martedì 18 marzo 2014

L’ex sindaco e l’eredità di Blair
Matteo Renzi e la politica 
dell’offerta (di sinistra)



Ha ragione Matteo Renzi l’ “Europa non è la causa ma la soluzione dei problemi”.  E si dovrebbe spiegarlo a quei creduloni che,  affascinati dall’ennesima versione della teoria del capro espiatorio,  ritengono basti uscire dall’Unione Europea per risolvere con un colpo di bacchetta magica, problemi strutturali risalenti agli anni della Lira.
All’Italia serve, e non da oggi,  un cambio di mentalità:  meno stato più mercato, meno tasse più libera iniziativa. Il Paese deve aprirsi all’ Europa e al mondo. E non chiudersi.  Altro che politiche autarchiche, che ci impoverirebbero ancora di più…  Di riflesso, la politica dell’offerta (meno tasse e tagli alla spesa pubblica), che tanto piace alla Commissione Europea,  può essere il treno giusto, da non perdere, per provare a  cambiare, finalmente, l’Italia,   
Renzi sembra aver capito tutto ciò. Il problema, ovviamente, resta quello, come si dice in sociologhese,  di riuscire a implementare” le riforme promesse. L’ex  sindaco fiorentino ce la farà? Difficile dire.  Il che però spiega, per ora,  la buona accoglienza ricevuta in Francia e soprattutto in Germania.
Tuttavia, secondo alcuni economisti,   a una crisi da domanda, come quella attuale,  si dovrebbe rispondere con una politica della domanda (più  spesa pubblica,  più tasse).  Insomma,  fare l’esatto contrario, o quasi, di ciò che si propone di  mettere in pratica Renzi.  Punti di vista.
Ma perché quel  “quasi”?  L’ex, sindaco, da uomo di sinistra,  non disdegna, la redistribuzione  (si pensi al taglio fiscale per i dipendenti e alla  tassazione delle rendite finanziarie). Perciò,  a differenza di quanto sostengono i detrattori, il governo in carica, pur all’interno di una politica economica dell’offerta, sembra non aver dimenticato le sue origini politiche. Quindi -  semplificando -  esiste una politica dell’offerta di sinistra (che esclude la redistribuzione a favore dei redditi più bassi), così come ne esiste una di destra (che, quando e se redistribuisce,  tende a favorire i redditi  più elevati ).  
Infine,  come dicevamo all’inizio,  la scelta europea di Renzi  sembra essere priva di ripensamenti.  Il che, se unito alla politica dell’ offerta (di sinistra),  potrebbe  rappresentare un’ intelligente ripresa, in versione italiana, del blairismo, in particolare sotto l’aspetto delle politiche  economiche.

Un’ occasione, insomma,  per costruire finalmente, anche in Italia,  una sinistra  pragmatica,  riformista ed  europea. E quindi, in qualche misura,  capace di andare  oltre Blair. 

Carlo Gambescia

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