Come formare un nuovo "ceto politico"?
I Custodi del Popolo
di Giuliano Borghi
I Cittadini regnano, il ceto
politico governa come l’anima del
popolo. Le “buone costituzioni” sono necessarie, indispensabili, ma per
farle vivere, per farle coincidere il più possibile con la volontà dei cittadini, occorre che i loro “rappresentanti” siano
reclutati in un trasparente ambiente umano, e poi obbligatoriamente formati in alte scuole
di formazione, dove il carattere vinca sullo spirito gestionale, la
perspicacia sul cinismo, la saggezza pratica sulla credenza ideologica, il
senso di appartenenza alla Città
sull’egoismo di classe e di gruppo, la competenza tecnica sulla genericità.
Ancor prima d’essere istituzionale, il problema dei rappresentanti i Cittadini, è culturale, e quella che è
in gioco è la possibilità di una politocrazia
con cuore aristocratico.
Alla Politica, alle sue istituzioni,
ai suoi attori costituzionali è richiesta volontà, forza e capacità per
decisioni che riguardino il “bene comune”, registrato almeno, se di più non
fosse possibile, su quella speciale “amicizia utilitaristica “che si giustifica
su “l’interesse di tutti”.
Decisiva è, al riguardo, la
formazione di quel rango politico che, per una propria scelta, vorrà farsi
carico della cosa pubblica. Se è
scontato che ogni cittadino ha diritto di chiedere di far parte di esso,
tuttavia, proprio per l’alto compito della quale intende incaricarsi, quello
pari a un custode del popolo, che lo
obbliga ad uscir fuori dal foro privato dell’interesse individuale per entrare
in quello politico dell’interesse
pubblico, occorre un qualche atto che ne ritualizzi il passaggio.
In fin dei conti, se ad ogni individuo
è chiesta una qualche vocazione e una precisa preparazione per la professione
che intende esercitare, perché queste non devono essere pretese, a maggior
ragione dato che si tratta della salus populi, da chi vuole agire nella
Politica?
Scelta e revoca dei Rappresentanti
Albo nazionale
Coloro che intendono farsi
Rappresentanti del popolo, perché
convinti che in loro vibri più forte e più sentito il richiamo alla “cosa
pubblica” e perché disponibili a preporre la vita pubblica alla loro privata,
1) dopo aver frequentato con merito un Alta
scuola di formazione, devono iscriversi in uno speciale Albo nazionale dei Rappresentanti, 2)
previa assunzione pubblica dei voti di
servizio e di povertà, da osservare per
tutta la durata del mandato parlamentare. Alla costituzione e al buon
funzionamento delle Scuole di formazione possono essere deputate libere
associazioni di cittadini, che controllino le qualità dei futuri rappresentanti
i loro interessi, le loro passioni, le loro idee. Tali associazioni, pur consapevoli del loro necessario carattere
di parte, devono impegnarsi, comunque,
a dare piena consapevolezza che questa naturale condizione iniziale dei
candidati politici deve obbligatoriamente capovolgersi in parte totale, qualora chiamati a governare. Agli eletti, per la
sola durata del mandato, viene dato il godimento del reddito di cittadinanza, quale base materiale che rende attiva
quella dimensione della Cittadinanza sulla quale poggia il diritto dei
Cittadini di essere “rappresentanti”.
Revocatio ad populum
Ai cittadini è riservato esclusivamente
l’uso della revocatio ad populum,
procedura giuridica con la quale revocare immediatamente il rappresentante del popolo quando conflitti di interesse
privato dovessero farlo tralignare dal suo compito pubblico e quando sue scelte
o sue decisioni soggettive dovessero mettere in discussione il patto stipulato
con i cittadini che lo hanno eletto.
Giuliano Borghi
Giuliano Borghi, docente di filosofia politica nelle
università di Roma e Teramo. Ha pubblicato studi su Evola, Platone, Nietzsche,
il pensiero tragico e la filosofia della crisi. Si occupa in particolare
dei rapporti tra pensiero politico ed economico dal punto di vista
dell'antropologia filosofica.
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