Un editoriale di Ilvo Diamanti
Post-stupidità sociologiche
Povera sociologia! Se Bauman ha sdoganato l’aggettivo “liquido”, banalizzandolo in più di venti libri e riscoprendo un fenomeno già noto a Tönnies, Simmel e Weber (ma si vedano anche gli studi sulla metropoli di Hellpach), Ilvo Diamanti, nel suo piccolo, martella sul prefisso post (infausto lascito delle filosofie post-heideggeriane, nessuno è perfetto, in salsa cacciariana). Però, da empirico di scuola veneto-durkhemiana, neppure se ne accorge. Ormai, va in automatico. Come le illusioni.
Si prenda, ad esempio, l’editoriale di oggi sulla fiducia decrescente degli italiani verso le banche (*). Di chi sarebbe la colpa? Dei “post-partiti”, privi di ideologie, che quindi non dialogano con una “post-società”, purtroppo edonistica, che invece parla solo a se stessa, e che non può che partorire “post-banche”, dedite solo a imbrogliare. Che profondità! Per la serie si stava meglio quando si stava peggio! Tradotto: viva l’Italia, catto-socio-comunista. E i Paschi di Siena? Frutto avvelenato della summer fall dell’Italia ideologica ( e partitocratica), così rimpianta da Diamanti?
Il tutto dopo avere citato - tra pochi giorni è Natale - il saggio di Caio, l’ultimo libro dell’allievo di Tizio, senza dimenticare quello di Sempronio. Ovviamente, tutti iscritti d’ufficio alla sociologia progressista: di Gioele amici siam/e insieme noi cantiam… Insomma, animali in twedd e velluto a coste, da Direzione Ufficio Studi ( tutto in maiuscolo), e non importa se del sindacato triplicista o della confindustria socialdemocratica. Basta il bonifico. E che la barca vada. Tutto, in chiaro, per carità.
Concludendo: post-stupidità, sociologiche. Con le quali però si campa. E pure benino
Carlo Gambescia
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