuttavia, proprio per l’alto compito della quale intende incaricarsi, quello pari a un custode del popolo, che lo obbliga ad uscir fuori dal foro privato dell’interesse individuale per entrare in quello politico dell’interesse pubblico, occorre un qualche atto che ne ritualizzi il passaggio.
In fin dei conti, se ad ogni individuo è chiesta una qualche vocazione e una precisa preparazione per la professione che intende esercitare, perché queste non devono essere pretese, a maggior ragione dato che si tratta della  salus populi, da chi vuole agire nella Politica?

Scelta e revoca  dei  Rappresentanti 
Albo nazionale
Coloro che intendono farsi Rappresentanti del popolo, perché convinti che in loro vibri più forte e più sentito il richiamo alla “cosa pubblica” e perché disponibili a preporre la vita pubblica alla loro privata, 1) dopo aver frequentato con merito un Alta scuola di formazione, devono iscriversi in uno speciale Albo nazionale dei Rappresentanti, 2) previa assunzione pubblica dei voti di servizio e di povertà, da osservare per tutta la durata del mandato parlamentare. Alla costituzione e al buon funzionamento delle Scuole di formazione possono essere deputate libere associazioni di cittadini, che controllino le qualità dei futuri rappresentanti i loro interessi, le loro passioni, le loro idee. Tali associazioni,  pur consapevoli del loro necessario carattere di parte, devono impegnarsi, comunque, a dare piena consapevolezza che questa naturale condizione iniziale dei candidati politici deve obbligatoriamente capovolgersi in parte totale, qualora chiamati a governare. Agli eletti, per la sola durata del mandato, viene dato il godimento del reddito di cittadinanza, quale base materiale che rende attiva quella dimensione della Cittadinanza sulla quale poggia il diritto dei Cittadini di essere   “rappresentanti”.

 Revocatio ad populum
Ai cittadini è riservato esclusivamente l’uso della revocatio ad populum, procedura giuridica con la quale revocare immediatamente il rappresentante del popolo quando conflitti di interesse privato dovessero farlo tralignare dal suo compito pubblico e quando sue scelte o sue decisioni soggettive dovessero mettere in discussione il patto stipulato con i cittadini che lo hanno eletto.

Giuliano Borghi


Giuliano Borghi, docente di filosofia politica nelle università di Roma e Teramo. Ha pubblicato studi su Evola, Platone, Nietzsche, il pensiero tragico e la filosofia della crisi.  Si occupa in particolare dei rapporti tra pensiero politico ed economico dal punto di vista dell'antropologia filosofica.


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