lunedì 8 dicembre 2014

Ascesa e caduta di Gianni Alemanno
Sì, era il più bravo dei “colonnelli”

Fonte: https://www.facebook.com/56208847866/photos/a.10151864530537867.1073741871.56208847866/10152892268147867/?type=1&theater

Sembra che su Gianni Alemanno si stia per abbattere, come capita nei tifoni, la gigantesca onda d'urto,  capace di mandarlo a fondo definitivamente:  sui giornali infatti si legge di  sospetti  viaggi all’estero e  di  una  maxi-tangente.   Abbiamo scorso anche  una sua intervista al “Foglio” dove  con tono dimesso prova a difendersi,  parlando di  inchiesta gonfiata e di collaboratori scelti con poca cura a causa delle emergenze (politiche, economiche, criminali) che fin dall’inizio avrebbero aggredito la sua “sindacatura”.  Infine, sulla sua Pagina Fb  spicca una foto con Borsellino, datata 1990.  Una caduta di stile…
Naturalmente, ora che la nave sta per andare a fondo, i famigerati topi,  magari  da lui  gratificati, scappano, facendo finta di non averlo mai conosciuto.  Il che invece spiega la ragione del nostro post. Anche chi scrive ha conosciuto Alemanno, intorno alla metà degli anni Novanta,  quando non era sindaco, ma giovane ed emergente politico aennino.  Di lui  ci  colpirono due doti:  la non comune e mai banale  attenzione verso la cultura politica; la volontà di costruire una destra sociale, democratica, al tempo stesso attenta alle ragioni della comunità e dell’economia di mercato.  Alemanno era curioso, poneva domande intelligenti,  leggeva, scriveva, si applicava… Certo, mantenendo alcuni tic, magari solo di approccio,  tipici dell'ambiente neofascista.  Comunque stessero le cose, era  l’esatto contrario di un Gianfranco Fini.  Chi frequenta e/o studia  i politici,  ne conosce, nella media,  l’ignoranza, spesso grassa. Da questo punto di vista  Alemanno sembrava rappresentare un' eccezione. 
Quel che sia successo in seguito, non possiamo saperlo, anche  perché  di lì a breve le nostre strade si divisero. Però, nel momento in cui Gianni  Alemanno sta per andare a fondo e molti negano persino di averlo conosciuto,  riteniamo  giusto rivendicare pubblicamente  l’esatto contrario: sì lo abbiamo conosciuto  e tra i “colonnelli” di  Fini  era  il più bravo.

Carlo Gambescia  
                                                   

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