Elezioni amministrative francesi
Ha vinto il Fronte Nazionale?
No, il partito della spesa pubblica
La
vittoria, anzi la mezza vittoria del Fronte Nazionale, trova la sua principale giustificazione, o
causa efficiente, nei tragici fatti di
Parigi. Gli elettori, impauriti, vogliono protezione e si rivolgono verso chi
la promette, o meglio in direzione di chi sappia mostrare i muscoli. E su questo piano l’estrema
destra ha una tristemente consolidata tradizione. Quindi risultato scontato,
almeno al primo turno. Fortunatamente la Francia ha un sistema
elettorale che scoraggia la rappresentanza del cosiddetto terzo partito. Il
contrario dell’Italia, dove grazie all’incapacità e imprevidenza della destra e
della sinistra moderate, rischiamo alle prossime elezioni di far vincere gli accoliti di Grillo.
Evitando
le solite distinzioni di lana caprina tra fascismi e populismi, ottime per conquistare una cattedra, ma non per studiare la realtà politica, sempre a proposito della protezione (in tutti i sensi però), c’è un elemento
importante che accomuna il Fronte Nazionale al MoVimento5Stelle: sono partiti della spesa pubblica. Non tanto per il
fatto che (protettivamente) promettono tutto a tutti in chiave puramente elettorale (il "partito
pigliatutto"), quanto per la gretta "filosofia" statalista (lo stato padre-padrone) dell’economia e della società, a cui si accompagna, inevitabilmente,
una pericolosa concezione autarchica della nazione.
Pertanto, con
il Fronte Nazionale e il MoVimento5Stelle al
potere, l’economia subirebbe un
violentissimo contraccolpo. E di riflesso
ne risentirebbe il tenore di vita di tutti i cittadini. Ci spieghiamo: per
redistribuire, come promettono, bisogna tassare o tagliare; troppe tasse deprimono l’economia; troppi
tagli fanno perdere i consensi. Di qui, il rischio, per non perdere il potere fortunosamente agguantato, di involuzioni
autoritarie: derive che, a differenza dei partiti di estrazione liberale, sono invece
nel Dna delle forze di estrema destra e di estrema sinistra. Inciso: dal momento che il MoVimento5Stelle sembra favorevole alla decrescita e il Fronte Nazionale a uno sviluppo controllato e limitato, per capirne le dinamiche interne, si dovrebbe lavorare - per ora si tratta di una semplice intuizione - intorno al concetto di una possibile dittatura per il desviluppo (*).
In Francia, ripetiamo, hanno un sistema elettorale che funziona. Quindi il Fronte Nazionale, al di là del solito al lupo-al lupo mediatico, rischia di restare fermo ai nastri di partenza. Mentre in Italia, la destra, vuole addirittura importare la ricetta Le Pen… Ieri sui giornali fiancheggiatori era tutto un ridicolo inneggiare al duo Marine&Marion: il che, per ricaduta, indica l’autentico luogo dell’anima di personaggi come Salvini e Berlusconi (per non parlare dei nostagici post-mussoliniani): non il fascismo, non il populismo, ma qualcosa di più reale e in qualche misura pre-politico, una concezione "filosofica" a monte della politica: lo statalismo. Che a sua volta rinvia teoricamente al costruttivismo sociale: alla volontà di sapere, da parte di una certa élite (qui Foucault, non stona), cosa sia bene per ogni singolo cittadino.
In Francia, ripetiamo, hanno un sistema elettorale che funziona. Quindi il Fronte Nazionale, al di là del solito al lupo-al lupo mediatico, rischia di restare fermo ai nastri di partenza. Mentre in Italia, la destra, vuole addirittura importare la ricetta Le Pen… Ieri sui giornali fiancheggiatori era tutto un ridicolo inneggiare al duo Marine&Marion: il che, per ricaduta, indica l’autentico luogo dell’anima di personaggi come Salvini e Berlusconi (per non parlare dei nostagici post-mussoliniani): non il fascismo, non il populismo, ma qualcosa di più reale e in qualche misura pre-politico, una concezione "filosofica" a monte della politica: lo statalismo. Che a sua volta rinvia teoricamente al costruttivismo sociale: alla volontà di sapere, da parte di una certa élite (qui Foucault, non stona), cosa sia bene per ogni singolo cittadino.
Tradotto, e per fare un esempio: mai fidarsi dello statalista,
di destra o sinistra ( quindi - attenzione - dubitare
anche di Renzi…), che critica Equitalia, perché in cuor suo è un costruttivista. E
quindi, sulle rovine fumanti dell'Equitalia di oggi, ne costruirà, domani, per dirla con Petrolini, una più
bella e più superba che pria…
Carlo Gambescia
(*) A.F.K Organski, Le forme dello sviluppo politico,
Laterza, Bari 1970, pp.127-158, dove a proposito dei fascismi e parafascismi si
parla di "regime sincratici" o, semplificando, forme di
dittatura per favorire lo sviluppo. Si tratterebbe, visto che siamo nel
XXI secolo, di invertire il segno: dallo sviluppo al desviluppo,
passando, concettualmente, dall'analisi ex post, basata su
documenti storici, all'analisi, ipotetica, ex ante, sui possibili sviluppi virtuali. Una
sfida politologica, piuttosto ardita, lo ammettiamo.
Nessun commento:
Posta un commento