Gentile donna
Mestizia,
Le scrivo per
comunicarLe la preoccupata indignazione mia e del selezionato gruppo di
professionisti che mi onoro di rappresentare in qualità di Presidente
dell’Ordine. Da più parti si invoca e promuove il varo di una legge che
definisca e sanzioni il nuovo reato di “femminicidio”. In tanti anni di
attività professionale, esercitata in tutto il mondo ai massimi livelli, ho
avuto la gradita opportunità di lavorare con soggetti di ogni sesso: maschi,
femmine, transessuali, etc. Posso affermare, senza tema di smentita, che mai e
poi mai ho fatto discriminazioni di trattamento in base al sesso (o ad altra
qualsivoglia discriminante). Allo stesso codice deontologico si attengono
rigorosamente tutti i professionisti del nostro settore: settore nel quale le
infrazioni all’etica professionale sono sanzionate, glielo garantisco, con immediata,
estrema severità. Chiunque operi nel campo è soggetto al rischio professionale
di incorrere in complicazioni giuridiche. Per l’ operatore del settore, con
l’introduzione del nuovo reato politically correct di “femminicidio”, al
rischio di sanzione giudiziaria si aggiungerebbe il rischio di un grave danno
alla reputazione e alla dignità professionale. Che penserebbe, il committente
medio, del tecnico che incorresse nella sfortunata eventualità d’una condanna
per “femminicidio”? Come minimo, sarebbe indotto a sospettarlo di una fragilità
emotiva, di una passionalità capricciosa incompatibili con l’affidabilità
professionale. O peggio ancora, da quel momento in poi richiederebbe i suoi
servigi esclusivamente quando il soggetto da trattare sia di sesso femminile:
valuti Lei il danno, considerato che i soggetti trattati dal nostro ordine
professionale sono per il 91,4% maschi. Taccio poi, per non abusare della Sua
cortese ospitalità, l’ulteriore danno di immagine subito da tutta una categoria
di lavoratori che un’ opinione pubblica amante dei facili moralismi s’è
abituata a denigrare, sorvolando sul servizio altamente specializzato che essa
fornisce al pubblico e al privato, a costo di un’usura psicofisica che ne fa il
settore professionale a più alto tasso di turnover. Il Consiglio direttivo
dell’Ordine si riunirà a breve per studiare le risposte più adeguate. Posso
escludere sin d’ora una sospensione delle attività in segno di protesta, in
quanto inconciliabile con il rapporto fiduciario intercorrente tra noi e i
nostri Clienti. Da un primo sondaggio informale, prevedo che molte voci si
leveranno a favore di iniziative più in carattere con la vocazione
professionale degli Associati.
InvitandoLa a unire la Sua voce alla nostra in questa
battaglia contro i moralismi e gli ideologismi, a favore dell’iniziativa
privata e a tutela delle libere professioni, La ringrazio sentitamente e La
saluto con cordialità. Come recita il proverbio che il nostro Ordine ha scelto
per motto: “chi non muore si rivede”. Suo
Girolamo Rasoi
(Presidente Ordine dei Liquidatori)
Gentile Presidente
Rasoi,
la rubrica di donna
Mestizia si è sempre schierata a favore della libertà e contro tutte le
discriminazioni. Anche in quest’occasione, andare controcorrente non ci
spaventa.
* * *
Cara donna Mestizia,
in Francia si canta
vittoria per il “matrimonio per tutti”. Per tutti un accidente! E noi bambini?
Perché noi non abbiamo il diritto di sposarci con il bambino o la bambina che
amiamo? Non si vorrà sostenere, spero, che i nostri siano amori di serie B in
quanto non possiamo generare figli: perché le coppie omosessuali, invece? Il
più grande poeta francese moderno parla di “verde paradiso degli amori
infantili”. I nostri sentimenti, che, glielo assicuro, sono profondi, sinceri e
delicati almeno quanto quelli degli adulti, non hanno dunque diritto a un
pubblico riconoscimento? Dovremo per sempre viverli nella vergogna, nella
clandestinità, nel ridicolo?
Ciuffettino
Caro Ciuffettino,
non posso che
ripetere a te quanto rispondo più sopra al Presidente Rasoi. La rubrica di
donna Mestizia si è sempre schierata a favore della libertà e contro tutte le
discriminazioni. Anche in quest’occasione, andare controcorrente non ci
spaventa.
Roberto Buffagni è
un autore teatrale. Il suo ultimo lavoro, attualmente in tournée, è Sorelle d’Italia – Avanspettacolo
fondamentalista, musiche di
Alessandro Nidi, regia di Cristina Pezzoli, con Veronica Pivetti e Isa Danieli.
Come si vede anche dal titolo di questo spettacolo, ha un po’ la fissa del
Risorgimento, dell’Italia… insomma, dell’oggettistica vintage...
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