lunedì 22 dicembre 2014

Al via la "corsa"  per  il Quirinale 2015
La destra  di Gresham  
senza candidati credibili



 Dal punto di vista della destra  liberale e democratica (escludendo i  centristi troppo morbidi e i populisti di ispirazione neofascista e leghista, impresentabili),  il  vero problema “strutturale”  sul  Colle, crediamo sia  quello  di non aver alcun candidato all’altezza della situazione:  né dal punto di vista politico  né culturale.Attenzione: problema strutturale,   nel senso che qualora  la destra avesse  i voti  per vincere,  non avrebbe comunque alcun  nome credibile da insediare al Quirinale.
Dei famosi professori di Berlusconi -   nell’ottica di una presidenza  einaudiana, "culturale" (non strettamente politica) -   si sono ormai perdute le tracce: alcuni sono morti (Colletti, Melograni), altri sono tornati agli studi (Rebuffa, Mathieu). Resterebbero  Pera e Martino, culturalmente validissimi, ma sui quali -  non se ne abbiano a male -  pesa l’ombra lunga del  dilettantismo politico (*).  Forse il solo professor Antiseri avrebbe tutte le carte in regola… Ma, da  quel che sappiamo, sembra da  anni  soffrire  di orticaria politica.  E per sposarsi (anche politicamente) si deve essere in due.   Quanto a  possibili candidati  baciati dalla fortuna mediatica come Sgarbi e altri  intrattenitori   non vale  neppure la pena di parlare.
Nemmeno esistono possibili candidati "politici",  della caratura  -  ma “posizionati” a destra -   di  Saragat, Pertini,  Cossiga.  La destra, in fondo, non possiede neanche  "tecnici"  - dello stesso livello -  di un Ciampi. Il corteggiatissimo professor  Cassese, che sembra piacere anche  a Berlusconi,  è sponsorizzato  dal centrosinistra.  Quanto a Monti, meglio stendere un velo pietoso (anche se in politica, mai dire mai…)  
Perciò non avendo alcun “suo”  candidato “forte” :   capace, pur essendo dichiaratamente di destra,  di imporsi  per “chiara fama”  e/o accreditate  capacità politiche, la destra sarà costretta a ripiegare, dopo aver magari  indicato un  puro candidato di  bandiera (magari qualche Yes Man  di Forza Italia),  su  nomi  di compromesso indicati dagli avversari.  Insomma,  ad andar  di lusso, la destra  rischia fortemente  di ritrovarsi  sul  Colle  un cerchiobottista di sinistra.   
Concludendo, per la destra  la questione non  è  istituzionale né politica, bensì  culturale.  Nel senso, se ci perdona la caduta di stile, di non avere  uno straccio di candidato "intellettualmente" credibile - per capacità e preparazione -  sul quale puntare prendendo in contropiede il  centrosinistra e costringendolo a trattare su  un nome friendly, ma di destra...  E qui non basta prendersela con  l’egemonia culturale della sinistra, bla bla bla.  Evidentemente,  c’è qualcosa che non funziona nel Dna di una destra, che definiremmo alla Gresham, dove la moneta cattiva  finisce sempre per scacciare quella buona…   
                                                                                                                        Carlo Gambescia    

 (*) Nel senso, per essere chiari, non della faciloneria,  ma  dell' "atleta"  politico, che "pratica" senza  fini di  lucro...              .               

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