Banca fallisce, pensionato suicida
Il problema Vanna Marchi
Sì, si tratta del problema Vanna Marchi. Ma ci arriveremo alla fine. Un poco di pazienza.
Oggi sui giornali tutti a piangere per il pensionato che si è suicidato, perché "rapinato" dalle banche (anzi banca, come entità collettiva) e dall' Unione Europea ( altra misteriosa entità collettiva rea di avere introdotto il famigerato ball-in).
E, ovviamente, tutti pronti, a chiedere, anzi imporre, l’intervento riparatore
e protettivo dello Stato.
Cosa
dire? Che ci dispiace per il povero pensionato. Che però, come amaramente ammette - nel biglietto lasciato alla
moglie - non è stato capace di salvare i
suoi risparmi.
Una
prima risposta è che con quel suicidio ha dato un esempio. Ma a chi? Ad altri nelle sue condizioni (pochi e sudati
risparmi), perché evitino nel futuro di cadere, per avidità, ingenuità, stupidità, nella trappola di
guadagni facili, ma presentati come sicuri, da funzionari e direttori disonesti.
I quali però, a loro volta, dovrebbero altrettanto dignitosamente suicidarsi, proprio come quel
pensionato, per dare un esempio di vita ai colleghi poco onesti.
Il
suicidio è una risposta individuale. Per alcuni è segno di vigliaccheria (verso
chi resta), per altri di libertà, dignità e coraggio (sempre per chi sopravvive).
Non prendiamo posizione. Anche se, neppure
scorgiamo, in una società di individui che si proclamino liberi (e responsabili
delle proprie azioni, "fino in fondo"), altre possibilità. Oltre a quella, ovviamente, più “normale”
della denuncia dei disonesti alla
magistratura.
Ciò
che invece resta assolutamente fuori luogo, ma non in Italia dove, purtroppo,
il settore bancario, fin dall’Unità è
cresciuto all’ombra della politica in nome di una fuorviante (come vedremo) difesa
del bene comune. Quel che resta fuori luogo, dicevamo, dal punto di vista di una società
economicamente libera, è l’intervento paternalistico dello stato. Che ottunde
il senso di responsabilità, di tutti: politici, amministratori, clienti. E che, con i salvataggi, che molti per pietismo
(vero o falso) auspicano, riversa - cosa che non va mai dimenticata - i danni provocati
dagli avidi e dagli stupidi sulle spalle
di tutti i cittadini, e in particolare di quelli onesti e previdenti,
che non sono pochi fortunatamente. Vittime comuni del bene comune. Ci sarebbe da ridere...
Ovviamente, di quanto fin qui detto, basta aprire i
giornali di oggi, nessuno parla. Perché? Purtroppo, per ragioni storiche, per mentalità
e istituzioni, dal punto di vista dello sviluppo della società mercato, continuiamo
a restare un paese latecomer, quindi tuttora arretrato. Perciò, si continua ad
aspettare la manna statale dal cielo, invece di puntare su libertà e
responsabilità. Sicché si parla
inopinatamente di "omicidio di stato" (per la serie rischiare individualmente
- pardon -
mettendo però a rischio il culo di
tutti i cittadini); di "banca (attenzione non banche) "assassina"; di UE "crudele" e "di fondi salvezza pubblici necessari" (quando, come è noto, esistono
le possibilità di assicurarsi individualmente e privatamente: certo, si deve rinunciare
a una quota di profitto…)
La
società di mercato, anche dei capitali, implica rischi. Che, quando si decide di investire, vanno
assunti. Non si hanno le cognizioni necessarie? Allora si mettano i risparmi
sotto il materasso. Oppure, dopo, se truffati, ci si rivolga a un giudice. Ma non a Papà-Stato. Naturalmente, resta la terza possibilità, cui accennavamo all'inizio. Ma non tutti ne sono capaci.
Concludendo, per
coloro che sono stati truffati da Vanna Marchi - e sia detto con tutto il rispetto per una donna che ha coraggiosamente espiato la sua pena - non c’era e non è stato mai costituito alcun fondo sociale. E perché ce ne deve essere uno - pagato
con le tasse di tutti i cittadini -
per le vittime di un imbonitore di banca?
Carlo Gambescia
Non si fà nessun accenno al vero problema ,se un cittadino vede che un titolo o una obbligazione presenta un alto rendimento 8% circa gli deve pur venire il dubbio che si tratta di una offerta al alto rischio da assumersi naturalmente il buon senso dovrebbe consigliargli di stare alla larga da certe trappole per ingordi. Il rigore quando lo si pretende dagli altri proviamo ad applicarlo a noi prima. Un saluto.
RispondiEliminaGrazie del commento. Certo, ovvio, i tassi promessi talvolta sono anche superiori all'otto per cento... E' implicito nel pezzo. Non ha letto qui (terzo capoverso, righe 1-4)? " Ad altri nelle sue condizioni (pochi e sudati risparmi), perché evitino nel futuro di cadere, per avidità, ingenuità, stupidità, nella trappola di guadagni facili, ma presentati come sicuri, da funzionari e direttori disonesti.
RispondiEliminaGran artículo Carlo. Excelente.
RispondiEliminaLa situación es muy parecida a lo que ocurre en España.
Por eso te copio un artículo que cuenta la relación en España entre bancos y Estado Caníbal.
http://elunicoparaisoeselfiscal.blogspot.com.es/2013/04/me-dices-tu-que-yo-no-robe.html#comment-form
Un fuerte abrazo y reitero mi enhorabuena.
Exacto Jorge ;-) Estado Caníbal... Y ciudadana codicioso y / o ingenuo. ;-) Gracias Jorge Sánchez de Castro.
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