lunedì 16 settembre 2024

Open arms. L’infame sorrise

 


Sul processo Open Arms, per andare oltre la polemica cavalcata dalla destra sui giudici politicizzati, crediamo sia prima utile ricordare i fatti.

« Il primo agosto 2019 una nave della Open Arms, in due interventi di salvataggio, prende a bordo 124 persone; il giorno seguente viene chiesto un porto sicuro in Italia, ma viene notificato il divieto di ingresso nelle acque territoriali. Il 9 agosto i legali della ONG chiedono al competente tribunale di Palermo di far sbarcare i minori; Il 10, con un nuovo intervento di salvataggio, vengono imbarcate altre 39 persone; i trasferimenti sulla terraferma vengono consentiti solo per motivi di salute. Solo il 14, dopo un pronunciamento del Tar del Lazio la nave fa rotta verso Lampedusa pur non avendo il permesso di entrare in porto. Nei giorni seguenti vengono comunque portati a terra 32 minori e altre persone bisognose di cure mediche; alcuni migranti si gettano dalla nave per tentare di arrivare a nuoto nell’isola. Il 20 agosto, infine, il procuratore di di Agrigento sale a bordo della nave e dopo un’ispezione dispone lo sbarco e il sequestro preventivo d’urgenza della nave; lo stesso giorno la nave attracca nel porto di Lampedusa con gli ultimi 83 migranti » (*) .

Tecnicamente, ai migranti, che senza l’intervento di un privato, Open Arms, avrebbero rischiato la vita, non fu “data terra”. Cioè la fu data solo dopo venti giorni. Sul punto si legga la Memoria della Procura di Palermo.

«Di per sé indubbia in ossequio alle leggi del mare secondo cui “bisogna dare terra ai naufraghi”, ha impegnato il dibattimento nella ricerca capillare di qualsiasi elemento idoneo ad evidenziare la eventuale non configurabilità di quell’obbligo o il suo venir meno o, più semplicemente, la possibilità di un suo adempimento postergato. Analisi questa che, di converso, ha dovuto considerare l’eventuale corrispondente insorgenza del diritto delle 147 parti offese a vedere immediatamente garantito, da parte dello Stato italiano ove erano sopraggiunte, il bene giuridico della loro libertà personale che la Repubblica tutela nell’art. 13 della sua Carta Costituzionale» (**)

Va però detta un’altra cosa. E non per difendere Salvini. Personaggio politicamente abominevole. All’epoca il governo giallo-verde, il Conte I, lasciò politicamente fare, permettendo a Salvini, dal momento che erano note le sue idee razziste su ciò che egli ora chiama “difesa dei confini”, di dare un esempio politico, nascondendosi o meno dietro la burocrazia del Ministero dell’Interno. A proposito della corresponsabilità politica del Movimento Cinque Stelle – non penale, però a dirla tutta, “sentire” anche Conte, no? – non si dimentichi che, mesi prima, nel giugno del 2019, il Consiglio dei ministri aveva approvato il “decreto sicurezza bis”, che prevedeva pesanti sanzioni amministrative e penali proprio per impedire alle ONG di svolgere attività umanitarie in favore dei migranti in stato di pericolo.

Inoltre è interessante riflettere sulla tesi di fondo avanzata dalla procura palermitana. Si tratta, come acutamente osservato dai magistrati,  del classico contrasto tra forza e diritto. Non è una questione di processo alla linea politica. Messa così. Anche Hitler aveva una linea politica sugli ebrei. Ci piacerebbe conoscere la votazione riportata dalla dottoressa Bongiorno (avvocato di Salvini), che difende questa tesi, all’esame di Filosofia del diritto.

 Ma torniamo al contrasto. Si legga qui:

«Non è accettabile l’idea di anteporre la protezione dei confini nazionali ai diritti umani […] . C’è un principio chiave non discutibile: nel nostro ordinamento, per fortuna democratico, i diritti umani prevalgono sulla protezione della sovranità dello Stato [… ]. La persona in mare va salvata ed è irrilevante la sua classificazione: migrante, componente di un equipaggio o passeggero [ perché] per il diritto internazionale della convenzione Sar anche un trafficante di essere umani o un terrorista va salvato, poi se è il caso la giustizia fa il suo corso» (***).

Ora, ripetiamo, al di là delle polemiche politiche per smuovere l’elettorato, dell’ipocrisia della destra razzista, e delle passate complicità politiche del Movimento Cinque Stelle, con il quale il Partito democratico ha governato (Conte II) e si propone di tornare a governare ( il famoso “campo largo”), il vero punto è nella sacrosanta reintegrazione giuridica di un diritto umano che Salvini, all’epoca Ministro dell’Interno, ha calpestato. Usando la forza contro il diritto. Una scelta, come asserisce, di cui continua ad essere  felice e orgoglioso.

Per dirla con un classico della letteratura italiana, oggi purtroppo  dimenticato, l’infame sorrise. E sorride ancora.

Carlo Gambescia

(*) Qui (Wikipedia): https://it.wikipedia.org/wiki/Proactiva_Open_Arms .

(**) Scaricabile qui: https://www.giurisprudenzapenale.com/2024/09/15/processo-open-arms-ministro-matteo-salvini-imputato-per-sequestro-di-persona-la-requisitoria-della-procura-di-palermo/ .

(***) (**) Qui: https://www.ansa.it/sicilia/notizie/2024/09/14/open-arms-il-pm-chiede-6-anni-di-reclusione-per-salvini.-meloni-totale-solidarieta_1653504a-c9db-4f61-a1e6-06577ea5d2e8.html .

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