mercoledì 4 settembre 2024

L’asino sapiente al Ministero e la principessa dei Mau Mau fascisti

 


Ieri abbiamo dato un’occhiata alla lista dei Ministri dei Beni culturali e Ambiente. Questa era la denominazione iniziale, anno di grazia 1974, di quello che da poco più di tre anni si chiama Ministero della Cultura (*).

Anche per noi non è facile ricordarli tutti. La lista è lunghissima, 29 ministri, in cinquant’anni. Da Spadolini, professore universitario, repubblicano, a Gennaro Sangiuliano, giornalista missino.

Quel che emerge è un grigiore generale. Chi ricorda il democristiano Gullotti, che fu con Craxi per quattro anni al Ministero? Nessuno.

Pertanto, a parte qualche professore universitario (Spadolini, appunto, Fisichella, Urbani, Buttiglione, Ornaghi) e un grande giornalista (Vittorio Ronchey), oltre a qualche nome di spicco della politica, Veltroni, Rutelli, l’immancabile Andreotti (ad interim), Melandri, Franceschini, la lista è fitta fitta di nomi di avvocati, insegnanti delle superiori, funzionari pubblici, presidi, alcuni tecnici (ad esempio museali, forse il solo Paolucci, con Dini) e tanti politici di professione, capi o sottocapi di corrente. Il lettore constaterà da solo.

Perciò, a prima vista l’ultimo arrivato, Gennaro Sangiuliano, da alcuni giorni al centro di una tempesta politica, dal punto vista della preparazione specifica non è migliore né peggiore di altri.

Diciamo un mediocre, però, ecco la differenza rispetto ai predecessori, con pretese di saperla lunga. E, quel che è peggio, con una visione ideologica nettamente di destra, destra missina, con radici profonde nella tentazione fascista.

Rispetto al suo mite e colto predecessore, Dario Franceschini (al Ministero per tre anni), Sangiuliano si è finora comportato come il tipico parvenu.

Lo gnomo politico colpito da improvvisa fortuna (perché la destra di nomi presentabili ne aveva pochini) che però continua a comportarsi da maleducato politico. Si legga qui: 

"Cosa credete che facesse Salvini con la Isoardi? E poi con la Verdini, anche prima di stabilizzare la loro relazione? E Franceschini con la De Biase, prima che diventasse sua moglie?" dice ancora. Un paragone, scrive La Stampa, che suona come l'ammissione di un rapporto privato tra lui e Maria Rosaria Boccia. "È il motivo per cui abbiamo bloccato la sua nomina come consigliera per i grandi eventi - dice - Aveva il curriculum e le carte in regola per svolgere quel ruolo, ma quando la nostra reciproca stima professionale è diventata un fatto privato, io per primo ho ritenuto di dover fermare tutto. Dovrebbero applaudirmi per questo" (**).

Capito? "Paco io". Roba da Mario Merola. La butta sul privato. Il pubblico difensore della Famiglia e della Tradizione.  Aspettiamo ora la reazione dei  chiamati in causa con grande eleganza da Sangiuliano. Un vero lord inglese.  
 

Di lui sono note le gaffe, l’arroganza, l’ impreparazione culturale, persino per quel che riguarda la conoscenza della stessa cultura politica da cui proviene. A tale proposito ricordiamo la pessima introduzione a una cattiva riedizione di un libro che la destra dovrebbe conoscere a memoria: La sociologia del partito nella democrazia moderna di Roberto Michels (***), grandissimo scienziato politico, ma con un debole per Mussolini. Nessuno è perfetto. E invece la destra continua a non studiare. La butta in caciara, come Sangiuliano nella sua introduzione. E, come visto, anche in politica:  "Perchè Salvini sì, io no?".

Pertanto l’incidente Boccia, diciamo, era nell’aria. Un asino sapiente, politicamente parlando, finisce sempre per farsi scoprire.

Sembra che l’altro pozzo di scienza di Fratelli d’Italia, dopo Sangiuliano, Giorgia Meloni, non voglia mollarlo. Quindi, per ora, sembra, come per Lollobrigida e Santanchè, niente dimissioni. Perché, come scrivono i retroscenisti compiacenti, dopo seguirebbe un difficile rimpasto, e per il bene della Repubblica, eccetera, eccetera.

In realtà, al di là delle bugie e contraddizioni di Sangiuliano (di questo scrivono i giornali, non solo di sinistra), il lato spiacevole della questione è quello di dover subire il fatto che un asino sapiente resti al Ministero perché Fratelli d’Italia non vuole cedere il passo agli alleati. Volgarissimi calcoli "demo-pluto-giudaici".

Leggevamo su “Repubblica” di “spirito tribale”. Di una Meloni che difenderebbe i suoi fino alla morte, obbedendo al richiamo del ghetto missino-fascista.

Ipotesi suggestiva. Anche perché, come in tutte le tribù, implica il fatto che alla prima occasione propizia la principessa dei mau mau fascisti si libererà di un guerriero pasticcione. Sangiuliano, con un gonnellino di foglie, finirà su un albero, senza cibo e lancia, soccombendo alle intemperie. Oppure dovrà entrare nel fiume nudo e disarmato per sfidare i coccodrilli. Fermo restando il pericolo, per Sangiuliano, di un grande banchetto con le sue appetitose carni, ben bollite.

Chi di tribù ferisce, di tribù perisce.

 

Carlo Gambescia

 

(*) Qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Ministri_della_cultura_della_Repubblica_Italiana .
(**): Qui: https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2024/09/04/sangiuliano-per-boccia-pagai-sempre-io-non-devo-dimettermi_425999fe-66ff-4dc9-8e3a-604f3a2388b0.html .

(***) Qui: http://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.com/2022/09/un-michels-da-incubo.html .

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