Lo Spirito del Natale
Libertà
Quando
qualcuno mi chiede lumi sulle fonti
intellettuali e/o psicologiche della
socialdemocrazia redistributiva, che gioisce nel massacrare di tasse i
cittadini, consiglio sempre di leggere A Christmas Carol di Dickens, pubblicato nell’anno di grazia 1843. E per una semplice ragione: in quel romanzo
si costruisce e giustifica quel senso di colpa che ancora oggi è alla base
delle politiche welfariste, fondate sul singhiozzo dell’uomo borghese.
Leggetelo e capirete.
Ma
non è di questo che oggi voglio scrivere. Nel romanzo, giocando sull'idea di spirito come fantasma e di spirito come significato, si rappresenta lo Spirito del Natale, e per la prima volta, in
chiave completamente secolare, e, cosa più importante, ricattatoria, moralmente
ricattatoria. Semplificando: a Natale si
deve essere tutti più buoni. A cominciare dal cattivo capitalista, che deve
perciò redimersi. Altrimenti, nessuno si ricorderà più di lui. Nel Manifesto di Marx ed Engels, che
apparirà cinque anni dopo, alla redenzione si sostituirà l’auto-estinzione della
borghesia, con l’aiutino del “proletari di tutti il mondo unitevi”. Da un lato, Dickens, padre dello stato
redistributivo e tassatore, frutto dolciastro del senso di colpa borghese, dall’altra, Marx & Co. che puntano sulla sparizione
dello stato borghese - generoso o meno
- e dello stesso senso
di colpa, indotto o meno. Detto altrimenti: riformismo costoso contro catarsi sociale ancora più costosa...
Ma
allora, se esiste, qual è lo Spirito del Natale? Diciamo che il riformista Dickens,
fortunatamente o meno, ha avuto la
meglio sul rivoluzionario Marx: però lo spirito vero del Natale non può essere quello del “tutti
buoni davanti al panettone welfarista". Forse l’autentica eredità della Rivoluzione
industriale britannica resta l’idea di libertà. Perciò libertà di trascorrere il Natale come si
desidera: in Chiesa a pregare o in montagna a sciare; di battersi sul petto o
di andare a cena con l’amante; di
aiutare i poveri o di banchettare con i
ricchi; oppure di far festa con due madri, con due padri o con un padre e
una madre, chi più ne ha ne metta. Qualcuno potrebbe dire: e il sacro? (per non parlare del trascendente…). Non
piace a tutti. E non tutti lo ritengono necessario. Tuttavia, chi lo tiene in
non cale non può - anzi non deve - obbligare chi invece non può farne a meno. E
viceversa.
Libertà.
E per tutti. Ecco il vero Spirito del Natale.
Carlo
Gambescia
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