L’occasione del pezzo rinvia alla proiezione, organizzata dalla Fondazione Almirante, di un film storico francese sul Generale (**), introdotta da Veneziani. Una specie di cineforum di lusso al Barberini.
E cosa scrive l’ideologo della “rivoluzione conservatrice"? Siamo davanti a una pura e semplice “operazione gattopardo”: Veneziani scambia, intenzionalmente, l’ideologia politica del Maresciallo Pétain, strenuo difensore del “Dio, Patria e Famiglia” che scelse i nazisti, con quella del Generale de Gaulle, che invece era liberal-democratica e antifascista.
Insomma, Veneziani fa del suo meglio per non far capire le ragioni profonde di una scelta tra democrazia e totalitarismo. Tra l’altro il film si occupa proprio di questo: perché nel 1940, anno al centro della pellicola, dopo la “caduta della Francia”, de Gaulle optò senza esitazioni per Gran Bretagna liberale, Pétain per la Germania nazista. Di qui il suo celebre e dirimente appello ai francesi dai microfoni di Radio Londra.
Ma fa anche di peggio: dipinge il Generale come un vitalista, “ritrattino” che negli ambienti culturali frequentati da Veneziani è sinonimo di fascista per caso o comunque mancato.
Non pago, lo raffigura come un nemico della tecnica: quando è notorio che Charles de Gaulle fu tra i primi a intuire e teorizzare, mettendo nero su bianco, il nuovo ruolo del carro armato nella guerra moderna.
Ripeto, siamo davanti a un’ autentica mistificazione culturale. Che ovviamente torna utile all’ “ideologo” Veneziani per nominare d’ufficio il Generale membro onorario di “una destra conservatrice, nazionale e sociale, imperniata su uno stato autorevole e un legame vivo con le tradizioni nazionali”. Tradotto: Fratelli d’Italia. Che poi, ecco il trucco da Mago Silvan delle idee, sarebbe la destra di Philippe Pétain non di Charles de Gaulle.
Un’altra cosa, non meno importante. A proposito dei gollisti italiani, Veneziani cita Pacciardi e Sogno, ma non chi a “Nuova Repubblica” fu il braccio destro, se non tutti e due, di Pacciardi: Giano Accame, indimenticabile intellettuale di destra, uomo acuto e sincero che voleva parlare al mondo senza mistificazioni: “Non mi vergogno di essere fascista… Anzi…”. Come mi disse una volta…
Accame fascista “speciale” dalle spiccate simpatie antifasciste (Pacciardi aveva addirittura combattuto in Spagna con i Repubblicani), si fece una valanga di nemici negli ambienti missini da cui proveniva. Aveva amicizie, fuori dal giro, alcune solidissime. Un grande esempio di intelligente ecumenismo politico. Non mistificazioni ma ponti e oneste revisioni. Ovviamente, nessuna concessione alla destra reazionaria. Questo il suo metodo di lavoro.
Se Veneziani sente nostalgia per Charles de Gaulle, io sento nostalgia per Giano Accame. Per un uomo libero. Sicché, oggi che più mai, non conviene parlarne. Poi è morto, quindi non conta più niente…
Veneziani invece è vivo e vegeto e continua a fare danni.
Carlo Gambescia
(*) Qui: https://www.marcelloveneziani.com/articoli/nostalgia-di-de-gaulle-patriota-deuropa/ .
(**) Qui: https://www.annuariodelcinema.it/news/roma-successo-della-proiezione-del-film-de-gaulle .
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