Modesta proposta per prevenire…
Come previsto, la Crimea , con percentuali
“bulgare” ha scelto la Russia. Ovviamente , reazione altrettanto prevedibile, Stati Uniti e alleati europei definiranno
il risultato del voto privo di qualsiasi valore. Di qui, probabilmente l’adozione di sanzioni
politiche ed economiche nei riguardi della Russia.
Non siamo esperti di geopolitica,
né fanatici sostenitori di improbabili alleanze euro-russe in funzioni
antiamericana, ma riteniamo che la questione ucraina sia, fin dall’inizio, di
pertinenza russa. Putin, come ci piacerebbe leggere, si muove lungo le linee storiche non solo
della politica sovietica ma di quella zarista, politica estera. Parliamo di una
politica estera che è sempre consistita,
dal consolidamento della Russia, come stato e potenza, nel tenere più lontano possibile dalle sue
frontiere i possibili nemici, a Ovest come a Est.
Anche se a dire il vero, resta difficile, soprattutto dal punto vista
concreto stabilire il giusto equilibrio,
tra difensivismo (piccolo russo) ed espansionismo (grande russo).
Ovviamente, il nostro giudizio di
analisti sarebbe ben diverso se ora fossero
in gioco i destini della Polonia, dell’Ungheria, della Romania, solo per
fare alcuni esempi, anche piuttosto facili. Dal momento che quel che
geopoliticamente vale per la
Russia - tenere lontano dai propri confini possibili nemici, non può non valere anche per l’Europa e di
riflesso per gli Stati Uniti, suo
principale alleato.
Certo, non è così semplice in concreto indicare con precisione i confini, considerate le infiltrazioni
culturali, tipiche di tutte i territori limitrofi. Ma, in genere, i
diversi attori politici, dovrebbero
sapere fin dove spingersi, almeno per
due ragioni
La prima, è che i conflitti, in tutte le loro forme,
sono molto costosi. Il che significa che
di regola vince l’unità politica, meglio
organizzata, capace di sostenere più a lungo il confronto. Di qui, la
necessità, di valutare con precisione i
rispettivi di livelli di “sostenibilità”
di una possibile escalation politico-militare.
La seconda, è che le guerre disturbano il tranquillo svolgersi
degli affari e del pacifico sviluppo economico e civile dei popoli. Ciò implica
che, alla fin fine, “perdono” tutti. Insomma, pur non escludendola guerra, perché è un mezzo politico come tanti altri,
si dovrebbe sempre fare il possibile per
evitarla.
Naturalmente le nostre sono
osservazione di tipo teorico, dal punto di vista di chi osserva i fatti usando
il metro della razionalità. Mentre, come
la storia insegna, gli osservati privilegiano le motivazioni irrazionali, dettate dalla boria, dall’avidità, dalla
paura. Sono sentimenti di cui - piaccia o meno - si deve tenere conto, dal
momento che la politica è al tempo stesso regno degli interessi e della
passioni.
Tuttavia, dal nostro punto di
osservazione, molto limitato, perché in fondo la razionalità è solo una delle
chiavi per comprendere l’agire umano, consiglieremmo alla Russia di accontentarsi e a
Europa e Stati Uniti di chiudere un occhio.
Carlo Gambescia
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