I figli arcobaleno sono un problema? È utile dibatterne? No. Ovviamente non lo sarebbero se l’Italia fosse un paese liberale in cui una questione privata, come le adozioni, non fosse vista come un problema di stato. Perché, non si dimentichi mai, come ben sanno molte famiglie, che le adozioni, arcobaleno o meno, sono un percorso a ostacoli che può durare anni. Figurarsi, se e quando finalmente sarà, le adozioni di figli da parte di una famiglia omogenitoriale. In realtà, la vera soluzione della questione, è che non sia giudicata tale: che ognuno sia considerato libero di adottare chi voglia, senza che passino secoli. Che basti un atto notarile.
I migranti sono un problema? E utile dibatterne? No. Ovviamente, non lo sarebbero se si fosse in un paese liberale in cui una questione privata come la libertà di movimento interna ed esterna, cioè di trovarsi un lavoro ovunque si desideri, non fosse vista come un problema di stato. In Italia, purtroppo, chi va all’estero per lavorare è guardato male: o come un nemico delle patria o come uno stupido, incapace di trovarsi posto statale. Figurarsi chiunque desideri “entrare” in Italia per lavorare: chi, quel posto statale, secondo la vulgata del razzisti, lo vuole rubare. In realtà, la vera soluzione della questione, è che non sia giudicata tale: che ognuno sia considerato libero di trovare lavoro dove crede: ubi bene, ibi patria.
La “transizione ecologica” è un problema? No. Ovviamente non lo sarebbe se l’Italia fosse un paese liberale capace di apprezzare la libertà economica e la libertà di consumare o meno, come frutto della libera scelta individuale. E non, come invece è, un paese in cui l’economia privata è vista come un problema di stato. E dove la questione ecologica, come transizione dal libero mercato verso un’economia controllata (cosa che nessuno dice), è giudicata, come nelle dissolte società di socialismo reale, un fattore di progresso verso libertà: da ciascuno secondo i suoi meriti a ciascuno secondo i suoi bisogni. Purtroppo nessuno sembra comprendere come l’ecologismo sia una specie di prosecuzione del comunismo con altri mezzi. In realtà, la vera soluzione della questione, è che non sia giudicata tale: che ognuno sia considerato libero di produrre, vendere, consumare, senza limiti di sorta. L’ecologismo, ripetiamo, è il Cavallo di Troia della “dittatura del proletariato ambientalista”.
Risposte semplici a “questioni complesse”? Valuti il lettore.
Noi siamo del parere che adozioni arcobaleno, migranti, transizione ecologica siano tre esempi di dibattiti inutili che rubano spazio sui giornali e sui social. E che, cosa ancora più grave, favoriscano un inveterato approccio illiberale a questioni che neppure si porrebbero in una società libera.
Con questo termine intendiamo una società dove le libertà di adottare, lavorare, consumare, come prolungamento delle libertà individuali, siano considerate per quel che sono: sacre e intoccabili. Vaticiniamo il "Regno di Utopia"? La cultura e la pratica anglo-americane insegnano che non è così.
Si pensi a una specie di a priori sul piano delle mentalità culturale: prima l'individuo, poi la società. Qualcosa di in-di-scu-ti-bi-le. Neppure ci si dovrebbe pensare, cazzo! (Sembra che questa espressione sia tornata di moda nei salotti buoni… sicché ne approfittiamo).
Per ora, purtroppo, da noi, non è così. E quale può essere un esempio di dibattito utile? Quello di evitare i dibattiti inutili sulla lunghezza della corda alla quale lo stato vuole appendere ogni singolo cittadino. Anzi ogni singolo suddito.
Carlo Gambescia
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